la polemica non è un male, è solo una forma di confronto crudo sincero, diciamo tutto quello che pensiamo fuori dai denti, e vediamo se riusciamo a far venir fuori le capacità di cui siamo portatori e spenderle per il Bene Comune. Produrre, organizzare, trovare soluzioni, impegnarci a far rete, razionalizzare e mettere in comune, attingere alle nostre risorse. CUI PRODEST? Pensa cchiu' a chi o' dicè ca' a chello ca' dice
L'albero della storia è sempre verde
L'albero della storia è sempre verde
"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"
sabato 16 aprile 2022
15 aprile 2022 - News della settimana
Putin ha sempre dichiarato di non voler conquistare l’intera Ucraina. Sempre più vicino la sconfitta dei migliori militari ucraini che stavano per invadere il Donbass, Mariupol chissà se i russi ci riveleranno i segreti li riposti una volta sconfitto i nazisti e i militari statunitensi/Nato li rintanati







Una pandemia basata sul test Pcr sebbene esso sia totalmente inaffidabile, perché in grado di rilevare la presenza di un numero enorme di virus diversi e spezzoni di virus facendo del covid la malattia unica

Il problema della sostenibilità ambientale non si risolve consumando di meno, ma soprattutto producendo meglio

15 aprile 2022 - CI STA DISTRUGGENDO - GIANCARLO MARCOTTI - Mondo&Finanza
Stati Uniti, suo ultimo dato d’inflazione: +8.5% ma in questo paese non c'è la guerra, oppure si?
USA o CINA: chi è un paese emergente?
A volte (molto raramente ad essere sincero anche per una mancanza di tempo) mi capita di intavolare delle discussioni con colleghi o appassionati del mondo della finanza sui più disparati argomenti.
Ultimamente ho avuto anche l’onore di scambiare qualche battuta con una delle menti più brillanti nel mondo dell’asset management. Lei è Donatella Principe, Direttore e Strategist di Fidelity. Non certo l’ultima società di gestione del globo, anzi, uno dei colossi che più apprezzo e che meglio conosco.
Il tutto è nato da un post che la Dott.ssa Principe ha scritto su Linkedin che mi ha incuriosito e che meritava un approfondimento. Ecco il post che vi trascrivo.
L’AMERICA E’ UN PAESE EMERGENTE? (di D. Principe)
La domanda, chiaramente provocatoria, se l’America sia un paese emergente nasce dall’osservazione del suo ultimo dato d’inflazione: +8.5%. Un dato che pone l’America vicina a paesi come Egitto e Polonia e su livelli ben più alti anche di paesi come Messico e Colombia. Un’enormità se si considera che il FMI si aspetta per quest’anno un’inflazione per i Paesi Emergenti al 5.9%.
Parte del problema dell’America risiede nel non aver fronteggiato per tempo il surriscaldamento dei prezzi, con la Fed che a lungo ha insistito che l’inflazione fosse un fenomeno transitorio. Al di là del fatto che molte componenti dell’inflazione sono tutt’altro che transitorie, vale la pena ricordare che un’inflazione transitoria che dura troppo a lungo può produrre inflazione permanente, perché viene incorporata nelle aspettative.
I ragionamenti sono assolutamente condivisibili. Numeri quantomeno anomali che però mi hanno fatto lanciare una provocazione che la Dott.ssa Principe ha colto e replicato con professionalità e lucidità.
Ecco la mia provocazione. Se pensiamo che quindi gli USA sono paragonabili ai paesi emergenti, come possiamo considerare chi invece, nella normalità, continuiamo a considerare emergente ma che, emergente forse non è più visto che sta diventando la prima economia del pianeta. Parlo ovviamente della CINA che sta per “spodestare” proprio gli USA nella classifica dei PIL più consistenti del globo.
Ecco la risposta della Dott.ssa Principe.
In assenza di una definizione migliore di Paese Emergente (espressione coniata da Antoine Van Agtmael nel 1981), ancora oggi consideriamo emergenti quei paesi che hanno un basso livello di reddito pro capite. In tal senso la Cina resta ancora un paese emergente, posizionandosi al 100esimo posto nella classifica mondiale, con un livello che è circa ¼ di quello americano.
