L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

sabato 5 marzo 2022

Serbia, Afghanistan, Libia, Iraq, Siria, Yemen li non ci sono stati morti. Occidente disperato, il clero delle televisioni indottrina facilmente si è esercitato per due anni sull'influenza covid, li ha cotti per benino ed ora si bevono tutto quello che passano

Trionfo della stupidità: l’Europa ha già perso la sua guerra



E adesso poveri burattini? A vederli nelle televisioni della menzogna sembrano duri e decisi, questi leader dell’Europa ma sono già dei morti viventi. E’ del tutto evidente che la Russia ha vinto la guerra, non contro l’Ucraina e gli ucraini, ma contro chi li ha voluto usare come una mazza e gli indignati di oggi con le mani sporche del sangue di mezzo mondo, non hanno fatto nulla per evitarlo, anzi hanno dato i popoli europei in pasto agli Usa. Sarebbe bastato che essi avessero insistito perché la Nato desse garanzie scritte di non espansione ad est che tutto questo non sarebbe accaduto. Soprattutto la Germania ha fatto malissimo e in maniera dilettantesca il suo doppio gioco: ha ingenuamente ritenuto che reggendo il moccolo a Washington sull’Ucraina, avrebbe avuto come paghetta il permesso di servirsi del Nord Stream 2. Ma non è andata perché l’Ucraina doveva servire appunto a recidere i contatti economici tra la Russia e il resto d’Europa, così e Berlino ha perso tutta la posta trascinandosi dietro il resto del continente. La Russia non è stata a guardare è scesa in campo e ha vinto, anche sul piano della civiltà preferendo un’azione più lenta che salvaguardasse la popolazione piuttosto che i barbari bombardamenti occidentali e i milioni di morti delle sue campagne d’aggressione. Contemporaneamente i prezzi dell’energia e del grano sono raddoppiati e incitando a una lotta più lunga, l’Europa non fa che aumentare le proprie perdite e il proprio suicidio.

Il declino di una cultura e dello spirito vitale è facile da percepire dal fatto che il comando diventa abuso e la forza si trasforma in menzogna e in volontà di distruzione. Il momento di passaggio è quello in cui la prepotenza svela l’impotenza e ogni azione non comporta più una sostanziale impunità, ma si paga a caro prezzo: così vediamo l’amministrazione americana sbavare perché non può impedire alla Russia di operare in Ucraina senza scatenare la guerra nucleare. I pazzi che cianciano di no fly zone americana pensano forse all’Irak, all’Afghanistan o forse alla Siria, cioè a Paesi che non avevano la forza di reagire alla prepotenza aviatoria a stelle strisce, ma la Russia è un’altra cosa, tanto che la fly zone non è nemmeno stata ipotizzata in Siria dopo la discesa in campo russa. Gli Usa semplicemente non hanno la forza di imporla senza distruggere se stessi, anche se la maggioranza ancora non se ne rende conto e pensa all’America invincibile. Ma ancora più patetiche sono le famose sanzioni il cui effetto sarà devastante non tanto per a Russia quanto per l’Europa puttana che vuole soddisfare ogni perversione del suo padrone. Ancora di più l’esclusione di Mosca dal sistema Swift provocherà molti grattacapi a Mosca, ma contemporaneamente accelererà l’ondata di dedollarizzazione, perché non solo una parte di scambi avverrà in altre divise se non addirittura in oro, ma in tanti capiranno che l’investimento in dollari significa impiccarsi alla corda di Washington e si libereranno del biglietto verde.

Insomma il momento del declino è manifesto quando la prepotenza comincia a non dare più tanti dividendi come ormai accade regolarmente da circa 8 anni, ma anche quando lo scenario di principi o di pretesti che vengono usati per dare una facciata presentabile dell’arroganza e allo sfruttamento altrui divengono stantii e contraddittori, privi non solo di qualsiasi credibilità, ma anche contrastanti con quelli utilizzati in passato. Tanto per fare un esempio di ciò che intendo dire è che la distruzione della Jugoslavia è stato perpetrato con il pretesto dell’auto determinazione e dunque del distacco delle varie nazionalità mentre per per 8 anni dopo il golpe a Kiev si è costantemente negata la possibilità dell’autodeterminazione al Donbass e alla stessa Crimea. Risulta dunque evidente che non ci sono principi e nemmeno regole ma si agisce solo secondo le convenienze e le contingenze . Proprio questa mancanza di etica tipica della contemporaneità permette la massima disinvoltura nel cambiare copione, ma anche la massima disponibilità delle persone a non percepire più la contraddizione. E nemmeno il ridicolo o il grottesco se è per quello: proibire un corso su Dostoevskij fa parte di quel cretino quotidiano cui siamo esposti. Ma da questa condizione di antropologia teratologica non si potrà uscire facilmente. E di certo non con gente che ha appena tolto alle proprie manifatture e alla propria economia in generale 200 milioni di persone, ha respinto uno dei maggiori produttori mondiali di energia, nonché il maggior produttore di grano causando aumenti di prezzi tali per cui tutti i settori economici europei saranno fuori mercato provocando povertà senza precedenti e tutto per difendere una cattiva causa per la quale milioni di persona pagheranno. Buon lavoro Ue. Del resto ognuno si merita i governi che ha per cui il crollo è stato in qualche modo voluto da tutti quelli che si adeguano facilmente ad ogni oscenità morale e fattuale. Ne riparleremo tra qualche secolo.

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