la polemica non è un male, è solo una forma di confronto crudo sincero, diciamo tutto quello che pensiamo fuori dai denti, e vediamo se riusciamo a far venir fuori le capacità di cui siamo portatori e spenderle per il Bene Comune. Produrre, organizzare, trovare soluzioni, impegnarci a far rete, razionalizzare e mettere in comune, attingere alle nostre risorse. CUI PRODEST? Pensa cchiu' a chi o' dicè ca' a chello ca' dice
L'albero della storia è sempre verde
L'albero della storia è sempre verde
"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"
sabato 9 luglio 2022
Anche il Moro giapponese muore assassinato
La guerra igiene del mondo. L'Africa ritorna a produrre cibo per l'autosufficienza? dopo le rapine del colonialismo e del neo-colonialismo
Gli statunitensi hanno provato ad imporre la loro agenda alla Cina. L'indipendenza di Taiwan, il Mar Cinese Meridionale, la non espansione dell'influenza di Pechino nel Pacifico
Di sicuro siamo di fronte ad una resa dei conti, se parziale o definitiva, lo vedremo

Oggi gli Stati Uniti/Occidente vive in una enorme economia di carta, si può sostenerla solo iniettando Paura&Terrore attraverso la creazione di continue emergenze. Tutto è iniziato 11 settembre del 2001 quando due aerei hanno fatto crollare tre torri

“Washington sta perseguendo contemporaneamente l’obiettivo di circondare la Russia assieme a quello di danneggiare l’Ue con l’aiuto degli stessi europei”

La Lituania/Nato abbaia abbaia alle porte della Russia
Stati uniti/Occidente sempre più isolati si arroccano








La Russia, l'Iran e l'India hanno creato percorsi alternativi, molto più brevi per il commercio. Il mondo multipolare crea mentre gli Stati Uniti/Occidente sono impantanati in Ucraina


Francesco non convince
Prete africano a Bergoglio: “Lei contraddice la tradizione cristiana”- Sospeso a Divinis
Non vorrei vi fosse sfuggito questo, durante la mia assenza. Da Aldo Maria Valli:
Padre Janvier Gbénou (pseudonimo: padre Jesusmary Missigbètò), sacerdote africano che ha rivolto critiche esplicite a papa Francesco (ad esempio qui, qui e qui) e per questo è stato espulso dall’Opus Dei, ha scritto una risposta pubblica all’ultimo decreto che gli vieta di predicare, confessare e celebrare la Messa sia in pubblico sia in privato.
***
Abidjan, 1 luglio 2022
Al pontefice regnante
Carissimo Padre,
ho appena ricevuto il decreto della Congregazione per i vescovi, firmato da Lei e dal cardinale Marc Ouellet, in cui convalidate le sanzioni impostemi dalla Prelatura dell’Opus Dei perché, secondo il decreto, ho mancato di “rispetto e obbedienza al Sommo Pontefice” (Codice di diritto canonico, 273). In breve, mi è stato proibito di predicare, confessare e celebrare la Messa in pubblico e in privato.
Prendo atto della Vostra decisione, che non approvo perché è ingiusta. Inoltre, non posso, in coscienza, rinunciare alle mie critiche pubbliche a papa Francesco perché, dal 2016, Lei stesso ha gravemente mancato di “rispetto e obbedienza a Dio e al popolo di Dio”. Infatti, prima di essere papa e vescovo, Lei è un sacerdote e, secondo il Codice di diritto canonico, “nella conduzione della loro vita, i chierici sono tenuti in modo speciale a perseguire la santità poiché, essendo stati consacrati a Dio con un nuovo titolo nella ricezione degli ordini, sono dispensatori dei misteri di Dio al servizio del suo popolo” (276). Inoltre, come vescovo e papa, Lei è interessato dai seguenti canoni: “L’apostata dalla fede, l’eretico o lo scismatico incorre nella scomunica latae sententiae” (1364); “Chi in uno spettacolo o discorso pubblico, in uno scritto pubblicato o in altri usi degli strumenti di comunicazione sociale pronuncia bestemmie, ferisce gravemente i buoni costumi, esprime insulti, suscita odio o disprezzo contro la religione o la Chiesa, sia punito con una giusta pena” (1369)
O Padre, mi permetta di dirLe che è venuto meno al suo dovere di santità sacerdotale, episcopale e papale; e che ha propagato eresie e ferito gravemente i buoni costumi. E nel suo caso, più che per un semplice sacerdote o vescovo, questo è ben più grave, perché il buon esempio di un papa può fare molto bene, mentre il suo cattivo esempio può fare molto male. Ricordi le seguenti parole di Gesù Cristo, nostro Signore e Maestro, vero giudice di tutti gli uomini e anche di Papa Francesco: “A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più” (Luca 12:48); “Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. 7 Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all’uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!” (Matteo 18:6-7). Ebbene, Lei ha scandalizzato più volte il mondo intero contraddicendo la Tradizione cristiana. Lasci che ne dia ora le prove.