Tuttavia questa semplice definizione non cattura il fatto che la Cina sia divenuta ormai dal 2014 la più grande economia del mondo (PPP), che sia leader mondiale in svariati settori della tecnologia più avanzata (a partire dal 5G) e che sia stata così coraggiosa nel costruire un sistema di regole per disciplinare i nuovi ambiti dell’economia (dall’ecommerce al fintech) da essere stata definita dall’Economist il “laboratorio mondiale della regolamentazione sulle nuove tecnologie”. I prossimi anni vedranno la Cina fare passi enormi anche nell’ambito del reddito pro-capite, adesso che la common prosperity è diventata al contempo target e una delle linee guida principali dell’azione economica del governo cinese.
La questione quindi resta sospesa. E la risposta la scopriremo solo vivendo.
STAY TUNED!
https://intermarketandmore.finanza.com/usa-o-cina-chi-e-un-paese-emergente-94514.html
Cosa meglio della guerra per nascondere le proprie responsabilità, la becera speculazione alimentata dalle banche centrali, cosa meglio della guerra. 8,5 % il più grande aumento in 12 mesi dal dicembre 1981. 6,5% la componente core. Ovviamente, tutto colpa della guerra!
GUERRA SOLO GUERRA!
Per quello che vale proviamo a raccontare i dati in arrivo dall’inflazione americana, meglio del peggio previsto, ma sembra non ci sia mai fine al peggio supposto.
Cosa meglio della guerra per nascondere le proprie responsabilità, la becera speculazione alimentata dalle banche centrali, cosa meglio della guerra.
8,5 % il più grande aumento in 12 mesi dal dicembre 1981. 6,5% la componente core.
Ovviamente, tutto colpa della guerra!
thanks to Zero Hedge
Il sospetto che gli americani stiano facendo di tutto perchè continui il più a lungo possibile, magari sino alle elezioni americane di medio termine, ci sta.
L’inflazione in America sta danneggiando soprattutto, la classe media, distruggendo i poveri, elettricità, gas, generi alimentari e soprattutto l’affitto!
I salari reali ovvero depurati dall’inflazione, crollano mese dopo mese e qualche giullare scommette sulla ripresa dei consumi e intanto il debito, aumenta, aumenta, aumenta.
thanks to Zero Hedge
10 mesi su 12 negativi!
E ma sai Bellezza, ci sono gli utili delle aziende! Sognateveli e preparatevi alle prossime trimestrali, quando sento un’azienda che mi dice che non conviene più produrre, incomincio a incrociare le dita.
L’indice energetico è aumentato del 32,0 per cento nell'ultimo anno, quello alimentare è aumentato dell’8,8%.
Gli affitti in America che valgono quasi il 25% dell’intero indice CPI sono aumentati del 4,5%, questo lo tengono artificialmente basso, non potrebbero giustificare un’inflazione del 20%.
È anche incoraggiante che gli indici degli affitti non sembrino accelerare, sebbene l’attuale tasso di aumento sia rapido. Tassi ipotecari più elevati probabilmente rallenteranno l’aumento degli affitti.
Ma come ho detto sono dati da prendere con le pinze, facilmente manipolabili.
Tutte conseguenze dirette della pandemia, non certo della guerra.
Le tariffe aeree sono aumentate del 10,7% a marzo, del 23,6% su base annua.
I servizi medici sono aumentati dello 0,6% a marzo, i prezzi dell’abbigliamento continuano a salire, 6,8% su base annua, problemi con la catena di approvvigionamento, gli americani ma non solo ormai non producono più nulla in casa.
La buona notizia è che l’indice core, i prezzi dei beni, esclusi alimentari ed energia, sono diminuiti dello 0,4% a marzo, ancora in aumento dell’11,7% su base annua. Rappresentano il 21,8 percento del CPI.
I prezzi delle auto usate sono scesi del 3,8%, ma sono ancora in aumento del 35,3%, anno su anno. I prezzi delle auto nuove continuano a salire 0,2% a marzo, 12,5% su base annua. Questa componente ha contribuito a un sensibile rialzo generale nei mesi scorsi.
I prezzi del gas sono il fattore più importante per il salto nell’inflazione, in aumento del 18,3% a marzo, 48,0% su base annua e hanno aggiunto 1,6 punti percentuali all’inflazione su base annua.
