L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

mercoledì 17 agosto 2022

Il ricatto dei tiri sulla centrale nucleare di Zaporozhye non può valere come vittoria , anzi erode sempre più simpatie alla causa ucraina che sta perdendo appeal un po’ dappertutto

Ucraina: la grande balla del grano all’Africa e altre facezie



Mentre molte centrali informative continuano a vendere ai propri lettori o ascoltatori gli asini che volano ovvero l’offensiva ucraina da un milione di uomini che il cocainomane di Kiev annuncia un giorno dopo l’altro, al pubblico viene tenuto nascoso che il grano dell’Ucraina non va affatto in Africa come si era detto da due mesi a questa parte.. Quella era una semplice mossa costruita su due bugie articolate tra loro: la prima era la Russia impediva l’uscita delle navi dai porti, mentre erano proprio gli ucraini a trattenerle per ricattare l’occidente e farsi consegnare missili antinave, la seconda era che quel grano serviva a salvare l’Africa dalla fame. L’insieme suonava più o meno come un’atto di accusa verso la Russia che si rendeva colpevole della fame del mondo: un’accusa tra le più sorprendenti per il maggior esportatore di grano del mondo e tra le più indegne visto che la fame è interamente un prodotto e una colpa occidentale.

Ma la di là di questo tutta la questione è stata in completamente inventata in radice. Innanzitutto perché l’Ucraina non gioca un ruolo molto importante nel mercato alimentare umano. Sì, produce molto mais, tra l’altro nella quasi totalità ogm, ma è solo marginale nella produzione di grano per uso alimentare. Insomma non ha un impatto significativo sui mercati mondiali. Perciò dunque la balla comincia proprio dalla base. Poi basta consultare il sito dell’ONU , che elenca meticolosamente quale nave ha lasciato i porti ucraini con quale carico e per quale destinazione per accorgersi che dell’Africa non c’è nemmeno l’ombra. Da quando le navi hanno avuto il permesso di Kiev di lascare i porti ucraini, sono state trasportate 438.331 tonnellate di prodotti agricoli : per la maggior parte, ovvero per 360.000 tonnellate è mais, che va in Iran, Turchia, Corea del Sud, Irlanda e Gran Bretagna come mangime per animali. Quasi tutto il resto dei + costituito da olio di girasole o farina di girasole per Turchia, Cina e Italia. Nessuna delle due navi è diretta in Africa e l’unica nave che trasporta grano dall’Ucraina sta portando 3.050 tonnellate di grano in Turchia.

Quindi una narrazione ancora più fasulla di quella della grande offensiva al sud che adesso gli stessi consiglieri del presidente Zelensky ammettono di avere inventato per minare il morale dell’esercito russo. Si tratta come ha detto qualcuno di una “guerra creativa” che è a diversi livelli perché in realtà questa bufala senza senso era probabilmente destinata a tenere assieme ciò che resta dell’esercito ucraino, il quale resiste solo grazie agli scudi umani delle città che ancora occupa. Chiaramente questa situazione non può durare a lungo perché la concessione di armi e di fondi non è più possibile senza nulla che possa essere messo sul piatto della bilancia e di certo il ricatto dei tiri sulla centrale nucleare di Zaporozhye non può valere come vittoria , anzi erode sempre più simpatie alla causa ucraina che sta perdendo appeal un po’ dappertutto. E’ per questo che si vanno moltiplicando i segnali di profondo scontento verso Zelensky perché in ogni caso sta diventando il volto della sconfitta. ed è in questo quadro di logoramento dell’immagine che è uscita la notizia una società finora sconosciuta, Maltex Multicapital Corp. con sede nelle Isole Vergini che coordinerebbe il tesoro dell’autocrate di Kiev e insieme del suo protettore il miliardario Igor Kolomoisky. In questo modo il patrimonio di Zelensky aumenta di altri 40 milioni di dollari e comprende ora anche appartamenti al centro di Londra che forse vengono buone per le feste di Boris Johnson . E questo mentre la moglie del tragicomico va in giro a vendere a un prezzo più alto e più futile la tragedia dell’Ucraina.

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