la polemica non è un male, è solo una forma di confronto crudo sincero, diciamo tutto quello che pensiamo fuori dai denti, e vediamo se riusciamo a far venir fuori le capacità di cui siamo portatori e spenderle per il Bene Comune. Produrre, organizzare, trovare soluzioni, impegnarci a far rete, razionalizzare e mettere in comune, attingere alle nostre risorse. CUI PRODEST? Pensa cchiu' a chi o' dicè ca' a chello ca' dice
L'albero della storia è sempre verde
L'albero della storia è sempre verde
"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"
sabato 8 maggio 2021
Lo "stregone maledetto mantiene quello che ha garantito ai suoi padroni fin dal 1992, la spoliazione dell'Italia dei suoi migliori assets
Lo "stregone maledetto" si impiccia con le parole e il suo lessico è illogico
Nota di servizio
Magistratura organica all'interno del Sistema massonico mafioso politico istituzionalizzato
Destra/sinistra due facce della medesima medaglia, uniti solo a succhiare sangue alle masse proletarizzate
Ebrei sionisti attaccano la moschea
L’esercito israeliano attacca moschea di Al Aqsa
Sono in corso violenti disordini nella moschea di Al Aqsa da parte di centinaia di arabi, la Polizia ha fatto irruzione nella moschea e l’IDF ha inviato le brigate di fanteria Golani e Kfir nel luogo degli scontri e nei territori circostanti. Sono stati avvistati 4 elicotteri d’attacco AH-64A Peten in volo sulla moschea e nei territori vicini. Fonte: Lion Ulder / Twitter
Le forze dell’IDF hanno iniziato a sparare sulla folla e ad usare granate nella moschea di Al Aqsa contro centinaia di arabi. Fonte: Intel Slava
La situazione nella moschea di Al Aqsa è critica, le porte sono chiuse, l’IDF sta assediando la moschea e sta usando armi letali e granate contro la folla, inclusi i minorenni.
Sono inoltre stati riportati diversi pestaggi da parte delle forze israeliane contro i palestinesi, e ci sono molti corpi a terra. Le forze dell’IDF stanno continuando ad aprire il fuoco anche contro i corpi già a terra, e contro i palestinesi che cercavano di portarli via. La porta della moschea, in cui sono barricati i palestinesi, è stata incendiata dalle forze dell’IDF. Fonte: IWC
https://twitter.com/Partisangirl/status/1390847420884340747
https://www.maurizioblondet.it/lesercito-israeliano-attacca-moschea-di-al-aqsa/
Attenti attenti ai vaccini con modificazioni genetiche

Colombia - governare significa ascoltare il popolo e fare il proprio massimo per onorarlo, non per schiacciarlo

NON produrre, consuma e crepa. Per ora, tutti paiono convinti che funzioni. Ma in cuor loro, tutti sanno altresì che finirà male. Molto male.







Gli Stati Uniti sanno perfettamente che l'Ucraina nella Nato è la linea rossa della Russia e devono essere pronti a una guerra calda

Recovery Plan - gli investimenti e le riforme devono essere determinate verso la direzione non necessarie alla crescita del paese MA a quelle che Euroimbecilandia ritiene indispensabili ed opportune omologando le diverse necessità ad un modello inventato e che esiste solo nella sua testa. E gli euroimbecilli italiani proni e pronti ad accettare tutto a cominciare dallo "stregone maledetto"

Le scelte ideologiche concorrono a far salire la febbre dell'inflazione. Barriere, sanzioni, chiusure, protezionismo, tutte insieme a impedire di crescere, si stanno preparando coscientemente alla distruzione volontaria di uomini, mezzi di produzione, capitali e merci a livello globale
Perché i prezzi di rame e minerali ferrosi stanno schizzando
di Giusy Caretto