1. È moralmente giusto che un cristiano, un sacerdote o un vescovo prenda l’iniziativa di chiedere leggi sulla convivenza omosessuale? Dio e la Chiesa cattolica hanno sempre detto “no”. Papa Giovanni Paolo II e il papa emerito Benedetto XVI ci hanno ricordato che ogni cristiano ha il “dovere di testimoniare la verità” e di mostrare “un’assoluta opposizione personale a tali leggi”, altrimenti commette “un atto gravemente immorale” (Congregazione per la dottrina della fede, 3 giugno 2003). Purtroppo, alla domanda <
2. È moralmente giusto dare il sacramento dell’Eucaristia a politici pubblicamente favorevoli all’aborto che non rinunciano all’aborto? Dio e la Chiesa cattolica hanno sempre risposto “no” (cfr. Codice di diritto canonico, 915-916). Purtroppo, Lei ha invece risposto “sì”. Lo ha fatto il 15 settembre 2021, pubblicamente, con l’incredibile sostegno dei cardinali Ladaria, Peter Turkson, Wilton Gregory e degli arcivescovi Paglia e Michael Jackels. Il 29 giugno 2022, certamente in modo consapevole e premeditato, ha permesso a Nancy Pelosi, pubblicamente nota per il suo sostegno all’aborto, di ricevere la Santa Eucaristia in Vaticano, durante una Messa celebrata da lei stesso, ben sapendo che ciò era stato pubblicamente proibito a Nancy pelosi dal suo vescovo residente. In questo modo, Lei porta la Chiesa cattolica a non rispettare le proprie leggi contenute nel Codice di diritto canonico e a non rispettare Dio e il popolo cattolico.
3. È moralmente giusto eseguire un’isterectomia (rimozione dell’utero) con il consenso di esperti medici, ma senza un’emergenza medica per la salute della madre? Dio e la Chiesa cattolica hanno sempre detto “no”. Papa Giovanni Paolo II e il papa emerito Benedetto XVI hanno chiarito che se un gruppo di esperti medici conferma a una donna che le sue future gravidanze non costituiranno una minaccia per la sua salute o la sua vita, non può essere rimosso l’utero con la scusa che le sue future gravidanze non arriveranno mai a termine (cfr. Congregazione per la dottrina della fede, 31 luglio 1993). Purtroppo, Lei e la Congregazione per la dottrina della fede avete risposto “sì”. Infatti, il 10 dicembre 2018, insieme al cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer, S.J. (prefetto) e all’arcivescovo Giacomo Morandi (segretario), avete aperto la porta alla sterilizzazione diretta, la prima misura antinatalista della Chiesa cattolica e il primo errore della Congregazione per la dottrina della fede (cfr. la mia terza lettera aperta).
