IVERMECTINA: STUDIO IN GIAPPONE CONFERMA ‘EFFETTO ANTIVIRALE’ ANCHE PER OMICRON
2 Febbraio 2022
Franz Becchi
L’esistenza delle cure precoci per limitare l’infezione da Sars-Cov-2 sono ormai un fatto acclarato, come gli effetti avversi dati dal vaccino. Eppure, si intende ancora continuare a negare sia l’uno che l’altro fatto. In un comunicato stampa diffuso nella giornata di lunedì 31 gennaio 2022, l’azienda farmaceutica giapponese Kowa ha confermato in una ricerca preclinica l’effetto antivirale dell’ivermectina anche contro la variante Omicron.
Numerose pubblicazioni scientifiche avevano già sottolineato una buona efficacia del farmaco antiparassitario con le precedenti varianti del virus sin dagli albori dell’emergenza sanitaria. Da due anni a questa parte, l’ivermectina è al centro di una campagna di disinformazione che nega ogni possibile efficacia del farmaco per quanto riguarda il Covid-19. Fatto curioso, i contenuti di propaganda contro l’ivermectina sono aumentati in modo esponenziale dall’approdo dei vaccini anti-Covid, definiti addirittura “miracolosi” da alcuni virostar da salotto.
Kowa conferma gli effetti antivirali dell’ivermectina
Secondo quanto riportato dal comunicato stampa diffuso sul sito ufficiale della casa farmaceutica giapponese Kowa, l’ivermectina, oltre a mostrare effetti contro tutte le varianti della Covid, “inibisce anche l’ingresso intracellulare e la replicazione del Sars-Cov-2”. A riportare la notizia anche l’agenzia di stampa britannica Reuters, che si è resa protagonista di un simpatico siparietto. “Ivermectina mostra efficacia contro Omicron”, intitola Reuters, poco prima di cambiare il titolo in “Ivermectina mostra ‘effetto antivirale’ contro il Covid”. Lapsus freudiano, oppure ordini venuti dall’alto? Si dà il caso, infatti, che l’ex amministratore delegato della Thomas Reuters Foundation, James C. Smith, sia allo stesso tempo un grande azionista di Pfizer, nonché membro dell’advisory board del colosso farmaceutico statunitense. Non ci permettiamo di stabilire alcuna correlazione.
Vasta documentazione scientifica
Gli studi scientifici in merito all’ivermectina proseguono infatti da tempo. Già nel dicembre del 2020 era apparsa una pubblicazione su PubMed intitolata: “Una terapia per il Covid-19 di cinque giorni con l’ivermectina può ridurre la durata della malattia”. Nell’Uttar Pradesh, in India, l’ivermectina è infatti inserita nel protocollo delle terapie anti-Covid applicabili. Il Governo dello stato indiano è stato uno dei primi stati a introdurre un utilizzo “terapeutico e di profilassi” con l’ivermectina e ha detto che il farmaco ha aiutato a ridurre i decessi, così come il tasso di positività rispetto ad altri stati. Un più recente studio peer-reviewed, pubblicato il 15 gennaio 2022 sul Cureus Journal of Medical Science, ribadisce l’efficacia dell’ivermectina.
La ricerca in Brasile
Lo studio ha preso in considerazione l’applicazione del farmaco nella città Itajaí, collocata nello stato di Santa Catarina in Brasile. La ricerca conclude che l’utilizzo dell’ivermectina come agente di profilassi è stato associato a una riduzione significativa delle infezioni da Sars-Cov-2, così come delle ospedalizzazioni causate dalla malattia e dei tassi di mortalità. Più nel dettaglio, il tasso di contagi è stato ridotto del 44%, il tasso di mortalità del 70% e le ospedalizzazioni sono diminuite del 67%. L’analisi ha coinvolto 159,561 cittadini della città brasiliana e ha concluso che “l’ivermectina non solo ha mostrato effetti antiparassitari, ma anche antivirali, antibatterici e proprietà antiprotozoiche”.
Chi parla di ivermectina viene censurato
Pensare che, dall’inizio dell’emergenza sanitaria, in molti Stati del globo si è diffusa una censura ben mirata nei confronti di chi ha espresso certe posizioni proprio sull’ivermectina. L’ultimo caso è quello di Joe Rogan, podcaster statunitense che è stato censurato su Spotify per le sue posizioni contrarie a diverse politiche attuate nel corso dell’emergenza sanitaria. Il blocco sulla piattaforma è arrivato in seguito a un episodio in cui Rogan ha discusso sull’attuale evoluzione della situazione pandemica con lo scienziato Robert Malone. Lo stesso Rogan aveva parlato più volte nelle sue puntate dell’efficacia antivirale dell’ivermectina e lui stesso si è curato con il farmaco una volta risultato positivo al Covid-19. Insomma, gli studi scientifici si stanno accumulando, ma per qualche motivo non vengono presi in considerazione dalla “scienza unica” che prevede solo vaccini, tra l’altro prodotti da case farmaceutiche ben precise.
Le fake news sulla pericolosità dell’ivermectina
Al contrario, gli scienziati da salotto televisivo sottolineano l’apparente pericolosità di un farmaco che viene distribuito dall’Oms per il trattamento di infezioni parassitarie da oltre trent’anni. “È talmente sicuro che i volontari in Africa lo distribuiscono direttamente alle persone”, recita il comunicato stampa di Kowa. Perché non utilizzare un farmaco efficace e con effetti avversi estremamente limitati? E perché si sollevano così tante preoccupazioni sulle terapie, mentre per i vaccini anti-Covid gli effetti avversi non vengono riportati dall’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) dallo scorso 26 settembre 2021?
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