L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

sabato 10 settembre 2022

Si rovescia la narrativa perchè sono gli altri brutti e cattivi e non NOI. Stati Uniti esportano inflazione al resto del mondo che usa il dollaro per le sue transazioni. Inflazione creata dalla Fed attraverso un clic che ha creato una montagna di miliardi serviti per salvare le banche dalla mancanza di liquidità assorbita tutta dal Casinò di Wall Street. L'esportazione di inflazione avviene attraverso gli aumenti dei tassi d'interessi e agisce sui cambi rinforzando il dollaro e indebolendo le altre valute, l'euro, yen, sterlina, eccetera. Per porre freno le banche centrali sono costrette a sua volta ad alzare i tassi. La Bce tra l'incudine e il martello in quando deve fare una politica unica per diciannove paesi, IMPOSSIBILE e soprattutto con interessi contrapposti e divergenti, da qui il suo tentennamento e ritardo. Ad aizzare l'inflazione ci si è messa anche la SPECULAZIONE il cui centro è nel mercato del gas ad Amsterdam, Olanda e le SANZIONI che hanno fatto schizzare alle stelle il costo delle materie prime soprattutto quelle energetiche

Perché siamo dentro una tempesta perfetta e la BCE oggi ha le mani legate
Previsto un maxi-rialzo dei tassi BCE oggi, mentre l'Eurozona si trova già dentro quella che molti chiamano la tempesta perfetta.
di Giuseppe Timpone , pubblicato il 08 Settembre 2022 alle ore 06:12


Si tiene oggi il sesto board dell’anno della BCE, al termine del quale con ogni probabilità sarà annunciato un secondo rialzo dei tassi d’interesse, stavolta nell’ordine dello 0,75%. L’inflazione nell’Eurozona ha già superato il 9% ad agosto e il cambio euro-dollaro è sceso stabilmente sotto la parità. Bisogna agire, anche se la convinzione è scarsa, perché all’Eurotower tutti sono consapevoli che l’Eurozona sia già dentro quella che molti definiscono una “tempesta perfetta”. L’espressione quasi apocalittica evoca scenari rischiosi, gli stessi che si immaginavano una decina di anni fa, quando l’euro fu sull’orlo della scomparsa. E anche stavolta c’è un elemento in comune con la crisi di allora: il debito pubblico.

Boom prezzo del gas

Sta succedendo che, soprattutto a seguito della guerra tra Russia e Ucraina, il prezzo del gas sia esploso a livelli mai toccati in passato. Negli ultimi anni compravamo il gas tra 15 e 30 dollari per mega-wattora, mentre da mesi abbiamo a che fare con 200-250 e finanche oltre 300 dollari. Insomma, il costo dell’energia è dieci volte superiore. Questo sta facendo esplodere le bollette e i prezzi al consumo, in generale. Per reagire a questa situazione, la BCE si trova costretta ad alzare i tassi d’interesse. Perché? Con un costo del denaro più alto, la liquidità sul mercato si riduce e – si spera – con il tempo i prezzi si stabilizzeranno.

Il problema è che la crisi energetica sta provocando una recessione dell’economia. Praticamente, la BCE si trova a peggiorare le condizioni del mercato in una fase in cui già il mercato sta peggiorando di per sé. Molte attività rallentano o fermano del tutto la produzione, mentre le famiglie stanno limitando i consumi non necessari per pagare le bollette.
Dicevamo, però, che la tempesta perfetta anche in questo caso è resa tale dal fattore debito.

Dall’inflazione alla tempesta perfetta

Questa settimana, il Regno Unito ha cambiato premier. Esce di scena Boris Johnson, entra a Downing Street Liz Truss. Quale sarà il primo atto della terza donna alla guida del governo a Londra? Un gigantesco piano di aiuti a famiglie e imprese per 170 miliardi di sterline, oltre il 5% del PIL. Servirà ad impedire che le bollette lievitino ancora e che l’inflazione, già sopra il 10%, viaggi verso il 22% stimato da Goldman Sachs. Nel frattempo, la Germania sta varando un piano di aiuti di 65 miliardi di euro. Cosa hanno in comune queste misure, al di là delle finalità? Sono finanziate a debito.

In altre parole, l’Europa cerca di uscire dalla crisi dell’inflazione facendo più debiti. Ma ciò sta accadendo in una fase di rialzo dei tassi, cioè oggi è diventato molto più costoso indebitarsi rispetto a soli pochi mesi fa. In genere, gli stati s’indebitano a favore dell’economia quando le rispettive banche centrali tagliano i tassi. Stavolta, politica monetaria e politica fiscale vanno in direzione opposta. E questo rischia di scatenare una tempesta perfetta nell’Eurozona, dove non tutti i governi hanno la possibilità di fare debiti a costi contenuti. L’Italia paga i prestiti decennali che riceve sul mercato ormai al 4%, la Germania meno dell’1,60%.

La lotta all’inflazione rischia di provocare una crisi dei debiti sovrani, che a sua volta costringerebbe la BCE a fermare i rialzi dei tassi. Ma se ciò accadesse, l’inflazione andrebbe fuori controllo e devasterebbe le economie dell’area. Capite perché pochi giorni fa il Cremlino paventava con il sorriso sulle labbra su una “grande tempesta globale”? Un modo per avvertire che, se i russi vanno a fondo, trascineranno con sé mezzo mondo. Purtroppo, non sarebbe del tutto una bugia.

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