4 ). È moralmente giusto dire che “l’impegno a vivere in continenza può essere proposto” ai cristiani ed è “un’opzione”? Dio e la Chiesa cattolica hanno sempre risposto “no”. Tutti i cattolici con un minimo di formazione cristiana ortodossa (e anche i non cristiani che si sforzano di vivere la legge morale naturale) sanno che la castità non è mai un’opzione ma un grave dovere morale per ogni essere umano (cfr. Catechismo della Chiesa cattolica, 2331-2400). Purtroppo, Lei invece ha risposto “sì”. Infatti, il 5 settembre 2016, lei e i vescovi della Regione pastorale di Buenos Aires avete dichiarato che “l’impegno a vivere in continenza può essere proposto. Amoris laetitia non ignora le difficoltà di questa opzione… l’opzione menzionata potrebbe, infatti, non essere realizzabile”. Inoltre, il 5 giugno 2017, lei ha ordinato che queste tre frasi fossero pubblicate come Magisterium authenticum (Acta Apostolicae Sedis, 108). In duemila anni di storia cattolica, questo è il primo errore dottrinale-morale papale così registrato negli archivi vaticani (cfr. la mia seconda lettera aperta), con il sorprendente sostegno di diversi cardinali, vescovi e sacerdoti: Parolin, Kasper, Schönborn, Coccopalmerio, Vallini, Cupich, Grech, Paglia, Forte, Scicluna, Fenoy, McElroy, Spadaro, Bordeyne, eccetera.
La mia sanzione di questa mattina chiarisce che Lei, monsignor Fernando Ocáriz [il prelato dell’Opus Dei, NdT] e il cardinale Marc Ouellet conservate ancora una capacità di giudizio morale. Perché, allora, i Vostri colpevoli e scandalosi silenzi di fronte a cardinali che mancano gravemente di “rispetto e obbedienza a Dio e al popolo di Dio”?
Ricordo altresì il cardinale Hollerich, S.J. (che ha detto pubblicamente che “l’insegnamento della Chiesa che l’omosessualità è peccato è falso”), il cardinale Marx (che ha detto pubblicamente che “l’omosessualità non è un peccato”), il cardinale Matteo Maria Zuppi (che ha permesso a padre Gabriele Davalli di benedire una coppia omosessuale in una Messa dell’11 giugno 2022), il cardinale Blase Cupich (che ha dato a padre Joe Roccasalva il permesso di far tenere a una coppia omosessuale l’omelia in una Messa del 19 giugno 2022, festa del papà), ecc.
Quale sanzione per questi cardinali infedeli all’insegnamento tradizionale della Chiesa cattolica? Nessuna. Al contrario, posizioni di responsabilità e pubblici elogi da parte di papa Francesco, mentre vengono sanzionati i sacerdoti fedeli alla Tradizione cristiana.
O Padre, che cos’è questa giustizia ingiusta di papa Francesco e del Vaticano? È sicuro che Dio possa accettare una tale ingiustizia? Perché oggi questo vento di dittatura nella Chiesa cattolica contro coloro che preferiscono obbedire alla legge divina assoluta invece di seguire la Vostra flagrante disobbedienza a questa eterna legge divina? Dopo tutto questo, pensate davvero di meritare il rispetto dei cristiani, quando li portate a offendere Dio e a disprezzare la legge eterna?
Infine, la condanna che ho ricevuto nel Decreto di questa mattina è ingiusta perché non tiene conto delle seguenti parole di Gesù Cristo (che, lo dico con rispetto, sarebbe bene che Lei, monsignor Ocáriz e il cardinale Ouellet meditaste con calma): “Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell’occhio tuo c’è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello” (Matteo 7:3-5) Quali sono i miei errori (la pagliuzza) rispetto agli errori di papa Francesco (la trave)? Spero che gli intellettuali cattolici abbiano il coraggio di difendere questa verità, per amore di Gesù e della sua Chiesa.
Qual è il più grande crimine del sacerdote africano ora sanzionato? Aver avuto l’audacia di contraddire in pubblico papa Francesco e la sua Congregazione per la dottrina della fede. Ma Gesù (trentenne) non ha forse fatto lo stesso con i capi religiosi del suo tempo (che avevano 60, 70, 80 anni) perché era la verità? Purtroppo, lo consegnarono per essere crocifisso. Eppure, è da questo sacrificio che Dio ha tratto la sua vittoria: la luce della Verità ha brillato sulle tenebre dell’errore e della menzogna. Padre carissimo, mi rifugio nel costato aperto di Gesù Crocifisso e nelle lacrime della Vergine Maria ai piedi della Croce.
