L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

sabato 7 agosto 2021

Dopo una corsa l'ideologia dei vaccini sperimentali incoccia il muro della resistenza ad una narrazione pagliaccia e irreale, da qui l'irrigidimento e l'obbligatorietà indiretta

Vaccini, Stati Uniti in difficoltà: metà della popolazione non è immunizzata

6 Agosto 2021 - 09:07

Dopo una buona partenza, la campagna vaccinale negli Stati Uniti sta vivendo una fase di stallo: solo il 50,4% della popolazione è completamente immunizzata, con i contagi che sono tornati a salire.


Nella fondamentale partita dei vaccini contro il Covid, gli Stati Uniti hanno fallito il primo obiettivo che era stato indicato da Joe Biden: raggiungere il 70% dei cittadini immunizzati entro il 4 luglio, giorno della Festa dell’Indipendenza.

Una soglia che ancora adesso Oltreoceano appare lontana: al momento negli Stati Uniti ha completato il ciclo vaccinale il 50,4% della popolazione, con la percentuale che sale al 58,7% se consideriamo chi ha ricevuto anche una sola dose.

Numeri molto bassi per un Paese che ha a disposizione una quantità monstre di vaccini: in Italia dove le scorte sono quasi terminate siamo al 57% della popolazione completamente immunizzata, mentre il vicino Canada è al 60,7%.

Una situazione che preoccupa non poco la Casa Bianca, visto che la variante Delta sta facendo aumentare i contagi: dopo che a giugno si è toccato il minimo di 11.000 nuovi casi al giorno, ora negli Stati Uniti si è tornati costantemente a viaggiare oltre quota 100.000 con una media di 500 morti al giorno.

Gli Stati Uniti in ritardo sui vaccini

Se durante la scorsa primavera negli Usa la campagna vaccinale procedeva a ritmo spedito, tanto da far sbilanciare Biden nell’auspicare un 70% della popolazione immunizzato entro il 4 luglio, da settimane la situazione Oltreoceano è invece di assoluto stallo con le somministrazioni diminuite dell’87% rispetto ai mesi precedenti.

A poco sarebbero servite le tante iniziative messe in atto per convincere la popolazione a vaccinarsi: dalla birra gratis fino alle lotterie e ai 100 dollari in regalo in West Virginia per i giovani che accettano di sottoporsi alla somministrazione.

Neanche i numeri terrificanti del Covid negli Stati Uniti, dove dall’inizio della pandemia si sono registrati in totale 35 milioni di casi e 615.000 decessi, sembrerebbero aver scalfito le convinzioni dei no-vax americani.

Quasi sconsolato, a inizio luglio Anthony Fauci ha commentato che visto l’attuale andamento della campagna vaccinale, in autunno ci saranno “ due Americhe, una immunizzata e l’altra indifesa ”.

Una divisione che rischia di essere anche geografica, con la East Coast che ha alte percentuali di vaccinati al contrario del Sud e del Midwest, le zone maggiormenti rurali del Paese dove il numero degli immunizzati è molto basso.

Nel Mississippi finora poco più del 30% dei cittadini ha completato il ciclo vaccinale, una situazione simile a quella in Louisiana, Alabama e Arkansas. Numeri questi che stridono con quelli di New York, dove addirittura a giugno si è raggiunto il 70% degli abitanti con almeno una dose di vaccino.

Di questo passo, gli Stati Uniti raggiungeranno la soglia del 75-80% della popolazione immunizzata in forte ritardo rispetto all’Europa: un rischio sanitario ed economico che spaventa Biden, ma al momento la Casa Bianca non starebbe pensando a soluzioni drastiche come quella sul green pass adottata in Francia e nel nostro Paese.

Il livore ideologico di Draghi, lo stregone maledetto, si manifesta nel regalare il Monte dei Paschi di Siena ai privati mentre fa utili

Monte dei Paschi di Siena smentisce i gufi e comincia a macinare utili: rischia di essere un affare


Filippo Caleri 06 agosto 2021

Colpo di scena. Il grande buco di Siena, la banca in cerca di sposa per non perire, macina comunque business e chiude i primi sei mesi dell’anno con l’utile. Insomma, alla faccia dei gufi, il Monte ha continuato a fare il mestiere che regolarmente svolge da oltre 500 anni e a trarne profitto. La prova è nei conti della banca senese approvati ieri dal cda. Con un secondo trimestre in utile per 83 milioni (gli analisti prevedevano un rosso di 28 milioni) i profitti dei primi sei mesi sono saliti a 202 milioni. Non solo. Le cifre segnalano anche progressi sul patrimonio. Il deficit di capitale, stimato lo scorso novembre in 1,5 miliardi, si è ridotto a meno di 500 milioni, mentre si allungano i tempi della sua manifestazione: non più marzo ma giugno 2022. Un effetto determinato dal fatto che Mps ha una forza commerciale ancora elevata. «Monte dei Paschi e la sua macchina commerciale continuano ad accelerare mentre la qualità degli asset e i costi restano sotto stretto controllo» ha detto l’ad Guido Bastianini, sottolineando come i prestiti in moratoria siano scesi in un anno del 74%, a quota 4 miliardi, mentre i flussi del risparmio gestito siano aumentati di 7,9 miliardi, il 50% in più dei livelli pre-Covid.

Draghi, stregone maledetto, alla luce di queste notizie a cosa serve il Passaporto dei vaccini sperimentali?

Israele: “Il 95% dei pazienti gravi è vaccinato”

Maurizio Blondet 7 Agosto 2021


“Il 95% dei pazienti gravi è vaccinato”.
“L’85-90% dei ricoveri riguarda persone completamente vaccinate”.
“Stiamo aprendo sempre più reparti COVID”.
“L’efficacia del vaccino sta calando/svanendo”

(Dott. Kobi Haviv, oggi su Chanel 13 @newsisrael13 )


152 vaccinati in gravi condizioni. A che serve il Passaporto dei vaccini sperimentali, Draghi, stregone maledetto, diccelo

TG VERO GIORNALE
Israele, 152 vaccinati in gravi condizioni – 

Il tg VERO GIORNALE
Venerdì, 6 agosto 2021
Home>aiTv>Israele, 152 vaccinati in gravi condizioni – Il tg VERO GIORNALE
Israele, 152 vaccinati in gravi condizioni � Il tg VERO GIORNALE


VERO GIORNALE, edizione 6 agosto 2021 – Il telegiornale di FEDERAZIONE RINASCIMENTO ITALIA

Israele, 152 persone vaccinate con due dosi si trovano ricoverate in gravi condizioni - A Reggio Calabria tre decessi in una Rsa: erano vaccinati con doppia dose - Piazza piena a Torino per dire no al Green Pass, Federazione Rinascimento Italia presenta l’app per segnalare eventuali abusi – Non al green pass con la stella di Davide, la protesta di un barista sardo - Il professor Alessandro Meluzzi saluta il pubblico nell’ultima sera in un ristorante al chiuso: “dittatura psicosanitaria che durerà a lungo” - Anche il nuovo vaccino proteico Novavax fa produrre al corpo la Spike. Secondo uno studio Usa-Cina proprio la proteina Spike danneggerebbe le cellule dei vasi sanguigni - La Cnn licenzia tre dipendenti non vaccinati, Microsoft avvisa: senza vaccino lavoratori non potranno accedere in azienda – Anticorpi monoclonali sempre più con la strada in discesa, nuovi aggiornamenti dell’Aifa – Mascherina confermata a scuola sopra i 6 anni, per gli studenti più grandi nessun obbligo se l’intera classe sarà vaccinata – Aggiornamento in arrivo negli Usa per i sistemi Apple: scansione delle foto con l’intelligenza artificiale per prevenire scambio di immagini pedopornografiche ma si teme per la privacy

E' il termine improcedibilità che è sbagliato. Cartabia e Draghi, lo stregone maledetto, hanno fatto ancora danno e serio

L’INCONTRO
Gratteri: «Riforma Cartabia è una ghigliottina». E su Milano: «Non ho mai fatto domanda» – FOTO

Il magistrato interviene al “Magna Graecia Film Festival”: «È l’impostazione della legge ad essere sbagliata. Solo Fdi non è d’accordo». Sul trasferimento: «Io sono il felice procuratore di Catanzaro»

Pubblicato il: 04/08/2021 – 22:18


CATANZARO «Dobbiamo trasmettere nelle sensibilità dei ragazzi quello che è il mondo degli adulti. E parlare ai ragazzi è importante quanto un’indagine di mafia». Nicola Gratteri, procuratore capo della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro risponde alle domande dei giornalisti a margine dell’incontro fissato nel calendario del “Magna Graecia Film Festival”. La partecipazione del magistrato alla celebre rassegna culturale del capoluogo e l’intervista di Antonio Capellupo, giornalista e staff manager, è legata alla presentazione del documentario “Se dicessimo la verità” di Giulia Minoli e Emanuela Giordano ma c’è il tempo per qualche battuta su alcuni dei principali temi del dibattito odierno, su tutti la riforma Cartabia. «Questa riforma ci ha un po’ ammaccato – dice Gratteri – siamo dispiaciuti e preoccupati come cittadini prima che magistrati. Spero che col tempo e a freddo ci sia la possibilità di spiegare meglio e non rassegnarsi. Io non voglio avere problemi di coscienza e combattere fino all’ultimo dei miei giorni combattere per avere una Calabria diversa». Un incontro denso di contenuti al termine del quale Nicola Gratteri ha ricevuto il premio “Magna Graecia Award” realizzato da Michele Affidato. A consegnarglielo è stato il direttore del festival, Gianvito Casadonte, alla presenza del prefetto di Catanzaro Maria Teresa Cucinotta.

