L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

venerdì 26 agosto 2022

Continue conferme che gli inoculati dei farmaci sperimentali con modificazioni genetiche hanno come effetto collaterale l'abbassamento delle difese immunitarie e quindi più preposti a prendersi le varianti del covid

Omicron, tra chi è vaccinato attenzione a questi 9 sintomi: cosa dicono gli esperti

26/08/2022 - 09:20

Uno studio norvegese ha dimostrato la possibilità di sviluppare 9 nuovi sintomi dalla variante Omicron 5. Ecco cosa dicono gli esperti


Sembra che la variante Omicron 5, che in quest’estate ha fatto innalzare il livello di contagi come mai accaduto prima nella stagione calda, presenti sintomi nelle persone vaccinate. La diffusione di Omicron 5 ha permesso a una sottovariante più leggera di divenire dominante, con conseguenze positive sull’ospedalizzazione e la gestione della pandemia. Al momento però il numero dei morti rimane piuttosto elevato rispetto all’attenzione mediatica e a quella degli italiani. Infatti nella giornata di giovedì 25 agosto 2022, a fronte di quasi 25.000 contagi - molti altri rimangono sommersi per via dei tamponi fatti in casa - si sono contati 84 decessi.

La variante Omicron 5 è una variante “migliore”, poiché è più semplice da gestire, ma che presenta comunque sintomi più o meno gravi. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista di malattie infettive ed epidemiologia Eurosurveillance, sono emersi nuovi sintomi caratteristici dei soggetti vaccinati. A riportare la notizia è stato il giornale The Independent, che ha pubblicato l’esito dello studio realizzato in Norvegia su 111 persone che avevano partecipato a una festa e generato un focolaio.

Dalle prove della ricerca emerge che, vaccinate o meno, le persone presenti e contagiate hanno manifestato sintomi piuttosto generici di una influenza. Si aggiungono però sintomi quali nausea, vertigini e svenimenti tra quelli riscontrati tra i positivi precedentemente vaccinati. Ovvero sintomi nuovi.

Nuovi sintomi di Omicron 5: quali sono e chi è più esposto

Omicron 4 e Omicron 5 sono diventate le varianti dominanti per la stagione estiva. Un segnale positivo, poiché rappresentano le due sottovarianti maggiormente controllabili non tanto per la loro diffusione, quanto per la loro capacità di far sviluppare la malattia grave. Oggi la sottovariante Omicron continua a contagiare un numero elevato di persone, con circa 25.000 casi solo nella giornata del 25 agosto 2022. Molti dei soggetti positivi, riscontrati attraverso un test rapido fatto in casa, neanche sì autodenunciano e autoisolano più. Questo perché il virus in forma più leggera ha smesso di spaventare. La situazione è forse sottovalutata? Al netto dell’atteggiamento di maggiore tranquillità degli italiani, ancora oggi continuano a morire quasi 100 persone al giorno.

A ottobre, periodo considerato decisivo per capire il futuro andamento della pandemia per l’inverno, potrebbero arrivare nuovi sintomi, anche per i vaccinati. Secondo uno studio reso noto da The Independent e pubblicato sulla rivista di malattie infettive di epidemiologia Eurosurvelliance, Omicron 5 è in grado di generare sintomi più evidenti anche nei soggetti vaccinati.

I sintomi riscontrati sono:tosse persistente;
naso che cola;
affaticamento;
mal di gola;
mal di testa;
dolori muscolari;
febbre;
raffreddore.

I sintomi più diffusi sono tosse, naso che cola e affaticamento generale. Ma secondo gli esperti, oltre i sintomi tipici di un’influenza, Omicron 5 è in grado anche di causare nausea, vertigini e svenimenti.

Sono proprio questi sintomi a essere più comuni tra i vaccinati che vengono contagiati da Omicron. In particolare è lo svenimento uno dei sintomi nuovi più preoccupanti, perché potrebbe essere collegato a una fase di diminuzione di ossigeno al cervello in seguito a un cambiamento di pressione sanguigna.

Il sintomo nei vaccinati è piuttosto nuovo, ma non nuovo per il SARS-Cov-2. Infatti uno dei metodi per capire se c’è da preoccuparsi in caso di positività al Covid è quello di avere a portata di mano uno strumento che misuri non solo battito cardiaco, ma anche la saturazione dell’ossigeno, tenendo conto che il dato di normale saturazione è quello che va dal 95% al 100%.

Chi è maggiormente colpito dei nuovi sintomi di Omicron 5

Lo studio pubblicato su Eurosurvelliance prende a campione soltanto 111 persone che hanno partecipato alla stessa festa e hanno così generato un focolaio; ma dati che riferiscono ai nuovi sintomi provengono anche da altri studi. Sempre su The Independent si ricorda infatti che questa variante è emersa dall’Africa e nel continente sono stati portati avanti diversi studi.

Da questi è emerso che le persone che subiscono maggiormente questi nuovi sintomi, simili a un nuovo raffreddore aggressivo, sono principalmente le persone già vaccinate. In particolare sembra che il 40% delle donne abbia riferito di soffrire la stanchezza più degli uomini.

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