Suo figlio in Gesù, Maria e Giuseppe,
Abbé Janvier Gbénou
Ecco il saluto di Monsignor Viganò al prete sospeso a divinis per aver detto la verità:
Monsignor Viganò a padre Janvier Gbénou: “Tutta la mia vicinanza. Un onore essere perseguitati per la difesa della Verità”
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• by Aldo Maria Valli
Cari amici di Duc in altum, l’arcivescovo Viganò ha scritto a padre Janvier Gbénou (pseudonimo: padre Jesusmary Missigbètò), il sacerdote africano che ha rivolto critiche esplicite a papa Francesco (ad esempio qui, qui e qui) e per questo è stato espulso dall’Opus Dei. Il 5 luglio abbiamo pubblicato la risposta di padre Janvier all’ultimo decreto che gli vieta di predicare, confessare e celebrare la Messa sia in pubblico sia in privato. Scrive monsignor Viganò: “Si rallegri, caro e reverendo Padre, perché se i nemici di Dio non trovassero in Lei alcun motivo per perseguitarLa, significherebbe che Ella non dà testimonianza della Sua fedeltà al Signore”.
L’integrale qui:
Un po' di storia di confine tra gli invasori Stati Uniti e il Messico
L’insorgenza dei Cristeros
Coscienza e Dovere | L’insorgenza dei Cristeros
Spesso capita che molti fatti si perdano nei meandri della storiografia “ufficiale”. La dura lotta dei Cristeros messicani ne è l’ennesimo esempio. Combattenti per difendere la fede in Dio e nella Santa Vergine Maria, i Cristeros scelsero la via della lotta a quella dell’abiura. Come i combattenti vandeani, questi uomini, donne e bambini ,di ogni strato sociale, ci ricordano quanto bisogni saper tener duro quando si combatte per difendere a qualsiasi costo la Verità e la Giustizia. A loro Pino Tosca ha dedicato questo articolo che scegliamo di riportare alla luce oggi, con la speranza di ravvivare ,nel nostro piccolo, una testimonianza su questi eroici combattenti che anche un giovane Léon Degrelle andò ad incontrare in terra messicana durante gli anni della loro repressione.
Segnaliamo inoltre che in Italia sono disponibili i seguenti titoli per chi volesse approfondire la storia dei Cristeros:
-Il Padre Pro. Il santo dei Cristeros (edizioni Amicizia Cristiana)
-Cristiada. Messico martire (edizioni Amicizia Cristiana)
-Encicliche sulle persecuzioni in Messico dal 1926 al 1937. (edizioni Amicizia Cristiana)
-Cristiada. L’epopea dei Cristeros in Messico (edizioni Lindau)
L’INSORGENZA DEI CRISTEROS
Un famoso adagio del Centro america così recita: “Povero Messico, così lontano da Dio e così vicino agli Stati Uniti”. In realtà, a Dio il Messico è sempre stato più vicino di tante nazioni occidentali. Ma è purtroppo vero che i suoi 2.600 chilometri di frontiera in comune con l’Impero del Dollaro hanno sempre segnato la spogliazione dell’antica identità ispanica del Messico. Gli yankees si appropriarono del Texas, dell’Arizona, della California e del Nevada, rapinandoli ai loro vicini, riuscendo persino a passare per “liberatori”. In realtà essi esercitavano nei territori a loro soggetti ancora la schiavitù, che il cattolico Messico odiava ed aveva abolita da tempo. Le motivazioni di questo espansionismo colonialista erano certamente economiche (il Texas dotato di grandi risorse doveva servire al capitalismo del Nord e non al Messico sudista), ma non mancavano certo quelle religiose. Vi era un odio radicato, venato da sfumature razziste, nel protestantesimo nord-americano contro il cattolicesimo messicano. Quest’odio andava placato.