Nicola Gratteri intervistato da Antonio Capellupo

«È l’impostazione della riforma Cartabia ad essere sbagliata»

Secondo Gratteri «è l’impostazione della legge che è sbagliata. Noi possiamo aggiungere altri 50 reati, ma non è questo, è il termine improcedibilità che è sbagliato. Sentivo chi è in favore di questa riforma dire “ma guardate, non può un processo in primo grado durare 8 anni”, ma allora perché non si è intervenuto negli 8 anni? Perché non avete pensato di far sì che gli uffici giudiziari siano a regime e funzionanti? Perché non fate rientrare 200 magistrati che sono nei ministeri a fargli scrivere sentenze? Perché non avete limitato i motivi di appello e di ricorso in Cassazione? Perché non avete fatto una forte depenalizzazione? Tutto ciò che è possibile deflazionare bisogna deflazionare. In Italia in ricorsi per Cassazione sono 14 volte più della Francia, che è una volta e mezza l’Italia. Questi numeri bisogna tenerli presenti quando si va a fare una riforma. Per questo sono arrabbiato perché sembra che facciamo ragionamenti tra sordi o non addetti ai lavori. È una ghigliottina, un processo già fatto si arriva a metà strada in appello, non lo hai fatto in appello non lo farai più».

Favorevoli e contrari

«Solo Fratelli d’Italia non è d’accordo, tutti gli altri sono d’accordo. – sottolinea Gratteri – Ci sono varie concause. Noi in questo momento come magistrati siamo deboli, quindi il momento era buono: ora o mai più. E’ vero che siamo pochi a parlare. Parlare costa. Non faccio calcoli, ho sempre detto che se avessi parlato di meno avrei fatto molta più carriera, ma a me piace dire quello che penso. Io posso anche restare a vita, altri sette anni a Catanzaro, tornare sostituto, non mi interessa, Però voglio continuare a essere libero, a dire quello che penso, e se non lo posso dire sto zitto perché non ho la prova, altrimenti direi sempre tutto. Non faccio calcoli di carriera o per fare il piacione al potente di turno».

«Io non ho fatto domanda per Milano»

Incontro con la stampa

«Io non ho mai fatto domanda per Milano» dice secco Gratteri dopo le voci avvicendatesi sulla presunta richiesta di trasferimento. «Io – aggiunge – sono il felice procuratore di Catanzaro. Spero di poter stare più tempo possibile, anche se ovviamente entro tre anni devo trovare un’altra collocazione perché più di otto anni non si può stare nello stesso ufficio».

La crescita Calabrese e il rinnovamento nell’organico delle forze dell’ordine

Nicola Gratteri vicino all'orafo Michele Affidato

«Siamo in un momento molto delicato. La Calabria in questi anni è cresciuta, voi giornalisti – che prima di tutti sentite il mutare delle sensibilità – avete notato che si è accesa la speranza che è rimasta sopita per decenni. Il merito è di tutta la squadra, della Dda di Catanzaro e di tutte le forze dell’ordine».
Tra la fine di agosto e l’inizio di settembre l’organico, a detta dello stesso Gratteri, va incontro a «un grande ricambio». «Conosco personalmente i profili di ognuno degli uomini entranti e il target è alto. La Calabria è un grande laboratorio. Sento il peso di questa grande squadra».

Verso il voto

«È inutile prenderci in giro – dice il magistrato – la Calabria è fatta soprattutto di piccoli centri e nei paesi sotto i 5mila abitanti ci conosciamo tutti. Se un soggetto è “borderline” o è il compare di uno ‘ndranghetista, chi lo candida lo sa perfettamente e sa anche i voti che porterà. Se poi viene beccato con le mani nella marmellata si diranno le solite frasi: “Abbiamo fiducia nella magistratura; la magistratura farà presto i suoi accertamenti; ci auguriamo che Tizio riesca a chiarire presto la sua posizione”». Altro tema che porta spesso alla collisione tra magistratura e politica sono quelle che alcuni esponenti di partiti ed istituzioni definiscono “indagini ad orologeria”. «L’altra sera ho proposto di fare una legge che ci impedisca di mandare avvisi di fare avvisi di garanzia prima del voto», dice Gratteri. E aggiunge: «In caso contrario vi dovete rassegnare e metterci nella condizione di poter lavorare. Poi è chiaro che se un magistrato sbaglia non ha alibi perché un magistrato che ruba o che chiede favori non ha alibi. Non ci dev’essere pietà». (c.a.)

Il Consiglio dei ministri ha deciso all'umanità che l'influenza covid non è contagioso sulle metropolitane e sui carri bestiame dei pendolari per questo non serve il Passaporto dei vaccini sperimentali

Via libera del Cdm all'obbligo di green pass per docenti e personale scolastico

Nelle università la certificazione verde sarà necessaria anche per gli studenti mentre non vi saranno obblighi per il trasporto pubblico locale, solo mezzi a lunga percorrenza e a partire dal 1 settembre

aggiornato alle 23:2005 agosto 2021

© AGF - Università, lavoro

AGI - La scuola di ogni ordine e grado riaprirà in presenza a settembre, con l'obbligo di green pass per tutto il personale. Per quanto riguarda l'Università l'obbligo di certificazione verde verrà esteso anche agli studenti, oltre che ai docenti. Tali misure, concordate stamattina dalla cabina di regia, hanno trovato applicazione nel decreto legge approvato questa sera dal Consiglio dei ministri.

Dall'inizio dell'anno scolastico tutto il personale dovrà dimostrare di essere vaccinato o guarito, oppure dovrà aver effettuato un tampone con esito negativo. Per chi non ottempera a questa disposizione scatteranno precise sanzioni: al quinto giorno di assenza scatterà la sospensione dello stipendio.

Resta inoltre l'obbligo di indossare la mascherina, eccetto che per i minori di 6 anni.

Quanto ai trasporti, dal 1 settembre scatterà l'obbligo di green pass per i mezzi di trasporto a lunga percorrenza ma non per il trasporto pubblico locale o per altri mezzi che viaggiano all'interno della stessa Regione. La certificazione viene richiesta per gli aerei e i treni Alta velocità, per gli Intercity e per i traghetti extra-regionali.

Raggiunto l'accordo anche per quanto riguarda la capienza dei mezzi di trasporto: passerà dal 50% all'80% dei posti disponibili, sia nel trasporto pubblico locale che in quello a lunga percorrenza, in zona bianca e gialla. Mentre non ci sarà l'obbligo di green pass per i clienti degli alberghi nei ristoranti e bar delle strutture a loro riservate.

Per quanto riguarda i positivi al Covid, la quarantena per vaccinati scenderà da dieci a sette giorni.

Il Consiglio dei Ministri ha anche dato mandato al Dipartimento dello Sport di fornire le linee guida per la presenza agli eventi sportivi all'aperto del 50% del pubblico con certificazione verde e in modalità a scacchiera, dunque con la possibilità di occupare un seggiolino sì e uno no, nonostante questa disposizione non garantisca il distanziamento tra i tifosi. Nei palazzetti al chiuso la presenza dal 25% al 35% dei posti totali.

Si è infine deciso che chi ha fatto due dosi del vaccino di Reithera sarà esentato dal green pass, mentre chi ha fatto una sola dose avrà indicazione di fare la seconda dose con un vaccino riconosciuto, per ottenere così la certificazione verde.

Ivermectina - Non c’è differenza ora tra vaccinati e non vaccinati in termini di ammalarsi, e allora a che cosa serve il Passaporto dei vaccini sperimentali?

Giovedì, 5 agosto 2021
Israele, studi dimostrano che l'Ivermectina cura il Covid: in Italia è tabù

L'opinione di Paolo Becchi e Giovanni Zibordi

Vaccino

In Israele il famoso “certificato verde” - di cui ora stiamo discutendo - era stato imposto in aprile e poi tolto il 3 giugno. Ora viene ripristinato (anche se in modo meno rigido di quanto si voglia fare in Italia, Francia, UK perché ad esempio non risulta che sia obbligatorio per lavorare in aziende o mangiare al ristorante, ma solo per eventi al chiuso con più di 100 partecipanti.

Il problema è che il numero di contagi, ospedalizzati e decessi sta tornando a salire e in Israele questo avviene nella stessa proporzione tra vaccinati e non vaccinati e questo riguarda sia i contagi che le ospedalizzazioni. Il governo ha ammesso che l’efficacia dei trattamenti Moderna e Pfizer dopo 4-5 mesi si riduce di molto e per questo inizia questa settimana a fornire una terza dose di vaccino.

Il caso di Israele è importante anche perché i media israeliani sembrano più liberi dei nostri nel riportare le notizie intorno al Sars-Cov-2 e ad esempio discutono apertamente del fatto che non c’è differenza ora tra vaccinati e non vaccinati in termini di ammalarsi.

