L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

giovedì 6 gennaio 2022

Un governo dopo l'altro tutti uguali, il massacro dell'Ilva continua

04 Gennaio 2022 16:35
La prima (velenosa) porcata dell'anno di Draghi e compagnia
Giorgio Cremaschi

Nel decreto mille proroghe approvato a fine anno, una manina del governo ha inserito una clausola a favore dei padroni dell’ex Ilva, che oggi sono Arcelor Mittal e lo stato messo a servizio del privato.

575 milioni di euro sequestrati dalla magistratura alla vecchia proprietà Riva e destinati alla vecchia società commissariata per la bonifica ambientale a Taranto, sono stati invece dirottati alla nuova proprietà per gli investimenti per la decarbonizzione della produzione.

Cioè i soldi requisiti ai vecchi padroni per riparare una parte dei danni alla salute da essi provocati, sono stati regalati ai nuovi proprietari per far risparmiare a loro spese che dovrebbero fare comunque e che semmai andrebbero finanziate con i fondi europei. 575 milioni sono stati riconvertiti dalla salute al profitto aziendale. Tra l’altro con il rischio del lavoro per migliaia di operai che dovrebbero essere impiegati proprio nella bonifica ambientale.

Contro questa decisione la #USB ha organizzato una manifestazione a Taranto per il 7 gennaio, anche gli altri sindacati e ovviamente le organizzazioni ambientaliste giustamente insorgono. Ma la realtà è che questa porcata del Governo Draghi, la prima dell’anno, è perfettamente coerente con tutta la politica del governo. Per il quale il PIL, gli affari, i profitti, vengono prima della salute e dell’ambiente, certo non nelle chiacchiere, ma nelle scelte concrete. Per il Covid come per le terre avvelenate di Taranto.

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