I novanta anni che separano Fort Alamo dalla rivolta dei Cristeros sono contrassegnati dalla opprimente interferenza statunitense nella vita politica messicana, al punto che si può dire che non vi fu caduta o ascesa di un sol uomo politico che non fosse stata prima pianificata a Washington. Elemento decisivo nel cambio della guardia a Città del Messico era sempre un esercito di vocazione golpista, totalmente nelle mani delle logge. Un esercito costituito al 40% da ufficiali, dei quali il 90% era stato iniziato in Massoneria. Mario Appelius, il noto giornalista radiofonico italiano, scriveva nel 1920: “In Messico non c’è il Bolscevismo… Il Messico è in questo momento un potenziale della 3° Internazionale social-massonica governato da un Herriot nelle vesti di generale messicano”. Non è del resto da sottacere il fatto che le logge messicane avevano ed hanno come loro occulti referenti i Gran Maestri di quelle statunitensi, alle quali è del resto affiliata la maggioranza dei banchieri, dei diplomatici e dei Presidenti (come è il caso dello stesso George Bush). Nel 1926, a capo di USA e Messico c’è una quaterna di massoni: il Presidente yankee ed il trio Calles-Obregon-Marones. Tutti costoro (ai quali vanno aggiunti i grandi pescecani come Morgan ed i diplomatici come Morrow) decidono di rivoluzionare il modus vivendi tradizionale del popolo messicano. Produttore di materie prime e ricco di petrolio, minerali e produttori agricoli, il Messico viene stretto in una morsa economico-militare dagli USA che riescono a succhiare enormi quantità di petrolio a prezzi stracciati e addirittura ad esportare i loro cereali in uno Stato già esuberante di produzione agricola. In cambio di questo incredibile sfruttamento, gli yankees offrono ai generali massoni ogni tipo di assistenza logistica e bellica per tener salde le loro poltrone. Il programma di Calles era infatti molto esplicito: “Il mio programma è costruttivo e logico – egli affermò – in caso non sarà mai ostile alla proprietà ed al capitale”. Si può ben capire, quindi, perché gli affaristi stranieri salutarono la sua ascesa come “la roccia di bronzo su cui riposano l’ordine e la pace” e perché l’ambasciatore americano Sheffield lo giudicasse il miglior Presidente dopo Porfirio Dìaz. Il giudizio, poi, divenne addirittura apologetico quando Calles stracciò le precedenti disposizioni di Huerta in materia di protezionismo petrolifero, con la concessione agli USA di uno sfruttamento semigratuito delle risorse messicane.

Nel 1925 Calles sborsò ai banchieri americani tutte le obbligazioni, impegnandosi in un’opera di vigile tutela degli interessi yankee in Messico, che, del resto, era attuata d’intesa col grande capitale messicano rappresentato da Pani, Manuel Tellez, Montes de Oca. Del pari, il rappresentante ufficiale degli USA, Morrow, altro non era che un agente dichiarato di Morgan. Egli instaurò col confratello Calles un’amicizia personale inossidabile, al punto che Vasconcelos battezzava Morrow col titolo di “proconsole”. E fu Morrow a giocare un ruolo essenziale nel conflitto politico-religioso che si andava espandendo con la rivolta dei Cristeros. Al riguardo, in un interessante libro di H. Keraly sui Cristeros, un certo Pablo dice all’autore del volume: “Senza gli Stati Uniti d’America, i Messicani oggi avrebbero potuto usufruire di un governo cattolico, sorto dall’insurrezione cristera. Avremmo un Messico prospero e autosufficiente. Gli Americani non hanno voluto. Essi hanno messo i loro piedi (compresi quelli militari) nella bilancia di una Rivoluzione di agitatori sanguinari e corrotti. Le loro motivazioni non erano soltanto ideologiche. Il Messico esangue è un eccellente terreno di caccia per gli affaristi, i banchieri, i re del petrolio. I Messicani vivono ogni giorno in silenzio questa umiliazione”. Nel settembre 1927, Luis Bustos così scriveva ai dirigenti della Lega Nazionale per la difesa della libertà religiosa di Città del Messico: “Gli Stati Uniti non ammettono e non ammetteranno mai che il movimento contro l’attuale regime sia di carattere cattolico: al punto che né i prelati americani, né i cattolici, nè i potenti banchieri o petrolieri gli porteranno il minimo aiuto. Qualunque sia il sentimento degli uomini che occupano la Casa