Ancora più clamoroso, il principale giornale “Jerusalem Post”, il 3 agosto ha un lungo reportage “Scienziato israeliano afferma che Covid-19 potrebbe essere trattato per meno di $ 1 al giorno (“Jerusalem Post”, 2 agosto 2021)” sugli studi di ricercatori israeliani che dimostrano che la malattia virale si cura con l’Ivermectina, anche se l’OMS e le autorità sanitarie continuano a ignorarla a favore della vaccinazione. L'ivermectina, un farmaco usato per combattere i parassiti nei paesi del terzo mondo, potrebbe aiutare a ridurre la durata dell'infezione per le persone che contraggono il coronavirus per meno di $ 1 al giorno, secondo recenti ricerche dello Sheba Medical Center di Tel Hashomer. Eli Schwartz, fondatore del Center for Travel Medicine and Tropical Disease di Sheba, ha condotto uno studio randomizzato, controllato e a doppio cieco dal 15 maggio 2020 alla fine di gennaio 2021 per valutare l'efficacia dell'ivermectina nel ridurre lo spargimento virale tra i pazienti non ospedalizzati con COVID-19. L'ivermectina è stata approvata dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti dal 1987. Gli scopritori del farmaco hanno ricevuto il Premio Nobel per la medicina 2015 per il trattamento dell'oncocercosi, una malattia causata dall'infezione da un nematode parassitario.

Nel corso degli anni, è stato utilizzato per altre indicazioni, tra cui scabbia e pidocchi. Inoltre, nell'ultimo decennio, diversi studi clinici hanno iniziato a mostrare la sua attività antivirale contro virus che vanno dall'HIV e dall'influenza a Zika e al Nilo occidentale. Il farmaco è anche estremamente economico. Uno studio pubblicato sull'American Journal of Therapeutics peer-reviewed ha mostrato che il costo dell'ivermectina per altri trattamenti in Bangladesh è di circa $ 0,60 a $ 1,80 per un corso di cinque giorni. Costa fino a $ 10 al giorno in Israele, ha detto Schwartz. Nello studio di Schwartz, circa 89 volontari idonei di età superiore ai 18 anni a cui è stato diagnosticato il coronavirus e che soggiornano in hotel COVID-19 gestiti dallo Stato sono stati divisi in due gruppi: il 50% ha ricevuto ivermectina e il 50% ha ricevuto un placebo, in base al loro peso. Gli sono state date le pillole per tre giorni di fila, un'ora prima di un pasto.

I volontari sono stati testati utilizzando un test PCR standard del tampone nasofaringeo con l'obiettivo di valutare se c'è stata una riduzione della carica virale entro il sesto giorno - il terzo giorno dopo la cessazione del trattamento. Venivano “tamponati” ogni due giorni. Quasi il 72% dei volontari trattati con ivermectina è risultato negativo al virus entro il sesto giorno. Al contrario, solo il 50% di coloro che hanno ricevuto il placebo è risultato negativo. Inoltre, lo studio ha esaminato la vitalità della cultura di laboratorio, il che significa vedere quanto fossero infettivi i pazienti, e ha scoperto che solo il 13% dei pazienti con ivermectina era infettivo dopo sei giorni, rispetto al 50% del gruppo placebo - quasi quattro volte tanto. "Il nostro studio mostra prima di tutto che l'ivermectina ha attività antivirale", ha detto Schwartz. "Mostra anche che c'è quasi il 100% di possibilità che una persona non sia infetta in quattro o sei giorni, il che potrebbe portare a ridurre i tempi di isolamento per queste persone. Ciò potrebbe avere un enorme impatto economico e sociale”.

Lo studio è apparso sul sito di ricerca sanitaria MedRxiv. Non è ancora stato “peer reviewed” (di solito occorrono tre mesi). Schwartz ha detto che altri studi simili - anche se non tutti condotti secondo gli stessi standard in doppio cieco e placebo dei suoi - hanno mostrato un impatto favorevole del trattamento con ivermectina. Il suo studio non ha dimostrato che l'ivermectina fosse efficace come profilassi, il che significa che poteva prevenire le malattie, ha avvertito, né ha dimostrato che riduce le possibilità di ricovero in ospedale. Tuttavia, altri studi lo hanno dimostrato, ha aggiunto. Ad esempio, lo studio pubblicato all'inizio di quest'anno sull'American Journal of Therapeutics ha evidenziato che "una recensione della Front Line COVID-19 Critical Care Alliance ha riassunto i risultati di 27 studi sugli effetti dell'ivermectina per la prevenzione e il trattamento dell'infezione da COVID-19, concludendo che l'ivermectina "dimostra un forte segnale di efficacia terapeutica" contro la COVID-19".

"Un'altra recente recensione ha scoperto che l'ivermectina ha ridotto i decessi del 75%", ha detto il rapporto. Ma Ivermectina non è senza polemiche, e quindi, nonostante gli alti livelli di coronavirus in tutto il mondo, né la FDA, né l'Organizzazione Mondiale della Sanità sono state disposte ad approvarlo per l'uso nella lotta contro il virus. Ya'acov Nahmias, ricercatore dell'Università Ebraica di Gerusalemme, ha messo in dubbio la sicurezza del farmaco. "L'ivermectina è un agente terapeutico chimico e ha rischi significativi ad esso associati", ha detto in una precedente intervista. "Dovremmo essere molto cauti nell'usare questo tipo di farmaci per trattare una malattia virale da cui la stragrande maggioranza del pubblico si riprenderà anche senza questo trattamento."

Durante lo studio di Schwartz, non c'era alcun segnale di effetti collaterali significativi tra gli utenti di ivermectina. Solo cinque pazienti sono stati in ospedale, quattro dei quali sono stati nel braccio placebo. Un solo paziente con ivermectina si è lamentato di mancanza di respiro il giorno del reclutamento. Ha continuato con il trattamento con ivermectina ed è stato rimandato in hotel il giorno dopo in buone condizioni. La FDA ha dichiarato sul suo sito web di aver "ricevuto più segnalazioni di pazienti che hanno richiesto supporto medico e sono stati ricoverati in ospedale dopo essersi automedicati con ivermectina". La "FDA non ha approvato l'ivermectina per l'uso nel trattamento o nella prevenzione della COVID-19 nell'uomo", ha detto. "Le compresse di ivermectina sono approvate a dosi molto specifiche per alcuni vermi parassiti e ci sono formulazioni topiche (sulla pelle) per pidocchi e condizioni della pelle come la rosacea. L'ivermectina non è un antivirale (un farmaco per il trattamento dei virus). L'assunzione di grandi dosi di questo farmaco è pericolosa e può causare gravi danni”.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha anche raccomandato di non utilizzare il farmaco tranne che negli studi clinici. Al contrario, Schwartz si è detto molto deluso dal fatto che l'OMS non abbia fatto niente per studiare se il farmaco potesse essere praticabile. Il mese scorso, l'Università di Oxford ha annunciato una grande sperimentazione sull'efficacia dell'ivermectina. Schwartz ha detto di essersi interessato ad esplorare l'ivermectina circa un anno fa, "quando tutti erano alla ricerca di un nuovo farmaco" per curare la Covid-19, e molti sforzi sono stati messi nella valutazione dell'idrossiclorochina, quindi ha deciso di unirsi allo sforzo. "Dato che l'ivermectina era sul mio scaffale, dal momento che la stiamo usando per le malattie tropicali, e c'erano indizi che potesse funzionare, ho deciso di farlo", ha detto.

I ricercatori di altri luoghi in tutto il mondo hanno iniziato a esaminare il farmaco più o meno nello stesso periodo. Ma quando hanno iniziato a vedere risultati positivi, nessuno voleva pubblicarli, ha detto Schwartz. "C'è molta opposizione", ha detto. "Abbiamo cercato di pubblicarlo, ed è stato rigettato via da tre riviste. Nessuno voleva nemmeno sentirne parlare. Devi chiederti come mai quando il mondo intanto soffre. "Questo farmaco non porterà profitti economici", e quindi Big Pharma non vuole affrontarlo, ha detto.

L’ opposizione all'ivermectina è arrivata da Merck Co., che ha prodotto il farmaco negli anni '80. In una dichiarazione pubblica su ivermectin sul suo sito web a febbraio:"Gli scienziati aziendali continuano ad esaminare attentamente i risultati di tutti gli studi disponibili ed emergenti sull'ivermectina per il trattamento della COVID-19 per la prova di efficacia e sicurezza. È importante notare che, ad oggi, la nostra analisi non ha individuato alcuna base scientifica per un potenziale effetto terapeutico contro il COVID-19 da studi preclitici; nessuna prova significativa per l'attività clinica o l'efficacia clinica nei pazienti con malattia COVID-19 e una relativa mancanza di dati di sicurezza nella maggior parte degli studi”.

Ma Merck non ha avviato studi propri sull'ivermectina. "Penserei che Merck sarebbe felice di sentire che l'ivermectina potrebbe essere utile ai pazienti corona e provare a studiarla, ma stanno dichiarando che il farmaco non dovrebbe essere usato!", ha detto Schwartz. "Un miliardo di persone l'ha preso. Gliel'hanno dato loro! È un vero peccato. Non andare avanti con l'ivermectina potrebbe prolungare il tempo necessario affinché il mondo possa convivere col virus, ha detto. "Lo sviluppo di nuovi farmaci può richiedere anni; pertanto, identificare i farmaci esistenti che possono essere ri-usati contro la Covid-19 e che hanno già un profilo di sicurezza stabilito attraverso decenni di utilizzo potrebbe svolgere un ruolo fondamentale nella soppressione o addirittura nella fine della pandemia di SARS-CoV-2", hanno scritto i ricercatori sull'American Journal of Therapeutics. "L'uso di farmaci riuso può essere particolarmente importante perché potrebbero essere necessari mesi, forse anni, perché gran parte della popolazione mondiale si vaccina, in particolare tra le popolazioni a basso e medio reddito”.

