L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

giovedì 10 marzo 2022

La vita è un dono prezioso che ci è stato regalato e non bisogna sciuparlo

Vialli 'ho paura di morire ma la malattia non è solo sofferenza'
Vivo momenti bellissimi,eccitato scoprire cosa c'e' altra parte



Redazione ANSAROMA
09 marzo 202219:24NEWS

(ANSA) - ROMA, 09 MAR - "Io ho paura di morire, eh.

Non so quando si spegnerà la luce che cosa ci sarà dall'altra parte.

Ma in un certo senso sono anche eccitato dal poterlo scoprire".
Gianluca Vialli parla della sua malattia confidandosi con Alessandro Cattelan durante "Una semplice domanda", il docu-show che andrà in onda dal 18 marzo su Netflix. Alcuni contenuti della puntata sono stati anticipati dal settimanale Oggi che sarà in edicola a partire da domani.
"Però - aggiunge - mi rendo anche conto che il concetto della morte serve per capire e apprezzare la vita. L'ansia di non poter portare a termine tutte le cose che voglio fare, il fatto di essere super eccitato da tutti i progetti che ho, è una cosa per cui mi sento molto fortunato". E ancora: "La malattia - evidenzia l'ex attaccante della Nazionale, di Samp e Juve - non è esclusivamente sofferenza: ci sono momenti bellissimi. La vita - e non l'ho detto io ma lo condivido in pieno - è fatta per il 20 per cento da quello che ti succede ma per l'80 per cento dal modo in cui tu reagisci a quello che accade. E la malattia ti può insegnare molto di come sei fatto, essere anche un'opportunità. Non dico al punto di essere grato nei confronti del cancro, eh...". (ANSA).

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