Libano: clienti infuriati assaltano le banche
A causa della gravissima crisi economica il governo ha da tempo limitato la possibilità di ritirare contanti
16 Settembre 2022

Almeno cinque banche del Libano sono state prese d’assalto quest’oggi da clienti infuriati che pretendevano di ritirare i propri risparmi. A causa della gravissima crisi economica, infatti, il governo ha da tempo limitato la possibilità di ritirare contanti. Gli incidenti sono iniziati nelle prime ore del mattino, quando un uomo, identificato come Mohammed Korkomaz, ha ritirato con la minaccia di una pistola e di una tanica di benzina i suoi risparmi congelati presso la filiale della Byblos Bank a Ghazieh, nella città meridionale di Saida. L’episodio si è concluso rapidamente dopo l’intervento delle forze di sicurezza, ma prima di arrendersi Korkomaz ha potuto ricevere parte del suo deposito, che ha donato a un parente all’uscita della banca. La nipote Layla Assaf ha detto al quotidiano “L’Orient Le Jour” che Korkomaz ha ricevuto 19.200 dollari su un importo totale di 20.000 dollari. L’uomo è stato posto in stato di arresto insieme al figlio, anch’egli presente in banca.
Un’altra persona ha preso poi d’assalto la filiale di Tariq al-Jedideh (Beirut) della Blom Bank. L’uomo è stato identificato come Abed Soubra, un imprenditore che ha circa 300 mila dollari nel suo conto e nei conti della sua famiglia. I residenti del quartiere si sono precipitati sul posto e hanno cercato di entrare nella banca abbattendo il portone principale. Secondo i testimoni, l’uomo è entrato in banca con una pistola e i dipendenti stavano per dargli dei soldi prima dell’arrivo delle forze di sicurezza. Un altro correntista di nome Jawad Slim, armato di fucile, ha preso d’assalto una filiale del Libano e della Gulf Bank nel distretto di Ramlet el-Baida di Beirut, prendendo ostaggi e chiedendo la restituzione del deposito di 50 mila dollari e ha portato avanti le negoziazioni per ottenere almeno 35.000 dollari. La banca gli ha offerto prima 10 mila dollari, poi 15 mila dollari, che l’uomo avrebbe però rifiutato. Padre di sette figli, Slim ha affermato di non essere in grado di pagare le tasse scolastiche. Un uomo chiamato Mohammed Ismail al Moussawi, nel frattempo, ha affermato di essere riuscito a recuperare 20.000 dollari dalla banca libanese-francese (Blf) a Kafaat, nella periferia meridionale di Beirut, impugnando una pistola giocattolo. “Siamo stati impoveriti e abbiamo bisogno di medicine. Rimango inerte di fronte ai miei figli malati perché i miei soldi sono intrappolati in banca”, ha detto Moussawi, citato dai media libanesi.
Assalto alle banche in Libano: riunione d'emergenza del ministero dell’Interno
Più tardi nel corso della giornata, il primo tenente delle forze di sicurezza interna (polizia), Karim Serhal, ha preso d’assalto la BankMed a Chehim nel Monte Libano. Il tenente, che si è presentato armato e ha sparato diversi colpi, ha tentato di ritirare una cifra di 200.000 dollari presso una filiale di BankMed. Altri incidenti simili sono avvenuti ad Hamra (Beirut), Concordes (Beirut) e Nabatieh (Libano meridionale), anche se non ci sono conferme ufficiali. I risparmi dei depositanti nel Paese sono stati svalutati e intrappolati nelle banche per quasi tre anni nel mezzo dallo scoppio della crisi economica. Le banche in Libano rimarranno chiuse per tre giorni il 19, 20 e 21 settembre per protestare contro “ripetuti attacchi contro istituti bancari e soprattutto contro dipendenti”, ha affermato in una nota l’Associazione delle banche del Libano. Intanto, il ministro dell’Interno, Bassam Mawlawi, ha affermato oggi in conferenza stampa che “i vari organismi di sicurezza libanesi hanno redatto un piano rigoroso per imporre legge e ordine nel Paese al fine di tutelare i depositanti e i cittadini. È nostro dovere tutelare il Paese affinché non cada nel caos più totale”, ha aggiunto Mawlawi.
Un tempo nota come la Svizzera del Medio Oriente, con spiagge dorate e clima mediterraneo, capaci di attirare investitori e turisti da ogni parte del globo, dalla fine del 2019 il Libano sta sempre più sprofondando nella crisi economica e sociale, a cui si affianca uno stallo politico che peggiora il quadro già precario. Nonostante la mancanza di dati ufficiali sulla povertà – che il governo non raccoglie sistematicamente, in parte a causa dell’assenza di un censimento dal 1932 – le stime suggeriscono che la povertà multidimensionale è quasi raddoppiata tra il 2019 e il 2021, colpendo l’82 per cento della popolazione lo scorso anno. I dati diffusi dall’Agenzia per le statistiche del Libano a fine luglio indicano che l’inflazione ha raggiunto il 210 per cento lo scorso giugno su base annua. Si stima che il prodotto interno lordo reale sia diminuito del 10,5 per cento nel 2021, dopo una contrazione del 21,4 per cento nel 2020.
Quest’anno, la Banca mondiale prevede che l’economia libanese si contrarrà di un altro 6,5 per cento, dato lo scenario di incertezza economica. Nel frattempo, il valore della lira libanese ha subito un crollo del 90 per cento sul mercato nero e il debito pubblico ha superato i 100 miliardi di dollari nel 2021, pari al 212 per cento del Pil. L’ultimo rapporto di Fitch Solutions diffuso lo scorso agosto prevede che il tasso d’inflazione media nel 2022 tocchi il 178 per cento, in aumento rispetto al 155 per cento del 2021. Secondo Fitch Solutions il tasso d’inflazione del Libano nel 2022 dovrebbe essere il secondo più alto al mondo, dietro al Sudan. I dati, per quanto allarmanti, sono lontani dal picco dell’inflazione registrato nel 1987, verso la fine della guerra civile (1975-1990), quando raggiunse il 741 per cento. L’inflazione sarà alimentata dagli alti prezzi globali delle materie prime e del petrolio, dal continuo deprezzamento della lira libanese sul mercato parallelo e su Sayrafa, la piattaforma di scambio elettronico regolamentata dalla Banque du Liban (Bdl).
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