Gli studi sull’Ivermectina sia come profilassi sia come cura per la Covid-19, sono già dozzine nel mondo. Si tratta infatti di un farmaco che è già stato usato da più di venti anni nei paesi tropicali su un miliardo di persone come antivirale e quindi è sicuro e privo di gravi controindicazioni. In Italia l’associazione volontaria di medici di www.Ippocrate.org ne fa il cuore della terapia domiciliare anti-Covid che praticano.

Questo reportage del più importante quotidiano israeliano è importante nell’illustrare la strana opposizione che l’uso dell’Ivermectina incontra. Nota a margine, uno dei presenti autori è stato appena bloccato da Twitter per un post in cui si limitava a mettere un link agli studi sull’Ivermectina.

Draghi, lo stregone maledetto, lo sa che l'Ivermectina cura l'influenza covid e costa poco? perchè insiste e vuole che gli italiani si prestano a fare da cavie ai vaccini sperimentali?

Lo studio sull’ivermectina: “Costa poco e guarisce da virus”/ Oms ed Ema si oppongono

Pubblicazione: 05.08.2021 - Andrea Murgia

Una ricerca dimostra l’efficacia dell’ivermectina, un antiparassitario che costa “meno di un dollaro al giorno” ma che è stato bocciato da Oms ed Ema.

Ivermectina, farmaco antiparassitario contro il Covid-19 (Web, 2020)

Da Israele arriva uno studio sull’ivermectina, un antiparassitario che sembra essere efficace contro il virus, oltre a essere economico: «costa meno di 1 dollaro al giorno», scrive il Jerusalem Post. Eppure – scrive il quotidiano La Verità – la Fda non ha voluto approvarla, l’Oms l’ha sconsigliata persino per le sperimentazioni e a marzo l’ha bocciata anche l’Ema. Lo studio è ancora alle fasi iniziali: il professor Eli Schwartz, fondatore del Center for travel medicine and tropical disease ha radunato 89 volontari maggiorenni infettati dal Covid e li ha divisi in due gruppi. Una metà ha ricevuto un placebo, l’altra metà l’ivermectina.

Con tre pillole per tre giorni, un’ora prima del pasto, il risultato è che il 72% di chi aveva assunto il farmaco si è negativizzato entro sei giorni. Schwartz ha anche scoperto che solo il 13% dei pazienti trattati con l’ivermectina, anche se ancora positivo, trascorsi i sei giorni, era in grado d’infettare. Nel gruppo placebo, resisteva un 50% di potenziali untori. Un recente articolo uscito sull’American journal of therapeutics ha anche sostenuto che, incrociando i risultati di 27 studi, si poteva concludere che l’antiparassitario abbia dato «un segnale forte di efficacia terapeutica contro il Covid-19».

L’ivermectina in Israele è oggetto di un dibattito

L’ivermectina oggetto di studio e che potrebbe guarire dal virus comunque non è priva di controindicazioni. In Israele infatti si è aperto un dibattito. Ya’acov Nahmias, scienziato dell’Hebrew university di Gerusalemme, ha detto: «Dovremmo essere molto cauti nell’usare questo tipo di medicinale per trattare una malattia virale da cui la maggioranza della popolazione guarirà senza neppure bisogno di questa cura».

Il professor Schwartz segnala che, tra i suoi pazienti, nessuno ha sofferto effetti collaterali. Tra i volontari di Israele ci sono stati solo cinque ricoverati. Quattro di loro non avevano preso l’ivermectina mentre l’altro aveva sintomi polmonari già al momento del reclutamento e, il giorno dopo aver assunto il medicinale, è stato dimesso. «C’è un sacco di opposizione», dice Schwartz. «Abbiamo provato a pubblicare lo studio ed è stato rigettato da tre riviste. Nessuno voleva neppure sentirne
parlare». Secondo Schwartz dietro ci sarebbero interessi economici.

Draghi, lo stregone maledetto, sparge solo odio, crea caos e confusione con il suo Passaporto dei vaccini sperimentali, esterna la sua malattia mentale

Green Pass, partenza da incubo

Maurizio Blondet 7 Agosto 2021

Agata Iacono – L’antidiplomatico

non si riescono a fare controlli, non si capisce chi e come deve fare la Gestapo, i clienti, anche quelli vaccinati, rinunciano per le troppe difficoltà e cancellano le prenotazioni, le attività economiche sono allo sbando.

E dire che Draghi, nella sua lungimiranza da economista e con il suo paternalismo protettivo aveva detto esattamente che il green pass era necessario per tenere aperte le attività.
Almeno all’esame di microeconomia e a quello di economia aziendale e marketing sarebbe stato sonoramente bocciato.
“L’avvio dell’obbligo di green pass, da oggi obbligatorio per consumare al chiuso in bar e ristoranti, si sta rivelando un disastro, tra malfunzionamenti dell’app deputata a scansionare il certificato, clienti che fanno resistenza e tavoli che – in questa situazione di incertezza – rimangono vuoti”.

Lo dichiara Giancarlo Banchieri, Presidente di Fiepet, l’associazione che riunisce ristoranti, bar e le altre imprese della somministrazione aderenti a Confesercenti.

“Come temevamo, l’introduzione dell’obbligo ha creato incertezza sugli avventori, che preferiscono evitare complicazioni e scelgono di consumare solo all’aperto, ignorando le sale interne. Ci sono state anche reazioni scomposte, che hanno messo in difficoltà i gestori, cui è stato affibbiato contro ogni logica il ruolo di agente di pubblica sicurezza. Un ruolo su cui, oltretutto, non abbiamo avuto i necessari chiarimenti. A partire dalla questione del controllo del documento per verificare che l’identità di chi presenta il green pass: a chi tocca, e con quale autorità?

Al danno si aggiunge poi la beffa delle difficoltà tecniche riscontrate nell’utilizzo della App dedicata alla scansione elettronica del certificato, per la quale è necessario avere uno o più smartphone dedicati di ultima generazione o quasi”.

Basta guardarsi in giro: le manifestazioni fieristiche sono vuote, per entrare a Pompei ci sono file chilometriche perché chi aveva prenotato non era preparato o non era pronta la biglietteria/dogana.
Molti turisti rinunciano e si riversano sulle spiagge o nei locali all’aperto.
I ristoranti al chiuso restano desolatamente vuoti, anche perché paradossalmente occupare quei tavoli al chiuso significa comunque aderire ad un modello esibizionista di stigmatizzazione sociale.
E non tutti vogliono lasciare fuori gli amici o i parenti e i ragazzini di 12 anni….
Fallimento totale anche nei musei e nelle sagre.

E si aggiunge anche la beffa di chi ha aderito all’appello di #ioapro: quasi 300 ristoranti; oltre 200 bar, più di 50 fra palestre e centri fitness.
Tutte ben ripartite per categoria e geolocalizzate su una mappa, indicate con nome e indirizzo e contatti. Per entrare non serve il Green pass.

E su TripAdvisor compaiono miriadi di recensioni negative per le attività che richiedono il green pass per accedere.

Già in Francia molti locali sono diventati club privati con la quota associativa simbolica di un euro, per non chiedere passaporto sanitario.
La stessa dinamica si sviluppa in Italia con una palese connotazione di protesta collettiva.

In pochissimo tempo moltissimi canali Telegram sono riusciti ad organizzarsi per categorie, riuscendo ad organizzare manifestazioni in tutta Italia, scambiandosi pareri e informazioni, acquisendo capacità collettiva di analizzare leggi e consultare giuristi.
L’associazione Contiamoci ha anche forze dell’ordine, personale medico e infermieristico, docenti, al suo interno.
Gli individui emarginati si stanno organizzando in comunità, uniti da medesime esigenze sia pratiche che di mutuo supporto solidale.

Intanto i dirigenti scolastici iniziano ad insorgere.
Chiedono da tempo misure che possano essere davvero efficaci ed efficienti per garantire la ripresa in sicurezza delle lezioni in presenza a settembre, adeguare il sistema dei trasporti eliminare le classi pollaio da oltre 35 alunni in meno di 30 metri quadri aumentare l’organico del corpo docente e del personale ATA, ripristinare le oltre 370 sedi con una sede di presidenza così come stabilito dalla Legge di Bilancio 2021.
Tutte richieste, da chi la scuola la vive davvero, assolutamente fondamentali che nessuno vuole prendere in considerazione.
Per Udir (Presidi) la forzatura dell’obbligo del green pass per tutto il personale scolastico, non risolve assolutamente i problemi della sicurezza nelle scuole ma crea moltissimi problemi ai capi di istituto che si troveranno da soli ad affrontare una situazione già molto complessa.

Chi tutelerà il dirigente per le ulteriori e gravi responsabilità che pongono seri problemi etici e legali e del rispetto delle norme sui contratti di lavoro e il principio di non discriminazione?

Come si fa a considerare assenze ingiustificate se si lavora senza green pass e procedere a sospensioni senza retribuzione essendo norme in palese violazione dei fondamentali diritti e regole contrattuali?