Bianca, costoro dovranno sottomettersi ai riflessi anticattolici dell’enorme maggioranza dei cittadini americani”. L’anticattolicesimo yankee si evidenzierà chiaramente nei tre anni eroici della Cristiada quando né un fucile né una cartuccia passeranno la frontiera in direzione della guerriglia. Al contrario, al governo di Calles perverrà tutto l’appoggio militare possibile da parte di Washington: camions, battelli, treni interi carichi di armi e munizioni partivano dagli Stati Uniti per rifornire le truppe di Calles, coadiuvate da piloti e carristi yankee. Mons. Josè de Jesus Manriquez il 13/2/’29 scriveva del suo esilio: “Nessuno deve stupirsi che i Liberatori cattolici non abbiano ancora trionfato, dal momento che essi non combattono soltanto contro le orde della tirannia, ma anche contro la potente Nazione del nord e tutta l’armata anticristiana che pretende di finirla col cattolicesimo messicano”. Tre anni prima, monsignor Curley, arcivescovo di Baltimora aveva scritto: “Carranza e Obregon hanno regnato nel Messico grazie all’appoggio di Washington. Le mitragliatrici che hanno aperto il fuoco, qualche settimana fa, contro il clero ed i fedeli di San Luis Potosi erano mitragliatrici nordamericane. I fucili che erano stati utilizzati contro le donne a Città del Messico, per profanare la Chiesa della Sacra Famiglia, provenivano dal nostro paese. Siamo noi, grazie al nostro governo, ad armare gli assassini professionisti di Calles, a sostenerli in questo abominevole piano teso a distruggere l’idea stessa di Dio nel cuore di milioni di ragazzi messicani”. L’arcivescovo di San Antonio, Mons. Drossaerts, era ancora più esplicito: “Non abbiamo forse appoggiato l’odioso Carranza? Non abbiamo sostenuto quel vecchio bandito di Pancho Villa? Non abbiamo elevato alla Presidenza della Repubblica Alvaro Obregon? Non ci stiamo comprando l’amicizia di Calles procurandogli gli aerei con i quali bombarda oggi gli eroi che muoiono per la loro fede nello Stato di Jalisco?… E’ lo schiacciante potere degli Stati Uniti che porta un sostegno illimitato ai bolscevichi messicani inviando il suo ambasciatore ad onorare Calles, sorvegliando scrupolosamente le proprie frontiere per proibire alla più piccola cassa di munizioni di cadere nelle mani degli eroi che lottano per il loro onore e la loro libertà”.
“Yankee, io muoio per colpa tua” gridavano i soldati di Cristo Re. Ma dietro gli yankees vi erano le ombre dei fratelli delle logge e, purtroppo, della gran maggioranza dei vescovi. Il Messico è oggi il solo paese del mondo occidentale in cui ai sacerdoti cattolici sia vietato indossare l’abito talare. D’altro canto al potere in Messico è, ancor oggi, il partito fondato da Calles alla fine degli Anni Venti. Il che significa che la tradizione laico-massonica non è mai venuta meno in settant’anni di gestione dello Stato. Ma in realtà è dal 1911 che l’anticlericalismo comincia ad essere codificato. Nel 1917 la Costituzione Rivoluzionaria, ancor oggi in vigore,accentua nello stato ogni forma aggregativa:vengono quindi eliminati ogni corpo intermedio e gli stessi sindacati cattolici.Ma è a partire dal ’24 che l’anticattolicesimo assume un aspetto apocalittico.Da quel momento, il chiodo fisso di Calles e dei suoi fautori interni ed esterni è quello di fare a pezzi la Chiesa e la Dottrina Sociale.A fucilate impone quella riforma agraria di tipo “cittadino” che rovinera’ sino ad oggi tutto il mondo rurale (sociologicamente cattolico). Poi impone una educazione ultra-laicista, per non dire autenticamente atea, alle scuole che devono essere “statali, gratuite e obbligatorie”. Passa poi all’ azione diretta contro la Chiesa e il culto al punto che è vietato salutarsi con il classico Adios in quanto allusione filo-religiosa. Il generale Ortiz, noto macellaio callista, fa fucilare un soldato perche’ portava al collo, sotto,la camicia, una medaglia con la Vergine di Guadalupe. Una legge del 28/2/25 a Tabasco proibisce l’esercizio del ministero ai sacerdoti non i possesso dei seguenti requisiti:
1)Essere Tabascheno o Messicano di nascita
2)Aver piu’ di 40 anni
3)Aver fatto gli studi di ogni grado presso le scuole(atee) dello Stato
4)Essere di buona moralita’ (laica)
5)Essere sposati
6)Non aver subito alcun procedimento giudiziario.
