L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

mercoledì 21 settembre 2022

Il servo degli anglosionististatunitensi ride, gli hanno ri-promesso il Quirinale

Draghi riceve il premio “Corna di Caprone” dal padronato ebraico
Maurizio Blondet 20 Settembre 2022

Il premio gli è stato assegnato dall’organizzazione guidata dal potente rabbino Arthur Schneier “per la sua multiforme leadership nella finanza e nel servizio ai cittadini di cui hanno beneficiato l’Italia e l’Unione Europea e ha aiutato la cooperazione internazionale”

Dall’ex segretario di Stato americano Kissinger (la sua “capacità analitica, il coraggio e la visione” ci”dicono che continuerà a essere con noi ancora per molto tempo”) all’amministratore delegato di Blackstone Stephen Schwarzman (“Ha ispirato una rinnovata fiducia globale nell’Italia”) è stato un coro unanime di amicizia, stima e sostegno a Draghi, in viaggio a New York per l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Tutti con l’auspicio – dichiarato o meno – che il presidente del Consiglio continui ad avere un ruolo per l’Italia e per l’Europa.

Presenti [..] anche Maurice Lévy, fondatore di Publicis Group, Brian Thomas Moynihan, amministratore delegato di Bank of America, l’ambasciatore John Negroponte, ex direttore dell’Intelligence nazionale e vicesegretario di Stato americano, John Elkann, amministratore delegato di Exor e nipote prediletto di Gianni Agnelli, oltre a molte personalità del mondo economico e finanziario di New York.

o anche, per usare il suo linguaggio:
Il Pupazzo Prezzolato sghignazza quando sente la parola Italia



Copio e incollo da Open Online, il poliziotto che ci controlla, incarnazione stessa dell’ebraicamente e politicamente corretto
E Draghi scoppia a ridere a New York quando gli dicono che deve rimanere un “fattore di stabilità” per l’Italia – Il video

20 SETTEMBRE 2022 – 10:13 di Redazione

Durante la cerimonia di consegna del premio “Statista dell’anno” a New York il presidente del Consiglio Mario Draghi è stato protagonista di un divertente siparietto con il rabbino Arthur Schneier, fondatore e presidente della Appeal of Conscience Foundation e sopravvissuto all’Olocausto. Schneier mostra il premio e gli dice che il premier italiano è in grado di comprendere il mondo: «Non sei soltanto dotato di saggezza nel cuore, ma sei anche un grande difensore non solo del tuo paese ma anche dell’Unione Europea, delle sue relazioni con gli Stati Uniti e dell’umanità». A quel punto il premier comincia a girarsi verso la giuria e a sorridere. Il clou arriva subito dopo: «Ci aspettiamo con ansia che tu rimanga un fattore di quella stabilità di cui l’Italia ha bisogno». E a quel punto Draghi scoppia a ridere.

Il bene che ha già fatto:

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