Inoltre, per fare solo alcuni esempi, chi controlla: la segreteria o direttamente il dirigente? Chi sospende i docenti e personale Ata senza green pass? Chi gestisce i contenziosi che emergeranno dall’applicazione della norma? Chi affronterà le segnalazioni che chiedono come il dirigente stia garantendo o abbia garantito la “sicurezza” nel proprio istituto, anche in caso di contagio (ricordiamoci che i vaccinati possono contagiare gli altri)?

In caso di rifiuto a esibire green pass si chiama la forza Pubblica? Quale clima si creerà nelle scuole e sarà respirato dagli allievi? Chi gestirà i contrasti tra le varie posizioni di studenti, famiglie e personale in merito? I dirigenti hanno già le responsabilità di gestione ordinaria, non devono essere gravati e messi in seria difficoltà da questo provvedimento.

Sarà un autunno caldissimo…

Obbligo di green pass: senza tetto fuori da mense e dormitori

Centinaia di persone rischiano di restare senza assistenza. Non hanno residenza e quindi non possono prenotare i vaccini

Green pass obbligatorio anche per i senza tetto. Devono averlo – la decisione è della Provincia autonoma di Trento con la circolare D337/2021 del Dipartimento Salute e Politiche sociali del 05 agosto 2021 – per accedere alle mense pubbliche o nelle strutture dove dormono. Peccato che, essendo senza residenza, non possono chiedere di essere vaccinati e, quindi, non possono avere la certificazione. Una contraddizione destinata a rendere impossibile la vita a qualche centinaio di senza dimora in Trentino, che allo stato attuale non possono più accedere ai dormitori o alle mense.

“SE di fronte a quello che sta accadendo non sentite la puzza di tirannia , feroce, ottusa, implacabile, allora siete responsabili” (E. Marletta)

Draghi, lo stregone maledetto, ha attinto e distribuito veleno

Ecco la fase 3: l’odio contro i non vaccinati

Maurizio Blondet 6 Agosto 2021
dottor Paolo Gulisano

……La seconda fase è iniziata il 27 dicembre 2020, con l’avvento del vaccino, sola ed unica salvezza, “Luce e speranza” come l’ebbe a definirlo papa Bergoglio nell’omelia di Natale.

Sono passati sette mesi, ed è ormai sempre più evidente che il vaccino non è il Messia annunciato, che la sua efficacia anche nei confronti delle varianti del virus (che si sviluppano continuamente) è limitata (in Israele oggi è stimata intorno al 39 per cento), che non impedisce nuovi contagi. Secondo criteri strettamente scientifici, sarebbe dunque opportuna una revisione delle strategie di prevenzione e di cura.
Draghi invece ha inaugurato la terza fase facendo ricorso a tutti gli stereotipi propagandistici dell’antiscienza. Ha ribadito – affermando palesemente il falso – che chi si ammala muore. Fin dagli inizi dell’epidemia il tasso di letalità del Covid è del 3 per cento. Ovvero, su 100 persone che si ammalano, tre muoiono e 97 guariscono. Ha sostanzialmente affermato – mentendo sapendo di mentire – che contagiarsi significa ammalarsi, che ammalarsi significa automaticamente morire. Una equazione che è di fatto una fake, a scopo unicamente propagandistico.

Il banchiere prestato alla politica arriva poi ad un’altra equazione surreale: sono le persone non vaccinate che diffondono il virus, che muoiono e fanno morire gli altri. Un’altra sciocchezza espressione di antiscienza. Se una persona è vaccinata, come può ammalarsi entrando in contatto con un non vaccinato? Nessuno riflette sul fatto che se fosse vera l’intemerata di Draghi sarebbe la conferma che i vaccini non funzionano? Se il vaccino fosse davvero il dio liberatore i vaccinati dovrebbero vivere felici e contenti, e compiangere i poveretti che non l’hanno ricevuto, e invece vengono istigati all’odio. Questo infatti è il problema del tempo presente.

La terza fase della gestione dell’epidemia è quella dell’odio, della feroce intolleranza nei confronti dei non vaccinati, che diventano non solo dei cittadini di serie B, discriminati derisi e perseguitati, ma addirittura additati come eventuali responsabili del permanere dell’emergenza pandemica. Qualcuno si è già risentito per il paragone fatto con le Leggi Razziali del 1938, ma è innegabile che ormai i non vaccinati siano oggetto di un odio paragonabile solo con quello provocato e indotto dai falsi Protocolli dei Savi di Sion e delle stelle gialle da portare sui vestiti.

Pur di colpire, piegare, spaventare, umiliare i non vaccinati si vorrebbe arrivare addirittura a cancellare la deontologia medica, quella nata oltre tremila anni fa col Giuramento di Ippocrate, e che prevede che il medico si debba prendere cura di ogni persona, indipendentemente da etnia, convinzioni personali o altro. È stato mostruoso ascoltare medici affermare che un non vaccinato, se si ammala di Covid, dovrebbe pagarsi le cure da solo. Così impara. Una sorta di vendetta sul malato, un “peggio per te” che è incompatibile con l’etica medica.

Peraltro, se si dovesse applicare coerentemente questo principio, bisognerebbe abbandonare al loro destino anche altre categorie di malati. Ad esempio, un fumatore che per anni ha consumato pacchetti di sigarette che senza alcuna possibilità di equivoco riportavano la scritta “nuoce gravemente alla salute”, dovrebbe pagarsi da solo le cure per i tumori ai polmoni o per le malattie cardiovascolari. E i malati di AIDS o di Epatiti A B e C conseguenza delle loro scelte in merito al comportamento sessuale dovrebbero anch’essi pagarsi le cure. E magari anche i diabetici che non hanno voluto mettersi a dieta. E non si finirebbe più, fino ad arrivare alla totale eliminazione della Medicina intesa come la professione del prendersi cura di ogni persona. Un vero delirio. Eppure queste espressioni di odio, di rabbia, di intolleranza, di cattiveria gratuita, stanno prendendo sempre più piede, sostenute da politici, da sedicenti medici virologi, dalle istituzioni.

Il non vaccinato deve diventare un capro espiatorio, deve suscitare quella stessa rabbia cieca dei presunti untori di manzoniana memoria, deve nascondere tutti i limiti e i mancati successi delle campagne vaccinali che – ribadiamo – da sole non potranno mai sconfiggere il Covid. Ne usciremo solo con le cure, e la giusta protesta contro i lasciapassare di regime lo deve instancabilmente ricordare al regime e all’opinione pubblica.

Se la pandemia non è ancora finita, è solo perché siamo ancora alla Tachipirina e vigile attesa dopo più di un anno. Con le cure si può salvare, i vaccinati come i non vaccinati. Questa evidenza potrà impedire che divampi una guerra civile tra vaccinati e non vaccinati, con questi ultimi in minoranza a subire le aggressioni dei primi, con l’avallo e il sostegno della macchina di Governo. E magari con la benedizione di una certa parte di Chiesa che nei confronti dei non vaccinati non sembra far valere lo slogan “fratelli tutti”. In questa fase storica, chiunque non impedisca la discriminazione e la persecuzione si assume una gravissima responsabilità.

Il mio maestro Costanzo Preve diceva che la nostra è la prima epoca in cui gli intellettuali sono decisamente più sciocchi delle persone comuni

LAMPI DEL PENSIERO
Sabato, 7 agosto 2021
Green pass e gli intellettuali d'oggi: più sciocchi delle persone comuni

LAMPI DEL PENSIERO di DIEGO FUSARO |L'OPINIONE di Diego Fusaro

Green Pass
Lapresse

Il mio maestro Costanzo Preve diceva che la nostra è la prima epoca in cui gli intellettuali sono decisamente più sciocchi delle persone comuni. Ne stiamo avendo triste conferma in questi giorni, con il sepolcrale silenzio della classe intellettuale, che, quando non tace, direttamente elogia la tessera verde come prova di maturità scientifica e di responsabilità sociale. Il fatto che proprio in queste ore intellettuali con guinzaglio più o meno lungo si prodighino nel fustigare senza pietà quanti non giurino fedeltà, con la tessera verde, al Leviatano tecnosanitario è la prova incontrovertibile del tradimento degli intellettuali, ormai semplici chierici al servigio del blocco oligarchico neoliberale.

Quest'ultimo li ripaga per il servizio con visibilità permanente e con adeguata celebrazione mediatica nel tempo delle masse tecnonarcotizzate e della sostituzione del reale con il mediatico. Farebbe ridere, se non facesse piangere. Pierre Bourdieu diceva che gli intellettuali sono la parte dominata della classe dominante: sono parte della classe dominante, poiché hanno un capitale culturale; sono però dominati dalla classe dominante, poiché per campare devono vendere ai dominanti quel capitale culturale, che dunque sempre di nuovo deve garantire ideologicamente la tenuta dei rapporti di forza dominanti. L'assordante silenzio odierno rispetto all'intollerabile presentato come necessario ad opera del ceto intellettuale è la imperdonabile prova della sua responsabilità rispetto alle tragedie del presente.

Di più, conferma che gli intellettuali sono oggi nella loro massima parte i cani da guardia del potere; loro che erano sorti, come categoria sociale, con l'affaire Dreyfus come avanguardia dell'emancipazione e della lotta contro l'ingiustizia, sono decaduti oggi a semplici mandarini dello status quo, a semplici sofisti del nuovo antro platonico, pronti a giustificare il perpetuo asservimento e l'ininterrotta egemonia delle ombre proditorie sulla realtà vera. Il potere al tempo del capitalismo assoluto e totalitario si fonda sull'apostolato laico del clero regolare giornalistico e del clero secolare accademico, i gruppi che Costanzo Preve in un suo fortunato libro ebbe ad appellare "il nuovo clero": non più il vecchio clero dedito al sacro e al celibato, bensì un nuovo clero nichilista, postmoderno e orientato al godimento deregolamentato proprio del nuovo ordine erotico.

