L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

venerdì 13 maggio 2022

Il rispetto letterale degli statuti è saltato da molti anni. L’ortodossia monetaria è diventata roba per nerd

Rialzo dei tassi BCE, ecco la data dell’annuncio
La dichiarazione resa ieri dal governatore Christine Lagarde chiude il cerchio dei rumours a proposito di un prossimo rialzo dei tassi BCE. Durante un discorso tenuto a Lubiana, capitale della Slovenia, ha reso nota la possibilità che l’avvio della stretta monetaria nell’Eurozona avvenga “poche settimane dopo” la fine del “quantitative easing” (QE). L’espressione ufficiale resta […]
di Giuseppe Timpone , pubblicato il 12 Maggio 2022 alle ore 06:53


La dichiarazione resa ieri dal governatore Christine Lagarde chiude il cerchio dei rumours a proposito di un prossimo rialzo dei tassi BCE. Durante un discorso tenuto a Lubiana, capitale della Slovenia, ha reso nota la possibilità che l’avvio della stretta monetaria nell’Eurozona avvenga “poche settimane dopo” la fine del “quantitative easing” (QE). L’espressione ufficiale resta “qualche tempo dopo” e Lagarde ha ammesso che non è ancora stato definito con esattezza cosa significhi nel concreto. Ma ha aperto all’ipotesi che possa consistere per l’appunto in poche settimane.

Rialzo tassi BCE in estate

Sempre il governatore ha additato alla guerra tra Russia e Ucraina l’esacerbazione dell’inflazione e le difficoltà a carico della politica monetaria, perché “nel breve periodo inflazione e crescita vanno in direzione opposta”. Per questo, ha spiegato, “flessibilità e gradualità” restano fondamentali nell’azione dell’istituto. Come dire che il rialzo dei tassi BCE ci sarà probabilmente in estate, ma la politica monetaria resterà espansiva e non si legherà le mani vincolandosi a un percorso predeterminato.

A quando l’annuncio? Sappiamo ad oggi che gli acquisti netti di assets con il QE potranno cessare già nel terzo trimestre, molto probabilmente proprio all’inizio di esso. Questo significherebbe stop già dopo la fine di giugno. A quel punto, i tassi BCE potrebbero essere alzati già al board del 21 luglio. Saranno passate per allora tre settimane dalla fine del QE, un lasso di tempo compatibile con le ultime dichiarazioni di Lagarde.

Prima del governatore era stato il capo della Bundesbank, Joachim Nagel, ad avere prospettato un rialzo dei tassi quanto prima, chiarendo che allo stato attuale non sembra necessario alcun meccanismo anti-spread. Il collega francese François Villeroy de Galhau aveva puntato l’accento, invece, sulla gradualità della stretta “dall’estate in poi”. Nessuno più rinvia il rialzo dei tassi, né potrebbe con un’inflazione salita a quasi quattro volte il target del 2% nell’Eurozona.

Fine dei tassi negativi

Le attese sono per un aumento del tasso sui depositi delle banche di 0,25% a -0,25%. Entro settembre, si arriverebbe allo zero, cioè alla fine della lunga era dei tassi negativi. Ma la BCE non rincorrerà più di tanto la Federal Reserve. Essa si concentrerà più che altro su crescita e stabilità finanziaria nell’Eurozona in quello che appare una paradossale inversione dei ruoli. E la FED ad essere vincolata per legge al doppio mandato, mentre Francoforte dovrebbe semplicemente mantenere la stabilità dei prezzi. Ma il rispetto letterale degli statuti è saltato da molti anni. L’ortodossia monetaria è diventata roba per nerd (sfigato).

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