L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

martedì 10 maggio 2022

Il petrolio russo serve agli Stati Uniti per il Trasporto altrimenti i camion, le auto si fermano il petrolio che loro hanno NON E' BUONO per i motori diesel/benzina

Petrolio, le cattive favole che ci raccontano



Se qualcuno pensa che la qualità dell’informazione sia precipitata al punto più basso di sempre con la pandemia, si sbaglia perché quando si imbocca la strada della menzogna e dell’invenzione è quasi impossibile tornare indietro e rimettere al centro la realtà e non le parole d’ordine del padrone. E coì anche sulla guerra Nato – Russia per interposta Ucraina che fornisce la carne da cannone sulla quale vive e prospera l’impero occidentale da almeno due secoli e mezzo, si è andati anche oltre: basta pensare a tutte le sciocchezze dette agli italiani in questi due mesi sulla possibilità che gli Usa prendano il posto della Russia come fornitori di gas e petrolio, ma in effetti tutto questo è solo un pio desiderio o un empio incubo perseguito in qualche modo sulle due sponde dell’Atlantico e fa parte di una mitologia americana visto che per un secolo, da quando l’oro nero, è stato usato come combustile, gli Usa ne sono stati i maggiori produttori. La realtà concreta però è molto diversa visto che di gas gli Usa potrebbero produrne è trasportarne al massino il 15 per cento della domanda europea e questo però a prezzi da tre a sette volte maggiori rispetto alle risorse russe.

Quanto al petrolio siamo proprio a una sorta di racconto fiabesco visto che gli Usa, secondo i dato dell’agenzia governativa statunitense US Energy Information Administration (EIA), hanno in realtà un bilancio negativo: producono ogni anno grosso modo 3,23 miliardi di barili, ne importano 3,68 miliardi di barili e hanno riserve per 32 ,77 miliardi di barili. I numeri parlano da soli. Non ci vuole l’opinione di esperti per capire quanto siano dipendenti gli Stati Uniti dalle importazioni di petrolio. Non ci vuole nemmeno una calcolatrice per stimare il breve tempo rimanente, secondo le attuali conoscenze, all’esaurimento delle riserve petrolifere statunitensi che senza importazioni durerebbero 8 anni. visto che essi consumano una quantità enorme di combustibile. In particolare, da questa conoscenza possono essere derivati ​​gli interessi geopolitici attuali e futuri della più grande potenza militare del mondo. Tutto questo durante il regno di Obama è stato in qualche modo offuscato dalla illusione per così dire del fracking che avrebbe fatto degli Stati Uniti di nuovo la maggiore potenza petrolifera e persino il maggior esportatore e ricordo ancora i titoli trionfali dei giornali coloniali. Poi si è scoperto che intanto di base questa tecnica è distruttiva per l’ ambiente e insieme molto costosa visto che assorbe spesso i 2 /5 dell’energia prodotta. Poi in realtà è possibile sfruttare i singoli pozzi solo per un anno o anche meno, dopodiché lo sfruttamento diventa totalmente improponibile da un punto di vista economico. Per cui le riserve di petrolio statunitensi sono state gonfiate a dismisura, quando in gran parte non sono effettivamente sfruttabili. Ma al tempo di Obama questo ha tentato di rilanciare gli Usa come potenza egemone, anche sotto questo punto di vista. e le cifre sulle riserve statunitense sono arrivate a 48 o addirittura ai 55 miliardi di barili prima che l’Istituto nazionale di geoscienze americano, situasse le riserve effettivamente sfruttabili ai più o meno 32 miliardi di barili

Per giunta il petrolio da fracking non può essere utilizzato per produrre carburante diesel o avio per il quale invece il petrolio russo è l’ideale: ecco perché gli Stati Uniti stanno aumentando l’importazione di petrolio russo, facendo fare la parte dell’idiota all’Europa, perché se non lo facessero avrebbero molti più problemi di trasporto. . Ma di tutto questo non vi e è alcun traccia nell’informazione nostrana che ormai vive in un mondo completamente fantastico che si attacca alle parole d’ordine come alla coda delle comete. E naturalmente depista l’opinione pubblica alla quale vengono fatti mancare sempre i dati di realtà.

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