La buona notizia è che i prezzi della benzina sono scesi ad aprile, la misura dell’inflazione che esclude la volatilità dei prezzi di cibo e carburante è decelerata su base mensile: 0,3%, contro lo 0,5% in precedenza.
Questo è ciò che stavamo aspettando e sembra potenzialmente una buona notizia!
Infatti i rendimenti ieri hanno reagito positivamente per un attimo, poi sono risaliti. Vediamo se si tratta di un doppio massimo, la fase di esaurimento, a questi livelli scontano 10 rialzi dei tassi, pura fantasia, pura illusione.
Nel frattempo l’euro è sempre più debole esposto ai colpi di sole, un moneta fragile, senza futuro.
Il resto l’abbiamo raccontato nel fine settimana in ”Guerra e Pace” non resta che attendere.
Mentre vi preparate a fare a meno dei condizionatori per la pace, bisogna essere orgogliosi per essere i secondi produttori di armi al mondo.
Non c’è stato un solo anno di pace dal 2008, una crisi dietro l’altra, un sistema marcio fondato sul debito e sulla speculazione, niente altro
HOUSING MARKET: LA STORIA AMA FARE LA RIMA!
Come ha scritto ieri Matteo Graham di Mortgagenewsdaily.com, gli ultimi giorni di marzo avevano offerto qualche speranza che il massiccio aumento dei tassi del 2022 poteva rallentare. I primi giorni di aprile hanno infranto quelle speranze e le cose sono solo peggiorate con l’inizio della nuova settimana. Dopo aver superato il 5% entro la fine della scorsa settimana, lunedì mattina ha portato il tasso fisso medio a 30 anni al 5,25%, un livello che non si vedeva dal 2009.
Prima di iniziare vorrei condividere un disagio che penso sia di molti.
Quello che sta accadendo la fuori è surreale! La Nato che provoca la Cina, gli Stati Uniti che provocano l’India, tutti che chiedono più armi, solo armi, sempre armi.
Un cancelliere austriaco che va a Mosca per suggerire a Putin che ha perso che si deve arrendere, cosa pensava di ottenere? Fantastico poi il clamore per l’intesa con l’Algeria, storico all’alleato di Putin per quattro spifferi di gas, per non parlare poi del gas in arrivo da oriente che passa sotto il suolo turco, sino a ieri amministrato da un feroce dittatore, come suggeriva il nostro banchiere, ora diventato pure un amico affidabile, l’uomo dei colloqui di pace.
Facciamo contratti con gli Stati più corrotti e politicamente instabili, Algeria, Angola, Congo, Mozambico, Qatar, Kazakistan e pure ci gasiamo in conferenza stampa che ora siamo liberi!
Surreale!
Ma torniamo a noi!
Se la Banca centrale aveva in mente di frenare l’ennesima bolla nel mercato immobiliare ebbene secondo le nostre informazioni ci sta riuscendo nella maniera peggiore, ovvero contribuendo al crollo delle transazioni e preliminari di compravendita.
L’ultimo verbale della banca centrale americana…
”… delineava una tabella di marcia esplicita per la normalizzazione. Mentre la Fed ha lanciato il processo di normalizzazione del 2017 con un colpo di 4 miliardi di dollari al mese per gli acquisti di MBS (titoli garantiti da ipoteca), il piano del 2022 prevede che la prima fase inizi con l’incredibile cifra di 35 miliardi di dollari al mese! La discrepanza è simile quando si tratta degli acquisti del Tesoro della Fed. Ancora una volta, sapevamo che sarebbe stato più grande e veloce, ma non così grande/veloce.
Poiché l’acquisto di obbligazioni da parte della Fed mira a tassi a lungo termine, è qui che abbiamo visto il maggior dolore dopo il rilascio del verbale. In altre parole , i rendimenti dei Treasury a 10 anni hanno continuato a salire mentre i rendimenti dei Treasury a 2 anni sono riusciti a riprendersi.
I tassi ipotecari si preoccupano dei rendimenti a 10 anni perché i rendimenti a 10 anni parlano delle tendenze dei “tassi a lungo termine” in generale.
In alternativa, dimentica tutto questo e osserva semplicemente la correlazione nel grafico seguente:
Sebbene i tassi a lungo termine siano correlati anche ai tassi a breve termine, come puoi vedere nei grafici seguenti, non è proprio la stessa cosa. I tassi a breve termine salgono e scendono più velocemente e meno spesso.
