L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

venerdì 13 maggio 2022

Le istituzioni, la magistratura non ci faccia ridere sono anni che anche le pietre sanno che il Sistema massonico ndranghetista politico è ben posizionato a Roma e Nettuno e Anzio confermano e loro ogni tanto battono un colpo, se fossero solerti come controllare i cittadini che non portano la mascherina saremmo a un punto decisamente più avanti

Pubblicato il 12 Maggio 2022 11:27
Intercettazioni shock
‘Ndrangheta a Roma, i boss puntavano ai locali del Vaticano e alla massoneria
di Redazione
Dalle intercettazioni trapelano le ambizioni smodate del clan 'ndranghetista di Curzo e Alvaro


Dalle intercettazioni trapelano quelle che erano le mire e le ambizioni dei boss della ‘Ndrangheta Vincenzo Alvaro e Antonio Carzo arrestati ieri a Roma in un mega blitz Antimafia.

Dalle pasticcerie ai ristoranti, dalle tabaccherie alle società ittiche: 24 sono le società e le aziende sottoposte a chiusura e sequestro dalla Dia al termine dell’operazione “Propaggine” che ha smantellato le attività della ‘ndrangheta trapiantata a Roma e guidata da Vincenzo Alvaro e Antonio Carzo.

‘Ndragngheta, Carzo e il sogno della massoneria

Il loro impero comprendeva società da Torpignattara al Tuscolano, avevano stretto un’alleanza con i Moccia per i locali da rifornire ma non bastava volevano espandersi ancora e conquistare una catena di supermercati e bar di lusso intorno al Vaticano. E ancora c’era il progetto di entrare a far parte nella massoneria. O almeno questo era il sogno di Domenico Carzo, il figlio di Antonio Carzo.

Il piano dunque era quello di acquisire locali di lusso nel centro storico tramite prestanome e teste di legno per riciclare soldi sporchi provenienti da più fronti. Tra gli obiettivi entrava anche la catena di Supermercati Elite. L’avanzata prevedeva la conquista dei locali del centro come un osteria a Trastevere e altri due bar sempre nella zona centrale del Vaticano. Non cellule criminali sparpagliate, ma “un’esercito” come dice lo stesso ‘Ntoni Scarpacottta Carzo. “Una carovana pronta a fare una guerra” Ma se noi siamo qua a Roma…sì che siamo assai pure qua…non è che…volta e gira, siamo qualche 100 di noi, altri in questa zona…nel Lazio”: queste alcune delle dichiarazioni degli arrestati contenute nell’ordinanza nei confronti di uno dei boss, Vincenzo Alvaro.

Dobbiamo stare “quieti quieti”

Sapevano di essere nel mirino delle forze dell’ordine ma la loro colonizzazione infestante doveva continuare. “Si deve evidenziare che già in una conversazione captata il 9 settembre 2017 Carzo, traendo spunto da un’iniziativa di Klaus Davi e poi commentando l’ergastolo comminato a Carlo Cosco a Milano e l’esito del processo ‘Aemilia’ a Bologna – scrive il gip – aveva sottolineato la necessità di stare ‘quieti quieti’, ritenendo evidente che in quel momento storico la magistratura e le forze dell’ordine avessero preso di mira la ‘ndrangheta.

“ormai bisogna capire…c’è stato un periodo che hanno bersagliato i siciliani…Cosa Nostra…Cosa Nostra…e noi…sotto traccia facevamo…ora è da capire che ci hanno preso in tiro a noi calabresi e ora invece dobbiamo stare più quieti … quieti” , precisando che, comunque, “eh … eh … le cose si fanno …’”.

Un’ingordigia senza fine e una sete di potere che non conosce limiti.

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