L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

lunedì 21 febbraio 2022

Draghi e Speranza traccheggiano e stanno già preparando per settembre la nuova variante, la normale influenza. Gli piace troppo tenere sottomessa la popolazione con Paura&Terrore soprattutto adesso dove i redditi vengono decurtati drasticamente

Italia ostaggio di Mario Draghi e Roberto Speranza: Nicola Porro perde le staffe sulle restrizioni Covid


19 febbraio 2022

“L’Italia resta ostaggio di Draghi e Speranza. Il Paese continua a restare prigioniero delle norme restrittive senza vederne la fine”. Ci va giù duro Nicola Porro sul proprio sito web con Roberto Speranza, ministro della Salute, e Mario Draghi, presidente del Consiglio, le cui parole sul superamento dei limiti imposti dalla pandemia appaiono fumose. Il conduttore di Quarta Repubblica ospite un intervento di Marco Baronti, che attacca: “La fine delle restrizioni anti Covid somiglia sempre di più alla classica carota agitata sotto al muso dei coniglietti. Serve a farli ingolosire, ma proprio quando gli animali la stanno per afferrare, chi gliela fa penzolare davanti la sposta un po’ più in là”.

Draghi, nella conferenza stampa di ieri, non ha tracciato alcun cronoprogramma preciso sull’allentamento delle misure, lasciando gli italiani con un pugno di mosche in mano: “Il Paese - scrive Baronti - resta prigioniero delle norme più estremiste (e ingiustificabili, vista la situazione) del mondo. Il green pass necessario praticamente per svolgere qualsiasi attività al di fuori delle mura domestiche, il super green pass imposto agli over 50 dietro la minaccia di perdere lo stipendio, addirittura ancora i famosi colori delle Regioni, che ormai non hanno più senso, ma restano l’irrinunciabile feticcio di Speranza”.

“Vi dobbiamo tenere sulle spine, dobbiamo allentare la morsa quel tanto che basta a non farvi perdere la pazienza, sempre pronti a stringere di nuovo la briglia, all’occorrenza” il pensiero sulla strategia governativa. “Quando - si chiede l’articolo sul sito di Porro - finiranno le vessazioni? Boh. vaghezza che l’ingrediente necessario dell’arbitrio del potere, di cui siamo vittime, forse parzialmente consenzienti, da due anni. E chissà per quanto altro tempo…”.

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