L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

mercoledì 17 agosto 2022

E' la VOSTRA guerra non la nostra

Questa è solo la loro guerra: disertiamo



Uno degli euridioti di guerra che si occupano più spesso di Ucraina, è Josep Borell, un ex economista diventato, alto ( ma si fa per dire) rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e dunque non perde occasione per dire la sua e per mostrare la sua totale vuotaggine. La settimana scorsa ha fatto una gigantesca gaffe ammettendo che l’Unione europea agisce secondo una doppia morale e un doppio standard perché “gran parte della politica internazionale implica doppi standard. Non applichiamo gli stessi criteri a tutti i problemi” il che non è davvero una bella cosa dal momento che egli pretende di far parte dell’ordine internazionale,( leggi occidente) basato sulle regole. Ma Borrell è stato economista per tutta la sua vita e può resistere a ben altre schifezze e contraddizioni. Quello che sorprende è però il vuoto, visibile per contrasto, che circonda le sue affermazioni sull’Ucraina, In una intervista al Pais egli ha sostenuto “Dobbiamo spiegare ai nostri cittadini che questa non è la guerra di qualcun altro. Il pubblico deve essere disposto a pagare il prezzo per sostenere l’Ucraina e per preservare l’unità dell’UE“. Un vero peccato che dopo aver annunciato che questa è la nostra guerra si sia dimenticato di dire perché. E in effetti non c’è alcuna ragione tranne la volontà dell’elite politica della Ue che è selezionato dai meccanismi della Nato e dell’impero.

Borrel si è dimenticato di dirci per quale motivo questa debba essere la nostra guerra visto che né le truppe combattenti né i signori della guerra di Washington, Londra, Mosca sono nella Ue. E dimentica che l’Unione avrebbe facilmente potuto evitare il conflitto se avesse preteso il rispetto degli accordi di cui era garante. Quindi perché il cittadino europeo che sta per essere travolto da un armageddon economico, dovrebbe considerare sua questa guerra?. Borrel non lo spiega così non spiega perché nel conflitto ucraino ci sia in gioco l’unita della Ue come se essa dipendesse esclusivamente da forse esterne. Questa in realtà è solo la guerra di un ceto dei burocrati dell’UE (non eletti ma responsabili) come Borell e von der Leyen, il quale sta portando l’Europa alla rovina con le inutili sanzioni che non stanno per nulla danneggiando la Russia: sono ormai rimasti gli unici a confidare evidentemente sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, in una vittoria dell’Ucraina, visto che la sconfitta di Kiev è quella stessa della governance di Bruxelles. Ma questa non è affatto la guerra dei popoli del continente, ma quella di un pugno di lobbisti corrotti, incapaci e comunque al servizio di Washington e delle forze che determinano la politica: proprio loro stanno mettendo in crisi definitiva l’Europa. Tagliate fuori dall’energia a basso costo proveniente dall’est, che erano il segreto della vitalità produttiva, le nazioni industriali europee non potranno più essere competitive a livello globale, anche se per caso riuscissero a raggranellare un po’ di gas e petrolio in giro, lo pagherebbero più di tutti gli altri e si sono dunque auto destinate al declino economico. Vorrei sapere chi sarà così stolto da considerare la propria guerra quella che durante l’inverno farà probabilmente arrivare il prezzo del gas ai 4000′ mila dollari per mille metri cubi. La diserzione sarà generale e sarà tanto più efficace quanto più sarà precoce il rifiuto del comfòitto e dei metodi per alimentarlo artificialmente.

A quel punto la nomenclatura europea dovrà probabilmente fare tesoro del consiglio di un generale svizzero che dopo la caduta della neutralità della repubblica elvetica, ha dato dei consigli preziosi circa la possibile mancanza di energia ( compresa quella che Berna rubi il gas all’Italia, tanto per non faci mancare proprio nulla): ” Alla lunga solo la biancheria intima termica aiuta”. Ma a questo non basterà.

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