Nuovi record per i prezzi di rame e minerali ferrosi. I fatti analizzati da Torlizzi, direttore generale di T-Commodity
10.260,50 dollari la tonnellata: al London metal exchange, il rame supera il precedente record toccato nel febbraio 2011. Performance ottima anche per i minerali ferrosi, che toccano il massimo dal 2008.
E la rotta rialzista, spinta anche da un dollaro non fortissimo, sembra essere oramai segnata.
I PREZZI DEL RAME
Il rame continua a scambiare oltre 10mila dollari per tonnellata al London Metal Exchange (Lme). Il metallo rosso ha anche toccato la soglia di 10.260,50 dollari la tonnellata, superando il precedente massimo, toccato nel febbraio 2011, e segnando una vera e propria corsa al rialzo dopo che il costo a tonnellata ha toccato il suo minimo a 4.371 dollari.
IL RECORD DEI MINERALI FERROSI
Aumenta anche il prezzo dei minerali ferrosi, che tocca quota 202,65 dollari, il massimo dal 2008 secondo l’indice di riferimento redatto da S&P Platts.
I MOTIVI DEL RALLY
Il rally è dovuto alla forte domanda, soprattutto cinese. Il Paese del Dragone, infatti, assorbe metà della produzione mondiale e dopo qualche giorno di pausa dopo il primo maggio, la domanda ha avuto una forte ripresa-
Incide sul prezzo dei metalli anche il dollaro debole, che ha perso circa lo 0,5% del suo valore rispetto a un paniere di valute nelle ultime tre sedute.
COSA ACCADE IN CILE
A fronte di una domanda che cresce, c’è un’offerta che diminuisce. Come si legge su Energia Oltre, in Cile, il maggiore produttore al mondo di rame, l’output è calato per il decimo mese consecutivo. Nel mese, secondo l’Instituto Nacional de Estadísticas (INE), la produzione di rame è diminuita dell’1,3 per cento, arrivando a 491.720 tonnellate.
LE IPOTESI DI BANK OF AMERICA
Tutti fattori, questi, che porteranno il costo del rame, materia prima utilizzata in innumerevoli prodotti industriali, a salire fino a 13.000 dollari, secondo Bank of America.
UN TREND (ANCORA) AL RIALZO
A sostenere che la corsa continui è anche Ji Xianfei, di Guotai Junan Futures: “E’ difficile prevedere che i prezzi del rame possano invertire l’attuale atmosfera rialzista”.
“Le prospettive a lungo termine per i prezzi dei metalli sono troppo buone e indicano prezzi più alti nei prossimi anni”, rimarca Daniel Briesemann di Commerzbank AG. D’altronde la spinta alla decarbonizzazione e l’elettrificazione dell’automotive aumenteranno ancora la domanda.
LE MOSSE DELLA CINA
Non solo legge del mercato. Ad influire sui prezzi delle materie prime, fa notare su Twitter Gianclaudio Torlizzi, già caporedattore a Dow Jones, ora direttore generale di T-Commodity, società di consulenza finanziaria, è anche la “decisione da parte del governo cinese di sospendere a tempo indeterminato tutte le attività collegate al ‘China-Australia Strategic economic dialogue mechanism'”.
Torlizzi a Start aggiunge: “Il rame beneficia di una concomitanza di fattori: da un lato la forte domanda cinese. Pechino sta sfruttando la pandemia per affermare lo status di prima economia a livello mondiale e per finanziare questa dinamica necessita di ingenti quantità di materia prima. Dall’altro lato contribuisce la politica di stimolo monetaria molto aggressiva della Federal reserve incurante delle crescenti pressioni inflazionistiche. Nel mezzo ad acuire la pressioni sui prezzi giunge l’Ue che su alcune tipologie di materiali come gli acciai mantiene le misure di salvaguardia che disincentivano l’import”.
Quando si tratta della Francia che fa razzia sul nostro territorio lo "stregone maledetto" non fa una piega e accetta disciplinatamente non avoca il potere di interdizione che il governo ha
