17 MARCH 2022

Stufa marcia del lager-Italia ieri ho fatto una gita fuori porta in Svizzera. Dove tutti sono liberi come fringuelli, niente mascherine né in esterni né in interni. Ma soprattutto niente green pass né "di base" né tanto meno "rafforzato". La gente non è mai stata sospesa dal lavoro e in particolare, non si vedeva lo spettacolo deprimente delle serrande abbassate di negozi falliti, come da noi. Bei negozi aperti, senza l'orrendo logo del green pass obbligatorio davanti alle porte di ingresso. Insomma a pochi km da noi, un altro mondo e un'altra vita. Occorre farle queste verifiche, perché non solo fanno bene allo spirito e all'umore, ma ti inducono a capire che è possibile un'altra vita. E a volerla ad ogni costo. Il Parco delle Camelie di Locarno situato in riva al Lago Maggiore, lago che condividiamo anche con gli svizzeri ma che in buona parte interessa l'Italia, è ancora in allestimento ma l'apertura imminente è il 23 marzo. Ma le camelie sono già fiorite dappertutto ed è in fondo il fiore-simbolo di Locarno. Camelie nei giardini pubblici e privati, camelie nei parchi giochi dei bambini, nelle decorazioni e composizioni floreali davanti ai negozi. Bianche, rosa, rosso fuoco, rosso carminio, screziate.

Per la benzina è finita la pacchia svizzera che per anni è stata tanto conveniente per gli italiani confinanti, perché allo stato attuale, ai limitrofi della provincia di Como e di Varese, non conviene più. Costa un pochino meno che da noi, la benzina 1, 99 fr.ch o 2. Mentre il diesel costa suppergiù 2,15. La gente ha l'aria tranquilla e rilassata, specie nei caffè all'aperto, ma soprattutto la si vede in faccia senza la museruola e non si vedono quelle meste code con zombie mascherati e depressi come da noi, davanti alle farmacie, tabaccherie o davanti ai panifici. Come ci si abitua allo squallore, anche quando lo si detesta! La Svizzera all'ora attuale ha un difetto che non piace nemmeno agli svizzeri stessi: ha rinunciato a quella neutralità per la quale è sempre stata famosa nella storia, per schierarsi per l'Ucraina. Si vede che ai numerosi banchieri elvetici e internazionalisti, conviene così.
Banconota svizzera con l'artista Alberto Giacometti
Ma sono soprattutto i negozi a colpirmi. Sono pieni di clienti "smascherati" che possono entrare, chiacchierare, scegliersi le cose e si ha come l'impressione che il traffico turistico e quello commerciale italiano, sia stato calamitato dai Ticinesi del Cantone. Italofoni ma non italiani, sanno creare sapienti richiami turistici grazie a concerti, eventi, fiere, senza restrizioni. Un paese come l'Italia che in quanto a bellezze non è secondo a nessuno, è diventato in poco tempo un mesto fanalino di coda. Lo hanno ridotto che è una vera pena. E ancora stiamo lì a leggere la rava e la fava sui giornaloni, su quanto guinzaglio ci concederanno dopo il 31 marzo? Il primo di aprile? alle Idi di maggio? E che ne sarà dei poveri lavoratori over 50 a giugno? Saranno prosciolti dai lacci che li vogliono eternamente monitorati col green pass ancorché "di base"? Guinzaglio corto, medio, lungo, un po' più lungo, ma guinzaglio. Ma che vadano in malora e che i loro luridi piedi si impiglino nelle trappole che ci tendono continuamente. A proposito, sulle banconote dei franchi svizzeri compare sempre qualche personaggio illustre della loro storia (Rousseau, Piaget, Alberto Giacometti, ecc). Li avevamo anche noi i nostri bellissimi personaggi illustri, stampati sulle banconote della lira. Dal 2001 siamo costretti alla carta-moneta stampata senza stato, con viadotti, ponti, tunnel. In attesa dell'Euro elettronico.
S. Patrizio
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