Del resto, la fede del nuovo clero al servizio dei mercati e delle classi dominanti non è più la fede religiosa nel sacro e nel trascendente: è la fede nella scienza o, meglio, nell'ideologia scientifica come certezza dogmatica e indubitabile che non fa altro che sacralizzare i rapporti di forza come sono. Scienza economica, in primis, come teologia della disuguaglianza sociale; scienza medica, in secundis, come nuova ideologia di glorificazione del grande reset e del capitalismo terapeutico in fase di definizione. Dobbiamo immaginare il clero intellettuale come un immenso banco di sardine, che si muovono seguendo le correnti del politicamente corretto a beneficio della aristocrazia finanziaria e dei nuovi gruppi dominanti nel turbocapitalismo senza frontiere. Per questo, se si vuole uscire dall'antro platonico, è necessario essere non già sardine che seguono le correnti, bensì salmoni che le risalgono faticosamente: il salmone procede controcorrente non per il vezzo di essere contro, bensì per andare a deporre le uova, cioè per permettere alla vita di generare la vita.

D'altro canto, solo ciò che è vivo può risalire le correnti: ciò che è morto si lascia passivamente trasportare. Non abbiamo oggi bisogno di intellettuali, nel senso prima chiarito. Abbiamo bisogno di teste pensanti che si uniscano e che gramscianamente interpretino con filologia vivente la massa nazionale-popolare e i suoi bisogni, creando connessione sentimentale e unione sinergica di teste e di pance, di cervelli e di cuori. È la sola speranza per produrre una nuova sintesi tra umanità pensante e umanità sofferente, che faccia da base per un moto di emancipazione anticapitalistica e di lotta contro il nuovo potere tecnoliberista.

Come i britannici, i francesi si tengono però a distanza dalle isole controllate dalla Cina. Lo stesso farà la fregata tedesca Bayern, quando in dicembre solcherà le acque contestate

Nel Mar Cinese meridionale la portaerei Queen Elizabeth evita di sfidare Pechino

6 agosto 2021


Il Carrier Strike Group guidato dalla portaerei britannica Queen Elizabeth ha evitato di navigare vicino alle isole e gli atolli contesi del Mar Cinese meridionale occupati dalla Cina. Lo ha rivelato il 4 agosto il ministero degli Esteri cinese che aveva ammonito la flotta britannica: Pechino avrebbe considerato un passaggio entro le 12 miglia nautiche (il limite delle acque territoriali) come una violazione della sua sovranità.

Le unità navali di Londra hanno lasciato la regione il 2 agosto, entrando nel Mar delle Filippine. Rimarranno in Asia orientale fino al termine dell’anno per esercitazioni con unità navali di Stati Uniti, Giappone, Australia, Nuova Zelanda e Francia.


La HMS Queen Elizabeth e il suo gruppo navale è partita dal Regno Unito in maggio, dopo il transito e la permanenza nel Mediterraneo dove i suoi aerei hanno operato sull’Iraq, ha attraversato Suez e il Mar Rosso per prendere parte nell’Oceano Indiano ad una esercitazione con la Marina Indiana in luglio. Dal primo agosto ha attraversato lo Stretto di Luzon, a sud di Taiwan e dopo le esercitazioni in programma questo mese l’ammiraglia della Royal Navy è attesa in Giappone.

Finora solo gli Usa hanno contestato in modo diretto le pretese territoriali della Cina nel Mar Cinese meridionale. Secondo il South China Morning Post, dal 2015 le navi da guerra statunitensi sono penetrate più di 40 volte entro 12 miglia da isolette e barriere coralline che i cinesi hanno trasformato in avamposti militari in violazione al diritto internazionale.

Del resto Pechino rivendica quasi il 90% dello specchio d’acqua, una posizione contestata da Filippine, Vietnam, Malaysia, Taiwan, Brunei e in parte Indonesia, che hanno il sostegno di Washington. Nel 2016 la Corte internazionale di arbitrato dell’Aia ha definito “senza basi” le rivendicazioni cinesi.

Anche la Francia invia con regolarità proprie unità militari per affermare la libertà di navigazione nel Mar Cinese meridionale. Come i britannici, i francesi si tengono però a distanza dalle isole controllate dalla Cina. Lo stesso farà la fregata tedesca Bayern, quando in dicembre solcherà le acque contestate. Secondo diversi osservatori, i tre Paesi europei cercano un difficile equilibrio tra le richieste di cooperazione in chiave anti-cinese degli Stati Uniti e la volontà di non guastare i rapporti commerciali con la Cina.

Lo stesso 4 agosto il governo indiano ha annunciato che per i prossimi due mesi una squadra navale sarà schierata nel Mar Cinese meridionale e nel Pacifico occidentale con l’obiettivo di allargare i legami di sicurezza con Paesi amici. Un segnale importante della volontà indiana di giocare un ruolo maggiore nel contenimento navale della Cina peraltro espresso più recentemente anche in occasione delle prove in mare della nuova portaerei Vikrant.

L’annuncio di Delhi è giunto in concomitanza con l’accordo tra India e Cina sul ritiro delle rispettive truppe dalla valle di Galwan, al confine tra il Ladakh indiano e l’Aksai Chin cinese, l’area è stata teatro la scorsa estate di duri combattimenti tra le due potenze confinanti.

(con fonte AsiaNews e Agenzia Nova)

Di recente, la difesa aerea siriana ha affrontato con più decisione gli attacchi ostili del regime israeliano nel suo spazio aereo






06 Agosto 2021 17:36
Aereo israeliano colpito da un sistema elettronico vicino alla Siria
La Redazione de l'AntiDiplomatico


Il portale dell'aviazione russa Avia.pro ha riportato oggi che il volo effettuato da un aereo dell'esercito israeliano vicino al confine siro-libanese, è stato ostacolato dall'attacco di un sistema di guerra elettronica sconosciuto, che apparentemente ha impedito al velivolo militare di eseguire l'operazione pianificata.

Nel dettaglio di queste informazioni, Avia.pro ha allegato nel suo rapporto una mappa del processo di svolgimento della missione di ricognizione dell'aereo israeliano.

La mappa mostra l'improvviso cambiamento nella posizione dell'aereo militare israeliano, che, secondo il rapporto, era dovuto a un potente attacco elettronico che poteva essere effettuato solo dal territorio della Siria, "che indica il fatto che Damasco inizia a fornire una protezione multilivello per i suoi militari” .
L'esercito siriano è infatti armato di sistemi di guerra elettronica e gode del pieno appoggio delle potenti contromisure elettroniche russe che vengono lanciate principalmente dalla base aerea di Hmeimim, situata nella provincia di Latakia (nord-ovest), oltre che dalla marina russa base a Tartus (ovest).

Di recente, la difesa aerea siriana ha affrontato con più decisione gli attacchi ostili del regime israeliano nel suo spazio aereo.

Da parte sua, la Russia si sta muovendo per rafforzare i sistemi di difesa missilistica del Paese arabo di fronte alle aggressioni israeliane. In effetti, finora, con i sistemi russi sono stati abbattuti con successo diversi missili israeliani lanciati contro la Siria prima che colpissero i loro obiettivi.

Avia.pro , in un altro rapporto pubblicato ieri, aveva sottolineato che Israele deve tenere a mente che, se fa infuriare Mosca, i sistemi di guerra elettronica russi hanno la capacità di contrastare i sistemi antimissile del regime di Tel Aviv.

Il bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki è stato un atto di premeditato omicidio di massa che ha scatenato un'arma di criminalità intrinseca

06 Agosto 2021 16:41
6 Agosto 1945. John Pilger: Sta arrivando un'altra Hiroshima, a meno che non la fermiamo ora


Riproponiamo questo editoriale di John Pilger scritto l'anno scorso in occasione del 75° anniversario della bomba atomica lanciata dagli Usa sulla città di Hiroshima


Quando andai per la prima volta a Hiroshima nel 1967, l'ombra sui gradini era ancora lì. Era un calco quasi perfetto di un essere umano a suo agio: gambe divaricate, schiena piegata, una mano al fianco mentre sedeva in attesa che una banca si aprisse.

Alle otto e un quarto della mattina del 6 agosto 1945, lui e la sua sagoma furono bruciate nel granito.

Ho fissato l'ombra per un'ora o più, poi sono sceso al fiume dove i sopravvissuti vivevano ancora nelle baracche.
Ho incontrato un uomo chiamato Yukio, sul cui petto era inciso con il motivo della camicia che indossava quando la bomba atomica è stata lanciata.

Descrisse un enorme lampo sulla città, " una luce bluastra, qualcosa di simile a un corto circuito", dopo di che soffiò il vento come un tornado e cadde una pioggia nera. "Sono stato gettato a terra e ho notato che erano rimasti solo gli steli dei miei fiori. Tutto era tranquillo e silenzioso, e quando mi sono alzato, c'erano persone nude, che non dicevano nulla. Alcuni di loro non avevano pelle o capelli. Certo che ero morto. "

Nove anni dopo, sono tornato a cercarlo ed era morto di leucemia.

