L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

sabato 27 agosto 2022

Il pubblico acefalo di comunione e liberazione applaude applaude applaude a TUTTI affinché continui l'afflusso di soldi &potere per i loro affaristi

AL MEETING DI RIMINI IL POCO DIGNITOSO DECLINO DI COMUNIONE E LIBERAZIONE


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Il declino è sempre una fase difficile da affrontare. Soprattutto quando si ha la consapevolezza che si tratta di un declino irreversibile. Però la dignità dovrebbe aiutare. Dovrebbe essere sempre un aspetto da non tralasciare. L’ovazione che ha accompagnato il retorico e falso intervento di Sua Mediocrità Mario Draghi al meeting di Rimini dimostra, invece, che il declino irreversibile di CL (Comunione e Liberazione) non sarà accompagnato dalla dignità e neppure dalla decenza.

È vero che i ciellini, nel corso degli anni, si sono entusiasmati per tutto ed il contrario di tutto. Hanno ondeggiato che neanche in barca con un mare forza nove. Però il laicista, atlantista, affarista Draghi dovrebbe rappresentare ciò che vi è di più lontano dal sentimento dei ciellini eredi di Don Giussani. Ma chi muore giace e chi resta si dà pace e si dedica all’omaggio servile nei confronti del potere. Qualunque esso sia.


Così dal dibattito viene escluso Conte, e non è una gran perdita né per il Meeting né per Conte, visto ormai il peso politico di CL. E si fa finta di niente se si passa da Andreotti a Draghi, però con un occhio di riguardo alle destre che vinceranno le elezioni e che, immancabilmente, imbarcheranno i ciellini in cerca di poltrone e strapuntini. Perché – come scrive rassegnato Marcello De Angelis – le destre che andranno al potere ignoreranno tutto l’associazionismo di area e recupereranno tutti i personaggi del fronte avverso che saranno velocissimi nel riciclarsi. Dunque anche i ciellini che ripescheranno negli archivi le notizie degli Anni di piombo, quando i loro attuali compagni della gauche indossavano l’eskimo, sollevavano le chiavi inglesi e picchiavano anche i ciellini oltre che i giovani di destra.

E poi, in nome del pluralismo, la destra di governo finanzierà anche figli e nipoti degli ex compagni in eskimo.

Così il prossimo anno, a Rimini, il meeting di CL andrà in delirio all’apparizione di Giorgia Meloni, la cui immagine sarà portata in processione come la statua della Madonna.

I giovani di oggi non ci crederanno ma, un tempo, il meeting di Rimini era un appuntamento davvero importante per la ripresa autunnale della politica italiana. Un luogo di dibattito e di confronto. Già, un tempo sempre più lontano.

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