L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

venerdì 12 agosto 2022

Bisogna aver paura degli stupidi e su Taiwan gli Stati Uniti hanno dimostrato di che pasta sono

CINA, RUSSIA, USA
Taiwan: sono gli Usa ad aver perso la faccia



Date: 12 Agosto 2022Author: ilsimplicissimus

Nei giorni scorsi ho avuto modo di leggere con stupore parecchie considerazioni sulla presunta “debolezza” della Cina e sul fatto che essa abbia “perso la faccia” non impedendo alla Pelosi di atterrare a Taiwan. Ora posso capire che le generazioni occidentali vivono da molti decenni in pervasivo clima di brutalità dove ogni narrazione o immaginazione è intrisa di violenza gratuita e di sangue, ma la promessa di una dura risposta a questo affronto venuta da Pechino non poteva e non voleva significare che l’aereo della Pelosi sarebbe stato abbattuto e si sarebbe scatenata una guerra nucleare. Questa assurda logica può albergare solo in menti infantilizzate, abituate a premere su un bottone, sparare per abbattere il mostro e passare allo stadio successivo oppure vedere il supereroe di turno che spacca tutto, cosa purtroppo allarmante perché anche le élite vivono in questo brodo di coltura simile al delirio. Ormai anche il senso del tempo è alterato e non si comprende più – in nessun campo – ciò che non è immediato e che invece richiede tempo e capacità di guardare lontano: è una delle cause e contemporaneamente degli effetti del declino occidentale. Nella cultura cinese se per caso la si volesse esplorare, tutto questo semplicemente non ha senso e la forma di lotta più apprezzata è sfruttare la forza dell’avversario per sbilanciarlo e colpirlo quando e dove non se lo aspetta. Mi chiedo che cavolo capiscono quelli che citano Sun Zu ad ogni riga per poi cadere in queste interpretazioni incongrue.

Dunque la reazione di Pechino – a parte le esercitazioni militari fatte apposta per dare agli occidentali uno spettacolo sul quale esercitarsi e vedere che soltanto il Giappone, un Paese ormai culturalmente e geopoliticamente sull’orlo del collasso, le ha condannate – non sarà né immediata, né immediatamente visibile, esattamente come la potenza dell’ex impero di mezzo è cresciuta negli anni senza che l’occidente se ne avvedesse realmente tanto che ancora oggi ci sono idioti che in televisione, dove la densità di questi individui a quoziente zero è terrificante, dicono che la Cina non conta che non è nemmeno un mercato. D’altronde a qualche giorno di distanza, già si vede come sia stato futile l’atto di forza della Pelosi: nulla è cambiato adesso che è atterrata e che ha balbettato qualcosa che nessuno ricorda e soprattutto che ha fatto degli affari personali: insieme al figlio ha infatti incontrato segretamente un importante produttore di chip ( Tsmc) che notoriamente è uno dei business di famiglia della portavoce del congresso, a parte i vari legami con la mafia italo americana. Già questo estende un’ombra sinistra sul viaggio che Pechino può sfruttare come vuole. Washington infatti non ha né chiarito, né mutato la sua posizione su Taiwan, né aumentato la sua presenza militare attorno all’isola: si c’è stato il viaggio, che è stata una scortesia, ma senza alcun ufficiale cambio di strategia, mentre la Cina ha già cominciato a far mancare a Taiwan i materiali per la sua industria elettronica . Se solo si riflettesse su questo si capirebbe bene come in realtà sono stati proprio gli Usa a mostrare debolezza e incertezza pensando di nasconderle dietro l’arroganza.

Strategicamente è stata una cazzata enorme perché questo ha fa tatto fare alla Cina un passo avanti verso un’ alleanza militare integrata con la Russia che tutto sommato non era nelle sue linee strategiche di lungo periodo: tutti sanno bene – e il Pentagono lo dice apertamente – che un simile alleanza sarebbe impossibile da battere per l’occidente, ma nell’ultimo decennio l’istinto predatorio ha prevalso sulla ragione portando di volta in volta a fare mosse che invece di allontanare l’uno dall’altro questi due Paesi li hanno quasi costretti ad integrare sempre di più le loro economie. a questo punto sarà ben difficile per Washington tornare indietro, tanto più che la sua governance è anche preda di assurde distopie che probabilmente causeranno lunghi anni di lotte intestine e di rivolte interne.

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