"Nessuna radioattività nella rovina di Hiroshima" disse la prima pagina del New York Times il 13 settembre 1945, un classico della disinformazione. "Il generale Farrell ", riferì William L. Lawrence, " negò categoricamente che [la bomba atomica] produsse una radioattività pericolosa e persistente". Lawrence ricevette il Premio Pulitzer.

Solo un giornalista, Wilfred Burchett, un australiano, aveva sfidato il pericoloso viaggio verso Hiroshima nell'immediato seguito del bombardamento atomico, sfidando le autorità di occupazione alleate, che controllavano il "pacchetto stampa" .

"Scrivo questo come un avvertimento per il mondo ", riportò Burchett sul Daily Express di Londra del 5 settembre 1945. Seduto tra le macerie con la sua macchina da scrivere Baby Hermes, descrisse reparti ospedalieri pieni di persone senza ferite visibili da cui morivano quella che chiamava " una peste atomica " .

Per questo, il suo accredito stampa fu ritirato, è stato messo alla gogna e insultato. La sua testimonianza della verità non fu mai perdonata.

Il bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki è stato un atto di premeditato omicidio di massa che ha scatenato un'arma di criminalità intrinseca. Era giustificato da bugie che formano il fondamento della propaganda di guerra americana nel 21 ° secolo, lanciando un nuovo nemico e colpendo - la Cina.

Durante i 75 anni da Hiroshima, la menzogna più duratura è che la bomba atomica fu lanciata per porre fine alla guerra nel Pacifico e salvare vite.

"Anche senza gli attacchi di bombardamento atomico", concluse l'indagine strategica sui bombardamenti degli Stati Uniti del 1946, " la supremazia aerea sul Giappone avrebbe potuto esercitare una pressione sufficiente per provocare la resa incondizionata e ovviare alla necessità di invasione.
"Sulla base di un'indagine dettagliata di tutti i fatti, e supportato dalla testimonianza dei leader giapponesi sopravvissuti coinvolti, è opinione dell'inchiesta che ... il Giappone si sarebbe arreso anche se le bombe atomiche non fossero state sganciate, anche se la Russia non fosse entrata in guerra [contro il Giappone] e anche se nessuna invasione fosse stata pianificata o contemplata".

L'Archivio Nazionale di Washington contiene documentate aperture di pace giapponesi già nel 1943. Nessuna fu perseguita. Un cable inviato il 5 maggio 1945 dall'ambasciatore tedesco a Tokyo e intercettato dagli Stati Uniti chiarì che i giapponesi erano alla disperata ricerca di pace, compreso " capitolazione anche se i termini erano difficili ". Non fu fatto nulla.

Il segretario alla guerra americano, Henry Stimson, disse al presidente Truman che era "spaventato" che l'Aeronautica USA avrebbe fatto il Giappone così " bombardato " che la nuova arma non sarebbe stata in grado di "mostrare la sua forza". Stimson in seguito ha ammesso che " non è stato fatto alcuno sforzo e nessuno è stato preso in seria considerazione per raggiungere la resa semplicemente per non dover usare la bomba [atomica]".

I colleghi di politica estera di Stimson - guardando avanti all'era del dopoguerra stavano quindi modellando "a nostra immagine", come notoriamente il pianificatore della Guerra Fredda George Kennan - chiarì che erano ansiosi " di battere i russi con la bomba [atomica] tenuta piuttosto ostentatamente al fianco " . Il generale Leslie Groves, direttore del Progetto Manhattan che ha realizzato la bomba atomica, ha testimoniato:"Non ho mai avuto alcuna illusione da parte mia che la Russia fosse nostra nemica e che il progetto fosse condotto su quella base ".

Il giorno dopo l'annullamento di Hiroshima, il presidente Harry Truman ha espresso la sua soddisfazione per il " successo travolgente " di " l'esperimento " .

L '"esperimento" è continuato molto tempo dopo la fine della guerra. Tra il 1946 e il 1958, gli Stati Uniti hanno fatto esplodere 67 bombe nucleari nelle Isole Marshall nel Pacifico: l'equivalente di più di un Hiroshima ogni giorno per 12 anni.

Le conseguenze umane e ambientali furono catastrofiche. Durante le riprese del mio documentario, La guerra con la Cina, ho noleggiato un piccolo aereo e sono volato sull'atollo di Bikini nelle Marshall. Fu qui che gli Stati Uniti fecero esplodere la prima bomba all'idrogeno del mondo. Rimane terra avvelenata. Le mie scarpe sono state registrate "non sicure" sul mio contatore Geiger. Le palme si ergevano in formazioni non mondane. Non c'erano uccelli.

Attraversai la giungla fino al bunker di cemento dove, alle 6.45 del mattino del 1 marzo 1954, il pulsante venisse premuto. Il sole, che era sorto, si levò di nuovo e vaporizzò un'intera isola nella laguna, lasciando un vasto buco nero, che dall'aria è uno spettacolo minaccioso: un vuoto mortale in un luogo di bellezza.

La caduta radioattiva si diffuse rapidamente e "inaspettatamente". La storia ufficiale afferma che " il vento è cambiato improvvisamente ". Fu la prima di molte bugie, come rivelano i documenti declassificati e la testimonianza delle vittime.

Gene Curbow, un meteorologo incaricato di monitorare il sito di test, ha dichiarato: " Sapevano dove stava andando la caduta radioattiva. Anche il giorno dello scoppio, avevano ancora l'opportunità di evacuare le persone, ma [persone] non erano state evacuate; non erano state evacuate... Gli Stati Uniti avevano bisogno di alcune cavie per studiare quali sarebbero stati gli effetti delle radiazioni . "

Come Hiroshima, il segreto delle Isole Marshall era un esperimento calcolato sulla vita di un gran numero di persone. Questo era il Progetto 4.1, che iniziò come studio scientifico sui topi e divenne un esperimento su " esseri umani esposti alle radiazioni di un'arma nucleare " .
Le Marshall che ho vista nel 2015 - come i sopravvissuti di Hiroshima che ho intervistato negli anni '60 e '70 - soffrivano di una serie di tumori, comunemente cancro alla tiroide; migliaia erano già morte. Aborti spontanei e nati morti erano comuni; quei bambini che vivevano erano spesso deformati in modo orribile.

A differenza di Bikini, il vicino atollo di Rongelap non era stato evacuato durante il test H-Bomb. Direttamente sottovento rispetto a Bikini, i cieli di Rongelap si sono oscurati e ha piovuto quelli che per primi sembravano fiocchi di neve. Cibo e acqua erano contaminati; e la popolazione cadde vittima di tumori. Questo è ancora vero oggi.

Ho incontrato Nerje Joseph, che mi ha mostrato una sua foto da bambina su Rongelap. Aveva terribili ustioni al viso e mancava gran parte dei capelli. " Stavamo facendo il bagno al pozzo il giorno dell'esplosione della bomba ", ha raccontato. " La polvere bianca ha iniziato a cadere dal cielo. Ho corso per raccogliere la polvere. L'abbiamo usata come sapone per lavarci i capelli. Pochi giorni dopo, i miei capelli hanno iniziato a cadere."

Lemoyo Abon disse: " Alcuni di noi erano in agonia. Altri avevano la diarrea. Eravamo terrorizzati. Pensavamo che dovesse essere la fine del mondo".

Il film d'archivio ufficiale degli Stati Uniti che ho incluso nel mio film si riferisce agli isolani come "selvaggi suscettibili". Sulla scia dell'esplosione, si vede un funzionario dell'Agenzia per l'energia atomica degli Stati Uniti che si vanta che Rongelap " è di gran lunga il luogo più contaminato sulla terra ", aggiungendo " che sarà interessante ottenere una misura dell'assorbimento umano quando le persone vivono in un ambiente contaminato ambiente".

Scienziati americani, compresi i medici, hanno costruito illustri carriere studiando la "l'impatto umano". Eccoli in film tremolanti, con i loro camici bianchi, attenti con i loro appunti. Quando un isolano morì nella sua adolescenza, la sua famiglia ricevette una carta di simpatia dallo scienziato che lo studiò.

Ho riferito da cinque "zeri terrestri" nucleari in tutto il mondo: in Giappone, nelle Isole Marshall, in Nevada, in Polinesia e in Maralinga in Australia. Ancor più della mia esperienza come corrispondente di guerra, questo mi ha insegnato sulla spietatezza e l'immoralità di un grande potere: cioè il potere imperiale, il cui cinismo è il vero nemico dell'umanità.

Questo mi ha colpito con forza quando ho girato a Taranaki Ground Zero a Maralinga nel deserto australiano. In un cratere simile a un piatto c'era un obelisco sul quale era incisa la scritta: " Un'arma atomica britannica fu fatta esplodere qui il 9 ottobre 1957 ". Sul bordo del cratere c'era questo segno: ATTENZIONE: PERICOLO DA RADIAZIONI.

I livelli di radiazione per alcune centinaia di metri attorno a questo punto possono essere superiori a quelli considerati sicuri per l'occupazione permanente.

Per quanto l'occhio potesse vedere, e oltre, il terreno era irradiato. Il plutonio crudo giaceva, sparso come il talco: il plutonio è così pericoloso per l'uomo che un terzo di milligrammo offre una probabilità del 50% di cancro.

Le uniche persone che avrebbero potuto vedere il segno erano gli indigeni australiani, per i quali non c'erano avvertimenti. Secondo un resoconto ufficiale, se fossero stati fortunati " sarebbero stati scacciati come conigli " .

