L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

sabato 26 febbraio 2022

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Il Ritorno degli Imperi
Europa ai margini, mentre Usa, Russia e Cina si spartiscono il mondo

25 febbraio 2022
Guido Salerno Aletta
Editorialista dell'Agenzia Teleborsa



Le sanzioni che in questi giorni vengono comminate alla Russia per sanzionare il suo intervento militare in Ucraina, e le ritorsioni che Mosca adotterà per infliggere a sua volta danni economici e finanziari, determineranno nuovi equilibri geo-economici. Tutte le sanzioni degli Occidentali rafforzeranno comunque il ruolo di arbitraggio che la Cina gioca nei confronti della Russia, e limiteranno ulteriormente le ambizioni geopolitiche della stessa Europa nel Mediterraneo, progressivamente ridottasi per via della accresciuta presenza della stessa Russia e della Turchia e dal rinfocolarsi di vecchie tensioni: dal Libano alla Siria, dalla Libia all'Algeria, la sponda meridionale è quasi impraticabile.

Non saranno più solo i prezzi ed i costi, ma le sanzioni ed i dazi a condizionare i processi economici e finanziari di ciascun Paese: dal mercato globale si sta tornando indietro alle aree di pertinenza, ai tempi in cui ogni impero si garantiva ogni sorta di esclusiva e concedeva ai terzi una qualche preferenza per l'acquisto delle merci e lo sbocco alle produzioni.

Niente di nuovo, ma solo all'apparenza.

C'è una nuova segmentazione, in considerazione della evoluzione dei mercati: mentre c'è da secoli un diritto del mare che garantisce la navigazione in acque internazionali, gli Stati possono invece interdire il sorvolo del proprio territorio al traffico aereo anche di un solo Paese, come atto di sanzione. Sta accadendo da qualche tempo alla Francia da parte della Algeria, con grave ostacolo per i collegamenti verso le aree africane a cui Parigi è molto legata.


Questa stessa misura interdittiva è stata appena adottata dalla Gran Bretagna nei confronti della compagnia di bandiera russa, Aeroflot, e subito per ritorsione dalla Russia nei confronti delle aerolinee britanniche per ritorsione.

A creare nuove distorsione sul mercato ci sono anche i dazi.

Negli scorsi anni abbiamo già assistito alla diversione delle produzioni agricole che è stata determinata da quelli imposti dalla Amministrazione Trump nei confronti della Cina: Pechino si è rivolta sempre più alla Argentina, a danno delle produzioni statunitensi. Nei suoi scambi con l'estero, l'economia argentina è dunque regredita, puntando sempre di più sulla agricoltura e sull'allevamento rispetto alla manifattura. Del pari, l'embargo posto dalla Cina verso il carbone australiano, anche stavolta per ritorsione nei confronti delle insinuazioni sulla responsabilità per la epidemia di Covid, ha completamente stravolto la geografia dei mercati di sbocco.

Il mercato globale si segmenta.

Se la Russia si fa largo militarmente in Ucraina, viene immediatamente spiazzata economicamente e finanziariamente dalle sanzioni degli Usa, della Gran Bretagna e dell'Europa. A sua volta si proietta nel Mediterraneo, in Siria ed in Libia, ed in molti Paesi dell'Africa.


La Cina fa lo stesso, dopo aver subito l'onere dei dazi americani sulle sue produzioni: si crea un'area di relazioni forti nel quadrante indo-pacifico, avanza in Africa pur tra mille difficoltà.

Gli Stati Uniti hanno il vantaggio incommensurabile del dollaro, mentre la Gran Bretagna cerca di tenere vivi i fasti del Commonwealth.

Solo l'Europa si trova sempre più stretta, ad Est dalla Russia colpita dalle sanzioni ed a Sud da un Mediterraneo in fibrillazione.

Europa ai margini, mentre Usa, Russia e Cina si spartiscono il mondo

Il Ritorno degli Imperi

(Foto: Waldemarus | 123RF)

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