È interessante notare, tuttavia, che quando i tassi a breve termine raggiungono il picco, il sollievo in genere non è molto lontano per i tassi a lungo termine. Sfortunatamente, dobbiamo ancora confermare quel picco.
Tante cose sono così diverse in questo ciclo economico/monetario che i precedenti precedenti potrebbero non essere utili come al solito. Tutto ciò che sappiamo davvero al momento è che stiamo aspettando diversi sviluppi chiave. Il più importante tra questi sarebbe che i dati sull’inflazione mostrino segni di cambiamento. Ciò potrebbe richiedere mesi, tuttavia, e il mercato obbligazionario potrebbe aver prezzato una sovrabbondanza di cautela a quel punto.
Oggi il mercato sconta ben 10 aumenti di tasso, una follia.
Prima di ciò, stiamo aspettando di vedere cosa innescherà effettivamente la Fed nel suo prossimo incontro di maggio. Sicuramente faranno un’escursione, probabilmente dello 0,50%. È anche probabile che mettano in atto il piano di normalizzazione delineato nei verbali della scorsa settimana. Se questa è l’entità del danno, allora il mercato sarà finalmente sulla stessa linea con la Fed (salvo ulteriori accelerazioni nelle prossime settimane).
Paradossalmente, ciò significa che l’aumento dei tassi e la forte riduzione dell’acquisto di obbligazioni potrebbero effettivamente essere una buona cosa per i tassi a lungo termine.
Non sarebbe la prima volta che vediamo un paradosso del genere.
I tassi a lungo termine fanno sempre del loro meglio per tenere conto delle possibilità future. Se sanno che è probabile che la Fed aumenti i tassi a breve termine o normalizzi gli acquisti di obbligazioni a un certo ritmo, sono liberi di passare alla loro prossima tendenza.
. In diverse occasioni passate, abbiamo effettivamente visto i tassi ipotecari scendere mentre la politica della Fed diventava restrittiva
Nelle prossime settimane avremo la risposta a tutte le nostre domande, quello che è certo è che più l’errore di politica monetaria sarà grande e più il collasso successivo dei tassi sarà epocale, vista l’impressionante mole di debito in circolazione.
A meno che non ci sia qualche ingenuo che pensi che si tratti solo di tassi fissi e che questi rialzi non influiranno in alcuna maniera con la crescita economica.
Il volume delle richieste di mutuo è nuovamente diminuito nella prima settimana di aprile. L’indice composito si è contratto del 6,3% dopo un calo del 6,8% la settimana prima. L’indice di acquisto è sceso del 3,4% mentre l’indice di rifinanziamento è sceso del 9,9%.
L’MBA Weekly Mortgage Application Survey è una panoramica completa del mercato dei mutui a livello nazionale e copre tutti i tipi di prestatori di mutui, comprese le banche commerciali, le istituzioni dell’usato e le società di banche ipotecarie. L’intero mercato è rappresentato dal Market Index che copre tutte le richieste di mutuo durante la settimana. Ciò include tutte le applicazioni convenzionali e governative, tutti i mutui a tasso fisso (FRM), tutti i mutui a tasso variabile (ARM), sia per l’acquisto che per il rifinanziamento.
Forse questa volta non accadrà nulla o poco, forse invece ci saranno gravi ripercussioni sempre che questa bolla immobiliare non sia stata accompagnata da nuove frodi come all’inizio secolo. La Fed, cambierà rotta in fretta e inizierà a comprare ogni asset legato all’immobiliare e titoli di Stato a lungo termine per fermare l’emorragia.
Quando aprii il blog nel 2007, tra i pochissimi in Italia ad avere previsto la crisi subprime, grazie ai miei studi storici e soprattutto alla crisi giapponese degli anni ’90, non avrei mai pensato di rivivere a breve una simile follia.
Non c’è stato un solo anno di pace dal 2008, una crisi dietro l’altra, un sistema marcio fondato sul debito e sulla speculazione, niente altro.
La chiave sta tutta nella velocità di circolazione della moneta, non circola il denaro nell’economia reale e se circola è solo debito debito debito debito debito debito …
La storia non è mai stata tenera con chi lo sottovaluta, ai posteri l’ardua sentenza!
https://icebergfinanza.finanza.com/2022/04/12/housing-market-la-storia-ama-fare-la-rima/