L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

martedì 20 settembre 2022

Faccia come il culo, l'influenza ora si chiama covid

Covid, Pregliasco: “Nuova onda in inverno, lo stiamo vedendo in Australia”
 19 settembre 2022

AgenPress. Il virologo Fabrizio Pregliasco è intervenuto nel corso della trasmissione “Dritti al punto” condotta da Roberta Feliziani su Cusano Italia Tv.

Che autunno ci aspetta. “Siamo in una fase di transizione tra quella che è stata la pandemia e quella che sarà l’endemia, cioè la necessaria convivenza con questo virus. Tra le caratteristiche perfide di questo virus c’è quella di continuare ad avere variazioni che gli permettono di schivare anche la protezione della guarigione oltre che della vaccinazione. Questo farà sì che il virus resterà con noi per cercare di infettarci. Dobbiamo immaginare una presenza del virus con piccoli numeri costanti.

Ora siamo in una fase di calo dell’Omicron, ma ci dobbiamo aspettare nel prossimo inverno un’onda di risalita, anche perché è quello che stiamo vedendo in Australia. Parallelamente c’è stato anche un aumento dei casi di influenza. Speriamo che non sia necessario attuare interventi stringenti”.

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