L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

venerdì 9 settembre 2022

Gli Stati Uniti esportano l'inflazione da loro stessi creata sul resto del mondo, alzando i tassi d'interessi. La Banca centrale giapponese ha da subito combattuto questa politica monetaria alzando a sua volta i propri tassi. Questo è il motivo principale per cui il Giappone cresce. Affianco a questo si è mossa la politica eliminando le restrizioni covid e aumentando la spesa pubblica

ATTUALITA' Settembre 8, 2022 posted by Leoniero Dertona
Alla faccia della BCE, intanto il Giappone cresce al di sopra delle attese….


Oggi la BCE annuncerà il tanto annunciato aumento dei tassi d’interesse dello 0,75%, la realizzazione del sogno dei tedeschi e dei nordici che, probabilmente, accentuerà la sofferenza economica nella UE e moltiplicherà i fallimenti aziendali, deprimendo ancora di più la crescita. Nello stesso tempo il Giappone, che non ha rinunciato alla propria politica monetaria, sta crescendo. L’economia giapponese si è espansa dello 0,9% rispetto al trimestre equivalente 2021 nel secondo trimestre del 2022, rispetto al dato flash di un aumento dello 0,5% e dopo una crescita dello 0,1% rivista al rialzo nel primo trimestre. L’ultimo dato è stato superiore al consenso di mercato per un aumento dello 0,7%, crescendo per il terzo trimestre consecutivo, grazie alla revisione al rialzo dei consumi privati (1,2% contro l’1,1% della prima stima e dopo un aumento dello 0,3% nel 1° trimestre) in seguito alla revoca di tutti i vincoli COVID, così come la spesa pubblica (0,7% contro lo 0,5% dei dati flash e dopo un aumento dello 0,4% in precedenza). Inoltre, il sentiment delle imprese è cresciuto del 2,0%, più velocemente di quanto si pensasse inizialmente (1,4%), con un’inversione di tendenza rispetto al calo dello 0,1% del 1° trimestre. Anche il commercio estero netto ha contribuito positivamente, con una crescita delle esportazioni stabile (0,9%) mentre le importazioni sono aumentate a un ritmo più contenuto (0,7% contro 3,5%).


A lungo termine, tuttavia, le prospettive economiche rimangono incerte a causa dell’indebolimento dell’economia globale, dovuto alla nuova ondata di infezioni in alcuni Paesi, ai persistenti problemi della catena di approvvigionamento e ai prezzi elevati delle materie prime che fanno lievitare il costo della vita delle famiglie. Comunque i problemi per il Giappone appaio una frazione di quelli dei paesi europei, e il Giappone è un fedele alleato degli USA. Semplicemente ha applicato alla politica estera ed economica un grado di buon senso e di assenza di estremismo ideologico che sembra ormai perso nel Vecchio Continente, guidato da persone a cui la politica e l’ideologia ha bendato gli occhi. Ricordiamo poi che la Bank of Japan ha difeso la propria politica dei tassi ad ogni costo contro la speculazione internazionale, cosa che la BCE a trazione germanica non sa fare.

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