L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

lunedì 9 maggio 2022

E' il modus operandi della MASSONERIA che diventa il collante tra le mafie e la politica, istituzionalizzando il metodo

Le mani degli Schiavone sui lavori Enel: accordi nelle stanze segrete della "Colonna Traiana"

Il racconto dell'imprenditore vittima di estorsione da parte di Vincenzo 'o Trik: "Non ti faccio più lavorare in Campania". Società prosciugata per i soldi "alla famiglia"

Attilio Nettuno 
7 maggio 2022

Gli accordi nelle stanze segrete della massoneria

Non solo gli appalti nelle ferrovie. Nel mirino della galassia di Nicola Schiavone, imprenditore legato al capo dei capi dei Casalesi Francesco Sandokan, e di suo fratello Vincenzo, detto 'o Trik, c'erano anche gli appalti indetti da Enel e Telecom (società estranee alla vicenda giudiziaria) per l'interramento dei cavi. Un vero e proprio monopolio che viaggiava sui binari (è il caso di dirlo) di accordi stretti nelle segrete stanze della loggia massonica "Colonna Traiana" di Benevento e di Brescia dove avveniva la spartizione dei lavori e si decideva chi dovesse lavorare e chi no.

Il racconto della vittima

Uno schema denunciato da un imprenditore, Giovanni F. di Sparanise, vittima di estorsione da parte di Vincenzo Schiavone, che ha raccontato agli inquirenti il sistema. Secondo il suo racconto, riscontrato anche da documenti contabili, l'imprenditore sarebbe stato 'costretto' da Schiavone a rilevare una società operativa nel settore dell'interramento dei cavi dell'Enel. "Aveva le qualificazioni con Enel motivo per cui avevo tanto interesse ad acquistarla".

Al momento dell'atto notarile gli venne imposto dai proprietari la presenza di Vincenzo Schiavone e di una dipendente di un'altra società di Brescia per "cautelarsi dal pericolo di fallimenti che se intervenuti nell'anno dell'acquisto l'avrebbero coinvolto". Così, nonostante qualche resistenza, Giovanni F. acquisì la società. Ben presto però i piani gli apparvero chiari. "Dopo circa un anno dall'acquisto ho scoperto che la società era soggetta ad una serie di anomali prelievi attraverso fatturazioni di comodo a favore di tal Dante Apicella, legato agli Schiavone, in particolare a Vincenzo". Fatture riguardanti l'acquisto mai avvenuto di "materiali che non sono funzionali alle attività svolte". Inoltre, sempre attraverso la stessa società Nicola e Vincenzo Schiavone acquistarono "in leasing due autovetture di grossa cilindrata", un'Audi ed una Mercedes.

Conti svuotati e soldi alla famiglia

Ma dove finivano i soldi prelevati dai conti della società con le false fatture? "Dovevano uscire per la famiglia", gli disse Vincenzo Schiavone nel corso di un pranzo di lavoro a Teverola. "Mentre mi riferiva che le somme prelevate erano destinate alla famiglia - ha precisato ancora la vittima - fece inequivocabilmente il gesto di lisciarsi la barba, proprio, ritendo, per indicare che i beneficiari ultimi fossero i familiari di Sandokan. Uscite continue che portarono presto l'azienda al fallimento.

"Il 5% o non ti faccio più lavorare"

L'imprenditore ha parlato anche di come la torta degli appalti dell'Enel in Campania venisse spartita sostanzialmente tra due ditte, una campana ed una di Brescia. Fu proprio in occasione di un subappalto ottenuto dall'imprenditore sparanisano per alcuni lavori Enel che Claudio Puocci (anche lui indagato) si presentò nei suoi uffici pretendendo il 5% per conto di Vincenzo Schiavone. Al rifiuto dell'imprenditore 'o Trik si infuriò: "mi disse che se non avessi accettato le loro condizioni non avrei più lavorato in Campania né per Enel né per Telecom". Cosa che poi effettivamente si sarebbe verificata.

La loggia della "Colonna Traiana"

Ma qual era il legame che univa il casertano e la provincia di Brescia? "Nell'ambiente professionale i legami degli Schiavone con il clan erano assolutamente noti - ha chiarito l'imprenditore - E' noto altresì solo alle persone a loro più vicine il legame di Nicola Schiavone alla massoneria. Mi riferisco alla società segreta denominata "la colonna traiana" di Benevento, alla quale per quanto a mia conoscenza è legato anche un ex dirigente Enel. La società 'Colonna Traiana' è legata ad una società omologa del bresciano" di cui farebbero parte anche i dirigenti dell'altra azienda che si aggiudicherebbe gli appalti in Campania.

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