L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

giovedì 15 settembre 2022

Dalla padella alla brace. Della corrotta von der Leyen basta leggere le cronache, del VOSTRO Mario Draghi l'abbiamo visto all'opera in Italia con la sua bramosia di andare al Quirinale. Se la sua proposta è quella di mettere un tetto al gas, però solo quello russo e non a quello norvegese e statunitense, abbiamo chiarito la sua consistenza. Ci troviamo in questa situazione grazie alla sua idea del furto di 300 miliardi di dollari alla banca centrale russa e della sua scelta ideologica di sanzionarla costi quel che costi coinvolgendo e obbligando tutti gli oligarchi euroimbecilli a schierarsi. Solo il grande Orban sta continuando a fare gli interessi del proprio popolo, dell'Ungheria. Della Meloni non c'è niente da dire parla da se appena apre bocca

La crisi energetica avvicina il trasloco di Draghi a Bruxelles
Altro flop della Commissione guidata da Ursula von der Leyen sulla crisi energetica. Salgono le quotazioni di Mario Draghi.
di Giuseppe Timpone , pubblicato il 13 Settembre 2022 alle ore 06:29


La riunione dei ministri dell’Energia a Bruxelles di venerdì scorso si è rivelata un flop. Nessun accordo su un possibile tetto al prezzo del gas, niente di niente per cercare di risolvere la grave crisi energetica che sta affliggendo il Vecchio Continente. E’ emersa una sorta di razionamento dei consumi, che l’Unione Europea starebbe ipotizzando attraverso il cosiddetto “smart metering”: la potenza dei contatori nelle case sarebbe ridotta, particolarmente durante la fascia oraria 8-19, così da rendere impossibile l’uso contemporaneo di due elettrodomestici. Dunque, la soluzione “geniale” che i commissari immaginano consisterebbe nell’impedire alle famiglie europee di fare il bucato in lavatrice mentre tengono accesa la lavastoviglie o l’aspirapolvere.

La crisi energetica indebolisce von der Leyen

Ciò dà la misura dell’estrema incompetenza della Commissione guidata da Ursula von der Leyen. Essa pasticciò vistosamente nei primi mesi in cui erano disponibili le dosi del vaccino anti-Covid, non riuscendo a far rispettare alle case farmaceutiche i tempi pattuiti per le consegne delle forniture. Agli inizi del 2021, la posizione della presidente tedesca, braccio destro dell’ex cancelliera Angela Merkel, fu considerata persino in bilico. Poi, grazie anche al miglioramento della campagna vaccinale, non se ne parlò più.

Con la crisi energetica in corso, però, stanno riemergendo le debolezze di una presidenza non all’altezza dei tempi. Rispetto allo scorso anno, però, esiste ormai un’alternativa alla figura di von der Leyen. Si chiama Mario Draghi, il quale ha finito di svolgere il suo compito da premier in Italia con almeno un semestre di anticipo. Stimato in tutta Europa, anzi nel mondo, di lui si parla da tempo come possibile prossimo presidente della Commissione, ma anche segretario della NATO.

Finora, si era ipotizzato un suo trasloco a Bruxelles solo dall’estate del 2024, cioè quando arriverà a scadenza naturale l’attuale Commissione. Ma è possibile che la crisi energetica imprima un’accelerazione ai tempi del rimpiazzo. Pensare di lasciare al freddo quasi mezzo miliardo di persone durante l’inverno e di rispondere alla crisi energetica solo tramite un razionamento dei consumi, significa colpire al cuore le istituzioni comunitarie, svuotandole della già scarsa legittimità agli occhi dei cittadini. Bruxelles arriverebbe a pezzi alle elezioni europee in programma per la primavera del 2024.

Draghi a Bruxelles garanzia per l’Italia

Draghi presidente della Commissione riuscirebbe anche nell’intento di garantire per l’Italia, ora che tra rialzo dei tassi BCE e crisi dell’economia europea i mercati sono tornati a mettere in dubbio la sostenibilità del suo immenso debito pubblico. Anziché tenere in agghiaccio il premier uscente per almeno un altro anno e mezzo, il suo trasloco immediato a Bruxelles servirebbe un po’ a tutti per placare la speculazione sui mercati e tentare di reagire alla crisi energetica con una squadra di commissari rinnovata.

Ma avalleranno i due grossi blocchi politici dell’Europarlamento una tale soluzione? Popolari e socialisti sono entrambi scontenti di von der Leyen. La sua nomina nacque dall’esigenza di creare al tempo un cordone sanitario attorno all’Italia, così da isolare la Lega di Matteo Salvini. Non a caso, di lì a poche settimane essa sarebbe uscita dal governo “giallo-verde”, aprendo al Conte-bis, sostenuto dal PD. Dopo le elezioni del 25 settembre, è probabile che a Palazzo Chigi entri Giorgia Meloni, a capo del gruppo ECR, i conservatori che guardano al PPE come interlocutore naturale. In sostanza, ragioni anche di ridisegnazione degli equilibri politici spingono a non escludere un ribaltone a Bruxelles. E si sa che tra Meloni e Draghi i rapporti sarebbero ottimi.

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