Nell’estate del ’26, gli sgherri di Calles affiggono sulle porte delle Chiese la seguente ordinanza:
art.1) 50 pesos d’ammenda e 1 anno di prigione per chi fa suonare la campana di una Chiesa.
art.2) Stessa per chi insegna a pregare ai propri figli.
art 3) Stessa pena per chi sara’ sorpreso a conservare santini religiosi.
art 4) Idem per chi porta medagliette religiose su di sé.
E così di seguito sino all’art. 30)
La legge del 14/6/26 è il colpo finale: espulsione delle congregazioni religiose, inventario e confisca dei beni ecclesiastici, messa fuorilegge di ogni tipo di organizzazione non controllata dallo Stato ed, infine stato giuridico dei sacerdoti quali dipendenti dello Stato. È la costituzione civile del clero, di giacobina memoria. Per chi non ubbidisce c’è la tortura e la morte. La reazione cattolica si muove allora su due binari ben precisi, d’accordo con la gerarchia:
– Il boicottaggio economico;
– La sospensione del culto religioso.

È la guerra civile. La repressione massonica non conosce più limiti. La parola, per i cattolici, è ora alle armi in una guerra di difesa di sé stessi e della religione. E mentre il clero tentenna, si battono i valorosi Crociati della Cristiada.
Pio XI, allora, cerca un accordo a qualsiasi costo. Il suo legato apostolico, Mons. Crespi, moltiplicò le concessioni agli assassini massoni senza ottenere nulla in cambio. La gerarchia ordina ai sacerdoti di non aderire alle sommosse dei Cristeros e ai parroci di campagna di trasferirsi in città. Solo 110 preti, su 3.500, disobbediranno e raggiungeranno i Cristeros. Ma questi ultimi vanno al combattimento ed alla morte forti del solo sacramento battesimale. Gli uomini della brigata Quintanar così rispondono al vicario episcopale che aveva chiesto a loro di farsi sgozzare evangelicamente: “Senza il vostro permesso e senza il vostro ordine, ci siamo lanciati in questa lotta benedetta per la liberta’ religiosa. Ed è senza il vostro permesso ed il vostro ordine che noi la proseguiremo fino alla vittoria o alla morte. Viva Cristo Re! Viva la Vergine di Guadalupe! Viva il Messico!”. Per tre anni, i Crociati trasformano tutto il Messico in un immenso campo di battaglia. Ma il 21/6/29, il Vaticano, nonostante le vittorie militari dei cattolici, fa un passo mortale e sigla i famigerati Arreglos con Calles, tesi a por fine alla Cristiada, svendendo letteralmente i Crociati alla massoneria. Inizia così la grande mattanza contro i guerriglieri di Cristo Re. Sorgono le colonne neo-giacobine dei Defanatizzatori, che riempiono cesti di vimini con le teste tagliate dei cattolici. Al grido di “Viva Satana nostro padre” sono finalmente liberi di vendicare la morte del loro colonnello Mano Nera, ucciso in combattimento dai Cristeros mentre urla “Viva il Demonio!”. Nel giro di qualche settimana, cinquemila Cristeros vengono massacrati. Grazie anche alla diplomazia vaticana, la questione cattolica trova così in Messico la sua soluzione finale.
Pino Tosca