Oggi, una campagna di propaganda senza precedenti ci sta dando le spalle come conigli. Non intendiamo mettere in discussione il torrente quotidiano della retorica anti-cinese, che sta rapidamente superando il torrente della retorica anti-russa. Qualunque cosa cinese è male, anatema, una minaccia: Wuhan .... Huawei. Com'è confuso quando lo dice il "nostro" leader più insultato.

L'attuale fase di questa campagna è iniziata non con Trump ma con Barack Obama, che nel 2011 è volato in Australia per dichiarare il più grande accumulo di forze navali statunitensi nella regione Asia-Pacifico dalla Seconda Guerra Mondiale.

All'improvviso, la Cina è stata una "minaccia". Questa era una sciocchezza, ovviamente. Ciò che era minacciato era la visione psicopatica indiscussa dell'America su se stessa come la nazione più ricca, più riuscita, più "indispensabile".

Ciò che non è mai stato contestato è stata la sua abilità di prepotente - con oltre 30 membri delle Nazioni Unite che soffrivano di sanzioni americane di qualche tipo e una scia di sangue che attraversava paesi indifesi bombardati, i loro governi rovesciati, le loro elezioni interferite, le loro risorse saccheggiata.

La dichiarazione di Obama divenne nota come il "perno per l'Asia". Uno dei suoi principali sostenitori era il suo segretario di Stato, Hillary Clinton, che, come rivelò Wikileaks, voleva rinominare l'Oceano Pacifico "il mare americano".

Mentre Clinton non ha mai nascosto il suo conflitto, Obama è stato un maestro del marketing. " Dichiaro chiaramente e con convinzione ", ha dichiarato il nuovo presidente nel 2009, " che l'impegno americano è quello di cercare la pace e la sicurezza di un mondo senza armi nucleari ".

Obama ha aumentato la spesa per testate nucleari più velocemente di qualsiasi presidente dalla fine della guerra fredda. È stata sviluppata un'arma nucleare "utilizzabile". Conosciuto come B61 Modello 12, significa, secondo il generale James Cartwright, ex vicepresidente del Joint Chiefs of Staff, che " diventare più piccoli [ne rende l'uso] più pensabile".

L'obiettivo è la Cina. Oggi, più di 400 basi militari americane circondano quasi la Cina con missili, bombardieri, navi da guerra e armi nucleari . Dall'Australia settentrionale attraverso il Pacifico, fino al Sud-est asiatico, il Giappone e la Corea, e attraverso l'Eurasia all'Afghanistan e all'India, le basi formano, come mi ha detto uno stratega americano, "il cappio perfetto" .

Uno studio della RAND Corporation - che, dal Vietnam, ha pianificato le guerre americane - è intitolato Guerra con la Cina: pensare attraverso l'impensabile. Commissionati dall'esercito americano, gli autori evocano il famigerato grido di cattura del suo principale stratega della guerra fredda, Herman Kahn - " pensando l'impensabile " . Il libro di Kahn, sulla guerra termonucleare, elaborò un piano per una guerra nucleare " vincibile ".

La visione apocalittica di Kahn è condivisa dal segretario di Stato di Mike Trump, Mike Pompeo, un fanatico evangelico che crede nel "rapimento dell'End". È forse l'uomo più pericoloso in vita. " Ero il direttore della CIA " , si vantava, " Abbiamo mentito, ingannato, rubato. Era come se avessimo avuto interi corsi di formazione ." L'ossessione di Pompeo è la Cina.

Il fine dell'estremismo di Pompeo è raramente se non mai discusso nei media anglo-americani, dove i miti e le fabbricazioni sulla Cina sono una tariffa normale, così come le bugie sull'Iraq. Un razzismo virulento è il sottotesto di questa propaganda. Classificati " gialli " anche se erano bianchi, i cinesi sono l'unico gruppo etnico ad essere stato bandito da un "atto di esclusione" dall'entrare negli Stati Uniti, perché erano cinesi. La cultura popolare li dichiarò sinistri, inaffidabili, "subdoli", depravati, malati, immorali.

Una rivista australiana, The Bulletin, era dedicata a promuovere la paura del "pericolo giallo" come se tutta l'Asia stesse per cadere sulla colonia dei soli bianchi con la forza di gravità.
Come scrive lo storico Martin Powers, riconoscendo il modernismo cinese, la sua moralità secolare e "i contributi al pensiero liberale hanno minacciato il volto europeo, così è diventato necessario sopprimere il ruolo della Cina nel dibattito sull'Illuminismo... Per secoli, la minaccia della Cina al mito occidentale la superiorità lo ha reso un bersaglio facile per le esche da gara ".

Nel Sydney Morning Herald, l'instancabile Peter Hartcher descriveva coloro che diffondevano l'influenza cinese in Australia come " topi, mosche, zanzare e passeri " . Ad Hartcher, che cita favorevolmente il demagogo americano Steve Bannon, piace interpretare i "sogni" di l'attuale élite cinese, a cui apparentemente è al corrente. Questi sono ispirati da desideri per il "Mandato del cielo" di 2000 anni fa. Ad nausea.

Per combattere questo "mandato", il governo australiano di Scott Morrison ha impegnato uno dei paesi più sicuri sulla terra, il cui principale partner commerciale è la Cina, a missili americani del valore di centinaia di miliardi di dollari che possono essere lanciati contro la Cina.

Il minimo è già evidente. In un paese storicamente segnato dal razzismo violento nei confronti degli asiatici, gli australiani di origine cinese hanno formato un gruppo di vigilanza per proteggere i cavalieri delle consegne. I video telefonici mostrano un pilota delle consegne preso a pugni in faccia e una coppia cinese maltrattata razzialmente in un supermercato. Tra aprile e giugno, ci furono quasi 400 attacchi razzisti contro gli asiatici-australiani.

"Non siamo i tuoi nemici", mi disse uno stratega di alto rango in Cina, "ma se tu [in Occidente] decidi di essere, dobbiamo prepararci senza indugio ". L'arsenale cinese è piccolo rispetto a quello americano, ma sta crescendo rapidamente, in particolare lo sviluppo di missili marittimi progettati per distruggere le flotte di navi.

" Per la prima volta ", ha scritto Gregory Kulacki dell'Unione degli scienziati preoccupati, "la Cina sta discutendo di mettere in allerta i suoi missili nucleari in modo che possano essere lanciati rapidamente su avvertimento di un attacco ... Questo sarebbe un cambiamento significativo e pericoloso in Politica cinese ... "

A Washington incontrai Amitai Etzioni, illustre professore di affari internazionali alla George Washington University, che scrisse che era stato pianificato un " accecante attacco alla Cina ", " con attacchi che potevano essere erroneamente percepiti [dai cinesi] come tentativi preventivi di eliminare le sue armi nucleari, trasformandole così in un terribile dilemma [usalo o perdilo] [che] condurrebbe alla guerra nucleare" .

Nel 2015, gli Stati Uniti hanno organizzato la loro più grande esercitazioni militare singola dopo la guerra fredda, in gran parte in gran segreto. Un'armata di navi e bombardieri a lungo raggio ha provato un "Concetto di battaglia tra mare e aria per la Cina" - ASB - bloccando le rotte marittime nello stretto di Malacca e interrompendo l'accesso della Cina a petrolio, gas e altre materie prime dal Medio Oriente e dall'Africa.

È il timore di un tale blocco che ha visto la Cina sviluppare la sua Belt and Road Initiative lungo la vecchia via della seta verso l'Europa e costruire con urgenza piste strategiche su scogliere e isolotti contesi nelle isole Spratly.

A Shanghai ho incontrato Lijia Zhang, una giornalista e scrittrice di Pechino, tipica di una nuova classe di maverick schietti. Il suo libro più venduto ha il titolo ironico Socialism Is Great! Cresciuta nella caotica e brutale Rivoluzione Culturale, ha viaggiato e vissuto negli Stati Uniti e in Europa. " Molti americani immaginano", ha detto, "che i cinesi vivano una vita miserabile e repressa senza alcuna libertà. L'idea del pericolo giallo non li ha mai lasciati ... Non hanno idea che ci siano circa 500 milioni di persone che vengono sollevate di povertà, e alcuni direbbero che sono 600 milioni".

Le conquiste epiche della Cina moderna, la sua sconfitta della povertà di massa e l'orgoglio e la contentezza della sua gente (misurata forensi da sondaggisti americani come Pew) sono intenzionalmente sconosciuti o fraintesi in Occidente. Questo da solo è un commento sul deplorevole stato del giornalismo occidentale e sull'abbandono di rapporti onesti.

Il lato oscuro repressivo della Cina e quello che ci piace chiamare il suo "autoritarismo" sono la facciata che ci è permesso vedere quasi esclusivamente. È come se fossimo alimentati da storie senza fine del malvagio supercattivo Dr. Fu Manchu. Ed è tempo che ci chiediamo il perché: prima che sia troppo tardi per fermare la prossima Hiroshima.

*Giornalista, regista e autore ha vinto due volte il più alto riconoscimento del giornalismo britannico. Per i suoi film documentari, ha vinto un Emmy e un British Academy Award, un BAFTA. Tra gli altri numerosi premi, ha vinto il premio per il miglior documentario della Royal Television Society. Il suo epico Cambogia Year Zero del 1979 è classificato dal British Film Institute come uno dei dieci più importanti documentari del XX secolo.

(Traduzione de l'AntiDiplomatico)